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​3. Tercio de muleta.

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Per adeguare il ritmo nelle salite, questa mattina il Toro di Montevideo ha in programma la tabella numero 43 del diario di allenamento personale. Da principio eseguirà un riscaldamento di 15 minuti con rapporto corto a 90 giri al minuto (rpm). Poi 15 km di strada pianeggiante da percorrere con andatura costante, 80 rpm, frequenza cardiaca massima 75% e ancora 6 salite da 2 km a velocità costante medio alta, frequenza cardiaca massima 85% con scatto negli ultimi 200 metri, usando un rapporto lungo. A seguire altri 15 km di strada in piano, con andatura costante 85 rpm e 75% di frequenza cardiaca massima. Finirà con il defaticamento: 15 minuti di rapporto corto a 90 rpm. Dopo anni di preparazioni mirate a raggiungere la forma psicofisica ideale nell'esatta data stabilita, si sente in controllo di una macchina da corsa a trazione umana perfetta. In lui capacità fisica, mentale e tecnica coesistono in equilibrio. C'è metodo, applicazione, spirito di sacrificio e abnegazione negli allenamenti, nell'alimentazione, nel mantenimento di uno stile di vita sano e appropriato e molto altro ancora. Un dettaglio trascura di proposito: l'età anagrafica a discapito di quella biologica, due lustri indietro a sentir lui.

Entrato nell'anticamera degli spogliatoi, dietro a un muro in cartongesso, tra le altre, riconosce la voce calda e appassionata di Gianni Sardena, astro nascente del Team Astrale. Si tratta del suo secondo anno lì e già lo additano quale possibile rivelazione del prossimo Gran Giro d'Europa.

«Ricordate belli, date i cambi come stabilito e nel finale le mie scintille!»

«Ah, ah, ah, ah! Non prendere fuoco dietro quando accendi i razzi!» fanno eco gli altri, divertiti.

Marcelo ricorda di avere visto in bacheca il loro programma. Hanno una simulazione di fuga con strappo a tutta negli ultimi 2000 metri, dopo 80 km complessivi. Guzzi, South, Giansante e Papis, manca solo il capitano Evilthoon, ma per il resto si parla dei 5 migliori elementi sotto contratto.

«Si sa niente del Toro?» chiede Mirko Giansante. «Gli hanno già spezzato le corna?»

Udendoli resta immobile, puntato in direzione di quelle voci come una parabola verso un satellite delle telecomunicazioni.

«Forse», risponde mesto Leon Papis, anch'egli intento nella vestizione, «ora sono tutti dal presidente, nella sala grande.»

«Andava anche Thomas!» esclama Davide Guzzi, ricordando d'averci parlato nel parcheggio. «Lo fanno secco oggi, pesante!»

Senza bisogno di sentire altro, si lancia fuori! In breve irrompe nella sala riunioni, inutilmente inseguito da due segretarie.

«Qué es esta historia?»

È palese abbia luogo qualcosa d'importante. Attorno al tavolo lungo, cristallo e acciaio, l'anziano fondatore dell'omonimo Team Astrale, il vicepresidente Santo Maioli, i responsabili delle aree di Amministrazione, Logistica, Marketing e HR, il capitano della squadra e naturalmente il direttore tecnico sportivo.

«Entri e sieda, caro» gli fa eco il presidente, somigliante a uno Shih Tzu ben pettinato, ma parlante vista la voce flautata. «L'avremmo chiamata noi, ma è lo stesso, vero Giorgio?»

Scuro in volto, il vicepresidente annuisce.

«Gli anni passano e si discute del suo futuro, caro» riprende a dire, armonico, mentre fa ampi cenni affinché l'ultimo arrivato gli sieda a fianco. «Spiegavo che, curati a dovere, anche gli alberi meno giovani portano buoni frutti.»

Fatta eccezione per Lanfranco Astrale, Max Procopio e un vecchio magazziniere peruviano, gli altri sono entrati in società dopo di lui. Marcelo ammira quell'uomo garbato e moralmente impeccabile, ma al pensiero d'essere anch'egli prossimo a un fisiologico avvicendamento, sente ardersi nel petto il fuoco d'una guerra termonucleare. La sua angoscia è spiegata dai problemi degli ultimi tempi con la moglie. Per quanto si sia dimostrato più longevo della totalità dei colleghi suoi coetanei, Elisabeth rifiuta l'idea stessa del suo pensionamento sportivo. Semplicemente non è pronta. Amici e parenti devono provare ancora invidia per la sposa fortunata di un professionista del ciclismo mondiale. Vuol sentirsi in primo piano, coinvolta dal turbinio delle corse, dalle notizie riportate in TV o alla radio. Adora, poi, la diretta delle gare, quando il suo Toro, in testa al gruppo, si tira dietro il resto del bestiame. Non le importa del finale, quando gli altri hanno la meglio, poiché lui le ha spiegato cosa nascondono le quinte di quel teatro sportivo. Sì, conosce e accetta le regole del gioco. Tutte eccezion fatta per quella che sentenzierà la fine del suo divertimento!

