Читать книгу Il fallo d'una donna onesta - Enrico Castelnuovo - Страница 9
VII.
Оглавление—L'ha avuta ora questa malattia di gola, il signor di Reana?—domandò lo zio alla nipote con una punta d'ironia.
—No, perchè?
—Perchè l'ultima volta che lo vidi da te fumava.
—Sarà, non rammento… In generale non fuma.
—Poteva però trovare un altro pretesto per non accettar la mia sigaretta.—Venostì si strinse nelle spalle e soggiunse:—Già non me ne importa affatto… Ed ora che siamo soli ti prego d'un piacere.
—Se posso… Scusa, prendi un tè o un marsala?
—Piuttosto un marsala.
Ella gli versò un bicchierino, gli offerse dei biscotti e gli si piantò dinanzi chiedendogli:—Dimmi ora quel che desideri.
—Mi permetti di presentarti domani il conte di Schaumburg?
Ella non lo lasciò finire.—Domani? non ci sono.
—Come?
—Ti ripeto che non ci sono. Ho tutta la mia giornata presa.
—Anche la sera?
—Anche.
—Per domani non ti domandavo che un quarto d'ora… Se poi usavi al mio raccomandato la cortesia d'invitarlo a desinare per doman l'altro, te ne sarei stato riconoscentissimo.
—Mi dispiace, ma per tutta questa settimana è impossibile… Se quel signore si trattiene qui un pezzo…
—Non si trattiene, non si trattiene… E io che gli avevo tanto parlato di te, della tua coltura, del tuo spirito!.. Egli va pazzo per le signore côlte… ha la passione della musica… legge moltissimo… M'ero mezzo impegnato di condurlo qui.
—Prima di consultarmi?… Hai fatto male… A ogni modo, gli puoi dire che sono ammalata…
—Capirà ch'è una scusa.
—Forse; ma s'è un uomo educato, fingerà di credere.
Il barone commendatore si grattava la nuca.—Santo Iddio!… Se fosse un qualunque non ci baderei. Ma un parente dei Radzivill, una famiglia principesca che è nell'almanacco di Gotha…
—Questa è un qualità, caro zio, che non mi fa nè caldo nè freddo.
—Già, tu ti atteggi a democratica, a giacobina… Fai buon mercato perfino della nobiltà di tuo marito… non ti fai neppur chiamare contessa.
—Se non sono contessa!
—O credi che sian tali la metà di quelle a cui si dà il titolo?
—Ognuno si regola a modo suo… Lasciamo stare questo discorso.
—Sì, son digressioni inutili… Torniamo al mio forestiero… Via
Teresa, non puoi scioglierti da' tuoi impegni… per riguardo mio?…
È il tuo parente più stretto che te ne prega; è tuo zio che, mi pare,
ha sempre mostrato di volerti bene…
Annoiata di questa insistenza, la Valdengo ripigliò in tuono fermo:—Perdonami, zio, dal momento che ti ho detto: non posso.
—Non posso!… Non posso!… Si può sempre quando si vuole sul serio… E se almeno si sapessero le ragioni per le quali non puoi?…
—Tu dimentichi che sono fuori di minorità.
—Pur troppo… Se non fosse così, t'avrei probabilmente impedito di commettere degli spropositi.
—Tu?—esclamò la Teresa, con accento di sincera meraviglia. Non era quello il pulpito da cui ell'era disposta di sentir la predica.
—Io, sì… So il viver del mondo, io… e so quanto facilmente una donna sola possa compromettere la sua riputazione.
La Teresa cercò d'interromperlo, ma egli voleva andar sino alla fine.
—Ed è proprio una gran pena per me che il nome di mia nipote corra sulle bocche della gente… Anche iersera dalla Marvesi…
—Di nuovo la Marvesi… la casta Penelope…
—Quella è una dama che non si è mai sbilanciata oltre un certo segno.
—Se le si sono attribuiti persine tre amanti in una volta!
