Читать книгу Генуя Хандрящая - Клаудио Поццани - Страница 15
Genova, saudade e spleen
15
Pensierino
ОглавлениеQuante volte
caro signor Maestro
col ditino alzato e lo sguardo severo
mi ammonisce dicendo
«se tutti facessero come te»
intendendo che la mia attività culturale
non serva al progresso del Paese,
a far ripartire la sua economia
e neppure, essendo artista, a far fiorire la mia
Ma allora
una volta per tutte
caro Signor Maestro
mi lasci dire
che se tutti facessero come me
non ci sarebbero polizie
perché perfino alle zanzare chiedo scusa
e mi appello comunque alla legittima difesa
quando le sgiornalo contro il muro
non ci sarebbero eserciti
perché l’unico Paese che voglio invadere
è quello delle emozioni altrui
e l’unico territorio che devo difendere
è l’intimità dei miei affetti e dei miei pensieri
non ci sarebbero aguzzini e aguzzine
che con la loro concezione totalitaria dell’amore
devastano la vita di chi li ha incontrati
ché se vuoi bene a una persona
vuol dire che vuoi il suo bene
indipendentemente da cosa ti dà
Quindi
è meglio che non mi dica più
«se tutti facessero come te»
perché si rischierebbe di vivere in un mondo meraviglioso
di avere un sacco di tempo libero
di fare le cose che si amano
Ma ora mi viene alla mente
caro signor Maestro
che se vivo in un mondo che fa schifo
allora lo devo a lei e alla maggior parte delle persone
che non sono come me
che se ne fregano degli altri
e soprattutto se ne fregano di se stessi
A lei e a loro dovrei chiedere i danni
e forse le miei poesie sono proprio questo:
sono i moduli per sporgere reclamo
E sto anche pensando,
signor Maestro,
che per la legge dei numeri che lei mi ha spiegato così bene
allora anche in questa sala
c’è un sacco di persone che mi costringe a vivere male.
A questi non voglio più rivolgere né sorrisi né parole.
Io mi appello agli altri.
Alzatevi in piedi e fatevi vedere.