Читать книгу Compendio di psicologia - Wilhelm Max Wundt - Страница 5
§ 3. — Metodi della psicologia.
Оглавление1. La psicologia, avendo per proprio oggetto non contenuti specifici dell’esperienza ma l’esperienza generale nella sua natura immediata, non può servirsi di altri metodi che di quelli usati dalle scienze empiriche, così per l’affermazione dei fatti, come per l’analisi e pel causale collegamento di essi. La circostanza, che la scienza della natura astrae dal soggetto e la psicologia no, può bensì portare modificazioni nel modo di usare i metodi, ma non mai nell’essenziale natura dei metodi usati.
Ora la scienza naturale, la quale, come campo di ricerca prima costituitosi, può servire di esempio alla psicologia, si giova di due metodi principali: l’esperimento e l’osservazione. L’esperimento consiste in un’osservazione, nella quale i fenomeni da osservare sorgono e si svolgono per l’opera volontaria dell’osservatore. L’osservazione in senso stretto studia i fenomeni senza un tale intervento dello sperimentatore, ma così come si presentano all’osservatore nella continuità dell’esperienza. Ogni qual volta un’azione sperimentale è possibile, le scienze naturali ne fanno sempre uso, essendo in tutti i casi, anche in quelli, nei quali i fenomeni offrono già un’osservazione facile ed esatta, un vantaggio poter volontariamente determinare la loro nascita e il loro decorso e isolare le parti di un fenomeno complesso. Ma nella scienza della natura un uso distinto di questi due metodi è già stato stabilito secondo i suoi diversi campi: in genere il metodo sperimentale si crede per certi problemi più necessario che per altri, nei quali si può raggiungere non di rado lo scopo desiderato colla semplice osservazione. Queste due specie di problemi si riferiscono, prescindendo da piccole eccezioni provenienti da rapporti speciali, alla generale distinzione dei fenomeni naturali in processi naturali ed in oggetti naturali.
Qualunque processo naturale, ad es., un movimento di luce, di suono, una scarica elettrica, il prodursi o il decomporsi di una combinazione chimica, inoltre un movimento stimolatore o un fenomeno di scambio nell’organismo delle piante o degli animali, richiede l’azione sperimentale per l’esatta determinazione dello svolgimento e per l’analisi delle sue parti. In generale tali azioni sperimentali sono desiderabili, perchè è possibile fare osservazioni esatte solo quando si può determinare il momento di apparizione del fenomeno. Esse sono poi necessarie per distinguere fra loro le parti diverse di un fenomeno complesso, perchè questo può succedere per lo più solo quando arbitrariamente si trascurino alcune condizioni, o se ne aggiungano altre, o anche se ne modifichi l’importanza.
Tutt’altra cosa è per gli oggetti naturali: essi sono oggetti relativamente costanti, che non esigono di essere prodotti in un determinato momento, ma stanno in ogni tempo a disposizione dell’osservatore e vi permangono. Qui una ricerca sperimentale è per lo più soltanto richiesta quando vogliamo indagare i processi della loro nascita e delle loro variazioni; in questo caso trovano applicazione le stesse considerazioni fatte per lo studio dei processi naturali, perchè gli oggetti naturali sono considerati o prodotti o parti di processi naturali. Quando invece si tratta solo della natura reale degli oggetti, senza riguardo alla loro formazione e alle loro variazioni, allora la semplice osservazione è per lo più sufficiente. In questo senso sono, ad es., la mineralogia, la botanica, la zoologia, l’anatomia, la geografia ed altre simili, scienze di pura osservazione, fintanto che in esse non siano introdotti, come spesso avviene, problemi fisici, chimici, fisiologici; in una parola, quei problemi che si riferiscono a processi naturali.