«Dicevo che ci ha garantito un lavoro prezioso» prosegue il presidente. «Non ha mai vinto, ma ha portato avanti il gruppo, favorendo i successi dei nostri capitani.»

«Obrigado senhor.»

«Forse sottovaluta l'importanza di tanti anni di sacrifici, ma non tema: la vogliamo preservare. Lei è un simbolo e la qualità del suo lavoro non va dispersa.»

«Grazie señor presidente.»

«Dunque, perché rischiare l'immagine di splendido gregario nel prossimo Giro d'Europa? Se dovesse fallire il bellissimo Toro dell'Uruguay ne uscirebbe infangato, addirittura morto!»

Come eccepire? Marcelo china il capo.

«Stiamo valutando d'offrirle un ruolo nella dirigenza. Non è da tutti e dovrebbe saperlo che ne ha visti passare tanti, caro.»

Come contraddire quella logica schiacciante? In che modo considerare tutto ciò un insulto insopportabile, invece che un premio, un riconoscimento, una gran fortuna, quale in effetti è?

Valmontedo mostra il capo chino, proprio come avviene nel Tercio de Muleta di una corrida. Qui il toro, posto in condizioni d'inferiorità, viene costretto a tenere la testa abbassata, affinché il torero possa conficcargli la spada tra le scapole, fino a poterne raggiungere il cuore. Tuttavia la legge taurina prevede un tempo limitato entro il quale questi debba assestare il colpo conclusivo. Oltre, lo squillo di una tromba lo avvisa di essere in ritardo e di affrettarsi. Proseguendo, infatti, al risuonare dell'ultimo avviso avrà fallito il proprio compito e uscirà tra i fischi del pubblico.

Proprio adesso, nel silenzio che si è creato, risuona discreto un contatto telefonico in ingresso. È il suo! Si tratta di Elisabeth. Si scusa. Motiva l'urgenza di rispondere con un preoccupante stato febbrile del piccolo Alejandro. Rassicura tutti: farà presto ritorno. Appartato spiega quanto di buono stia capitando, nella segreta speranza che lei possa accogliere quelle novità. Così non è! Da principio fredda e scostante, poi addirittura isterica.

«Sono la moglie di un ciclista! Voglio questo!» strilla, come fosse davvero una bambina capricciosa. «O così o non c'è più niente! Lo capisci?»

A stento riesce a calmarla. La convince che non c'è problema, che non ha obblighi. Anzi, volendo potrà rinnovare per altri tre anni. Nulla di più falso, è chiaro, ma adesso due parole ripete in sé: «Gana tiempo.»

Guadagna tempo. Con lei l'ha fatto, ma in quella sala riunioni è in corso una corrida che conosce un unico finale ammissibile: la morte cruenta del toro! Però, ragiona, quando il matador non riesce a ucciderlo, ha fallito e da vivo, per quanto moribondo, viene portato via. Ok, per essere ucciso altrove, ma da vivo, ancora vivo! Forse trovando il modo di convincere Lanfranco Astrale che il prossimo Gran Giro sarà corso bene, addirittura meglio degli altri, promettendo che sarà l'ultimo e che il futuro lo vedrà dirigente… Di lì via, in un'altra squadra! Certo, come no, faranno a gara per aggiudicarsi un trentanovenne che non ha mai vinto. Un passo alla volta. Per Elisabeth, perché le serve ancora un po' del suo mondo perfetto, sì, devo essere perfetto un altro po'. Ne ha bisogno e io di lei, sì, io di lei!

«Gana tiempo» mormora rientrando in quella sala riunioni, d'improvviso grande come l'arena che aspetta il suo tributo di sangue taurino.

«Presidente?» improvvisa, preda del suo delirio. «Es siempre esportivo, corajoso e un grande apostadòr, ehm, scometitore?»

Quest'ultimo accenna un sorriso ammiccante che lo riempie di speranza.

«Em breve haverá uma simulação de» si blocca! Non è quello il momento giusto per essere nervosi in portoghese, come in spagnolo, come in generale. «Presto averá una simulazione de gara. Sardena con outros, ehm, con altri.»

Raggiante, Astrale chiede: «Cosa scommettiamo, caro?»

«Queremos apostar que eu termino primeiro? Si puedo, vou estar no Grand Tour de Europa!»

Tale e tanta è la tensione provata, spalle al muro, tra vita e morte del matrimonio, ma anche di più, che neppure s'accorge di come gli escono quelle parole.

Tuttavia non serve traduzione, poiché l'altro rilancia con piglio furbesco: «Va bene. Scommettiamo, ma il percorso lo decido io e al traguardo dovrai avere almeno due minuti di vantaggio. In caso contrario, caro, donerai la buona uscita da corridore per la tribunetta mancante nel nostro velodromo!»

Sì, il toro è vivo, ed Elisabeth è al suo fianco, ma per quanto ancora vi rimarranno?

Un Gregario Solo Al Comando!

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