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9 - Intermezzo magico (Fiaba)
ОглавлениеLâestate torrida passava e scaldava i sensi, mentre i corpi seminudi delle due amanti, la giovane principessa e la fata matura, si mostravano e si avvinghiavano, schiavi dello stesso desiderio.
Anche lâautunno venne, con la sua dolce pacatezza, le invitava a cercarsi e a possedersi, approfittando di ogni occasione.
Poi lâinverno, e il freddo le teneva vicine, pelle contro pelle, sotto unâunica coperta, profumata di piacere.
Finalmente, a primavera le loro farfalle fiorivano ed erano eccitate più che mai: il momento migliore, per aï¬ondare la bocca nell'altra, manipolandola fino a quando, dalla corolla, intensamente profumata e dolce come il miele, si decideva a sgorgare lâacqua di rose dellâamore.
E così, mescolandosi lâuna nell'altra, in un amalgama di sesso e passione, le donne passarono le stagioni di quell'amore avvincente e perverso. Alba cresceva e imparava; la Fata di Ferro provava un intenso languore, lasciandole una parte dominante sul possesso del suo corpo maturo. La principessa, oltre ad amarla, si divertiva a giocare con lei e a sottometterla ai suoi capricci.
Spesso la fata si accontentava di inginocchiarsi ai piedi del grosso divano, facendole da serva, da schiava. Il suo omaggio servile partiva dai piedini di Alba. Poi la massaggiava, la baciava fino allâestremo, lasciandola, alla fine, riposare sotto il suo abbraccio materno. Pian piano le faceva scoprire il piacere in tutte le sue possibili sfumature. Prima concedette tutto di sé, poi iniziò anche a cercare il gusto del possesso di lei. Le insegnò tutti i giochi e le furbizie, le permise di usare oggetti erotici, per imparare a dare virilmente piacere a una donna. La principessa giocava e sperimentava. Amava prendere la fata, da ogni parte, godeva nel vederla ricevere le sue spinte penetranti, in ogni meandro.
La donna godeva dellâingenuità di Alba, ogni giorno più provata, più curiosa, più smaliziata, nella ricerca sfrenata della passione. La fata, adesso, prendeva piacere dalla sua discepola.
Di notte, poi, la fata, più matura e scaltra, sola nel letto, mentre ascoltava il frinire delle cicale, si arrovellava cercando nuove perversioni per poterle esercitare l'indomani. Non le sembrava vero di poter coronare i suoi sogni più inconfessabili, servendosi di quel corpo, tenero e giovane, e di quella mente fertile e incantata.
Lâaveva tenuta vergine fino ad allora, ma un giorno decise di sferrare il suo incantesimo erotico più potente.
Nel frattempo i genitori della principessa, ignari di quanto accadeva, si concentravano sulle loro vite complicate. La regina si fidava ciecamente dell'amicizia che la legava alla fata. Nonostante avesse intuito che, in quella casa di marzapane, avveniva qualcosa di più che il solo sorbire del the con i biscotti. Ma tutto era tranquillo, grazie a quel rapporto tanto speciale. Lâamica era dolce e paziente, la principessa veniva su felice e robusta, e lei, la madre, era più libera che mai.
Andava bene così. Indagare sarebbe stato inutile e anche impegnativo.