2. Se trasportiamo queste considerazioni alla psicologia, appare tosto manifesto che essa, pel proprio contenuto, è senz’altro costretta a tenere lo stesso cammino di quelle scienze, nelle quali un’osservazione esatta è possibile solo sotto la forma di osservazione sperimentale, e che però essa non può mai essere una scienza di pura osservazione. Infatti il contenuto della psicologia risulta di processi e non di oggetti persistenti. Per indagare esattamente l’apparizione e il decorso di questi processi, la loro composizione e le relazioni reciproche delle loro diverse parti, noi dobbiamo prima di tutto produrre a nostra volontà quell’apparizione, e poterne variare secondo il nostro intento le condizioni; il che è possibile solo per mezzo dell’esperimento e non coll’osservazione pura. A questa ragione generale se ne aggiunge per la psicologia una speciale, che non esiste egualmente poi fenomeni naturali. Siccome in questi noi facciamo astrazione dal soggetto conoscente, ci è possibile servirci, sotto certe condizioni, della semplice osservazione; e sopratutto se essa, come nell’astronomia, viene favorita dalla regolarità dei fenomeni, ci è dato determinare con sufficiente sicurezza il contenuto oggettivo dei fenomeni. Ma la psicologia, non potendo per principio astrarre dal soggetto, troverebbe condizioni favorevoli per una casuale osservazione solo quando in molti ripetuti casi le medesime parti oggettive dell’esperienza immediata coincidessero col medesimo stato del soggetto. Questo, per la grande complessità dei fenomeni psichici, non è possibile avvenga, tanto più che in modo speciale l’intenzione stessa dell’osservare, che deve essere presente in ogni esatta osservazione, altera sostanzialmente il principio e il decorso del processo psichico. L’osservazione naturale invece non viene generalmente turbata dall’intenzione dell’osservare, perchè essa sin dal principio astrae di proposito dal soggetto. Consistendo uno dei còmpiti principali della psicologia nell’esatta ricerca del modo di sorgere e svolgersi dei processi soggettivi, è facile comprendere come qui l’intenzione di osservare o muta sostanzialmente i fatti da osservare, o essa stessa in tutto si sopprime. Al contrario la psicologia, per il modo naturale in cui sorgono i processi psichici, è costretta al metodo sperimentale, appunto come la fisica e la fisiologia. Una sensazione si presenta in noi sotto condizioni favorevoli all’osservazione, se essa è suscitata da uno stimolo esterno, una sensazione di suono ad esempio, da un movimento sonoro esterno, una sensazione di luce da uno stimolo luminoso esterno. La rappresentazione di un oggetto è originariamente determinata da un insieme sempre più o meno complesso di stimoli esterni. Se noi vogliamo studiare il modo psicologico in cui sorge una rappresentazione, noi non possiamo usare alcun altro metodo che quello di imitare questo processo nel suo svolgimento naturale. In questo modo abbiamo il grande vantaggio di potere volontariamente variare le rappresentazioni stesse, facendo variare le combinazioni degli stimoli agenti nelle rappresentazioni, e così di giungere ad una spiegazione dell’influenza che ogni singola condizione esercita sul nuovo prodotto. Le rappresentazioni della memoria non sono, è ben vero, direttamente suscitate da impressioni sensibili esterne, bensì le seguono solo dopo un tempo più o meno lungo; ma è chiaro che anche sulle loro proprietà, e specialmente sul rapporto loro alle rappresentazioni primarie svegliate da impressioni dirette, si giunge alla più sicura spiegazione quando non ci si affidi alla loro casuale apparizione, ma si tragga vantaggio di quelle immagini che sono lasciate dagli stimoli precedenti in un modo sperimentalmente regolato. Non altrimenti si fa coi sentimenti e coi processi volitivi; noi li potremo porre nella condizione più opportuna ad un’esatta ricerca, se a nostra volontà produrremo quelle impressioni che secondo l’esperienza sono regolarmente legate alla reazione del sentimento e del volere. Non v’è quindi alcuno dei fondamentali processi psichici pel quale non sia possibile usare il metodo sperimentale ed egualmente alcuno per la cui ricerca questo metodo non sia richiesto da ragioni logiche.