—Cattiverie!… In ogni modo, una donna che ha il marito vivo…
La Teresa battè ironicamente le mani.—Bravo!… E quella dama mi fa l'onore di occuparsi di me… Si può saper quel che diceva?
—Niente di positivo… È troppo ben educata… Ma faceva qualche allusione alla tua intimità con di Reana.
—Ah!…
—E si mostrava dolente che tu dessi appiglio a supposizioni le quali, trattandosi d'una signora rispettabile come tu sei, non potevano essere che menzogne… Non avresti avuto una condotta austera, irreprensibile fino adesso per cedere poi a un ragazzo… In complesso ti difendeva.
—Amabilissima… E da chi mi difendeva?
—Mah!… Da nessuno e da tutti… In quel momento parlava con me…
—Tu già hai preso le mie parti.
—S'intende… Ma qui a quattr'occhi devo confessarti che le apparenze ti condannano… Diamine! Hai quel sottotenentino di vascello sempre fra i piedi… e le apparenze, cara mia, sono il più… Quello che non si vede è come se non esistesse.
—La conosco la tua bella massima!—replicò in tuono sarcastico la Teresa. Poscia, ergendo il capo con alterezza, soggiunse:—Senti, zio, quando ci ritorni dalla tua contessa Marvesi, dille pure che di ciò ch'ella e le sue pari pensano di me non m'importa affatto, che se alla mia età, dopo trentott'anni di condotta irreprensibile, ho ceduto a un ragazzo, il danno e la vergogna son miei, e il mio giudice più severo è la mia coscienza… Chi ha una coscienza non ha tempo di sentire le voci del mondo. E dille anche, alla tua contessa, che le sventure e gli errori possono servire a qualche cosa; e a me serviranno a gettar per sempre lontano da me quella palla di piombo delle convenienze sociali che mi trascinavo al piede mio malgrado…
—Ts… ts… ts…—faceva il commendatore spaventato da questa filippica della nipote.
Ma ella tirava via senza badargli.—Auff! Che liberazione!… Non profanerò con la mia presenza, io donnicciuola colpevole, i loro santuari immacolati, non invocherò il perdono di quelle mogli fedeli, di quelle vedove inconsolabili…
—Ecco le solite esagerazioni, la solita enfasi—esclamò lo zio nella sua qualità di uomo savio e posato.—Chi ti respinge? Chi ti esclude dalla società?… Il mondo è molto migliore di quello che tu supponi… Ci saranno dei maligni a cui non parrà vero di affibbiarti un amante, ma scommetto che i più non credono che a innocenti galanterie, e non crederebbero ad altro nemmeno se tu tenessi davanti a loro il discorso imprudente che hai tenuto a me… E poi, grazie al cielo, il tuo bellimbusto s'imbarca posdomani, e allora, checchè sia accaduto, chi se ne ricorda?… Spero bene che non farai nascere un pettegolezzo con la Marvesi per quelle parole che ti ho riferite e ch'erano dettate da una sincera benevolenza…
—Oh, non aver paura!—disse la nipote.
—Benedetto cervellino che sei!—seguitò paternamente il barone.—T'accendi come un fiammifero… E sì che tutti ti vogliono bene, tutti ti accolgono a braccia aperte… Anch'io, mi pare, t'ho sempre dimostrato la massima deferenza, e se di tratto in tratto ti disturbo per qualche presentazione, questa è la miglior prova che ti reputo una dama di garbo che qualunque alto personaggio può desiderar di conoscere.
—Troppo onore—biascicò la Teresa facendo un inchino.
Senza rilevar la canzonatura, il barone arrivò per un'altra strada al punto che gli stava più a cuore.
—E forse—egli osservò con l'aria d'un uomo che esamina la questione dal lato obbiettivo—forse, in questo momento, con le chiacchiere che vi sono in giro, il fatto ch'io conducessi da te il conte di Schaumburg gioverebbe…