3. Invece l’osservazione pura, la quale è pur possibile in molti campi della scienza naturale, nel senso esatto è impossibile dentro il dominio della psicologia individuale a causa dell’intero carattere del processo psichico. Essa si potrebbe solo pensar possibile, se vi fossero oggetti psichici persistenti e indipendenti dalla nostra attenzione, come vi sono oggetti naturali relativamente persistenti e che non mutano colla nostra osservazione. Nulla di meno anche nella psicologia si offrono fatti i quali, benchè non siano veri oggetti, pure posseggono il carattere di oggetti psichici, presentando quelle caratteristiche di natura relativamente persistente e indipendente dall’osservatore; oltre a queste proprietà possiedono anche l’altra di essere inaccessibili ad un’osservazione sperimentale nel senso comune. Questi fatti sono i prodotti spirituali, che si sviluppano nella storia dell’umanità, come la lingua, le rappresentazioni mitologiche ed i costumi. La loro origine e il loro svolgimento si fondano dappertutto su generali condizioni psichiche, che si possono argomentare dalle loro proprietà oggettive. Perciò anche l’analisi psicologica di questi prodotti può dare spiegazioni intorno ai reali processi psichici della loro formazione e del loro svolgimento. Tutti questi prodotti spirituali di natura generale presuppongono l’esistenza di una comunità spirituale di molti individui, quand’anche le loro ultime sorgenti siano evidentemente le proprietà psichiche già appartenenti al singolo uomo. A causa appunto di questa relazione alla comunità, specialmente alla comunità di popoli, si suole indicare l’intero campo di questa ricerca psicologica dei prodotti spirituali come psicologia sociale, contrapponendola alla individuale o, come anche può essere detta pel metodo che in essa predomina, psicologia sperimentale. Benchè queste due parti della psicologia siano, a causa dello stato attuale della scienza, trattate per lo più ancora distintamente, esse costituiscono non diversi domini, ma piuttosto metodi diversi. La cosidetta psicologia sociale corrisponde al metodo della pura osservazione, ha per suo carattere solo questo, che gli oggetti dell’osservazione sono prodotti dello spirito. La intima connessione di questi prodotti colle comunità spirituali, connessione che ha dato origine al nome di psicologia sociale, nasce anche dalla circostanza secondaria, che i prodotti individuali dello spirito presentano una natura troppo mutabile, perchè possano essere sottoposti ad una osservazione oggettiva; e che perciò i fenomeni ricevono qui la costanza necessaria per una tale osservazione, solo quando diventano fenomeni collettivi o di masse.
Appare chiaro dunque che la psicologia, non meno che la scienza naturale, dispone di due metodi esatti: il primo, il metodo sperimentale, serve all’analisi dei processi psichici più semplici; il secondo, l’osservazione dei più generali prodotti dello spirito, serve allo studio dei più alti processi e sviluppi psichici.
3a. Avendo l’uso dei metodi sperimentali la sua origine nella maniera sperimentale usata dalla fisiologia, e specialmente dalla fisiologia degli organi di senso e del sistema nervoso, la psicologia sperimentale è anche detta “psicologia fisiologica„. Nella trattazione di questa sono di solito usate quelle conoscenze fisiologiche date dalla fisiologia del sistema nervoso e degli organi dei sensi, conoscenze che appartengono senza dubbio alla sola fisiologia, ma rendono nondimeno desiderabile una trattazione che tenga conto specialmente dell’interesse psicologico. Quindi la psicologia fisiologica ha il carattere di disciplina di transizione; nella sua parte essenziale è, come lo dice il nome, psicologia e, fatta astrazione da quei sussidi fisiologici, coincide colla psicologia sperimentale nel senso sopra definito. Se altri ha cercato di porre una distinzione tra la psicologia propriamente detta e la psicologia fisiologica, nel senso che solo alla prima spetti l’interpretazione dell’esperienza interna, ed alla seconda invece la derivazione dell’esperienza stessa dai processi fisiologici, si deve respingere tale distinzione come insussistente. Vi è un solo modo di spiegazione psicologica causale, e questo consiste nella derivazione di processi psichici più complessi da altri più semplici; in questa interpretazione gli elementi fisiologici possono sempre entrare, in virtù del sopra affermato rapporto dell’esperienza naturale alla psicologica, ma solo come sussidiari (§ 2, 4). La psicologia materialistica, negando l’esistenza di una causalità psichica, ha in luogo del còmpito da noi stabilito per la psicologia, posto l’altro di derivare i processi psichici dalla fisiologia del cervello. Questo indirizzo, insostenibile e teoricamente e psicologicamente per le ragioni dimostrate (§ 2, 10a), trova tuttavia buona accoglienza così fra i sostenitori della psicologia pura, come fra quelli della psicologia fisiologica.