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§ 6. — Le sensazioni pure.
Оглавление1. Il concetto di “sensazione pura„ presuppone in base al § 5 una doppia astrazione: 1) l’astrazione dalle rappresentazioni nelle quali la sensazione si presenta; 2) l’astrazione dai sentimenti semplici, coi quali essa è legata. Le sensazioni pure così definite formano una serie di sistemi qualitativi disparati e ciascuno di questi sistemi, come quello delle sensazioni di pressione o delle sensazioni di suono, di luce, è un continuo uniforme o vario (§ 5, 5), che, in sè chiuso, non mostra possibile alcun passaggio ad uno degli altri sistemi.
2. Il sorgere delle sensazioni, come l’esperienza fisiologica c’insegna, è regolarmente legato a certi processi fisici, i quali hanno la loro origine parte nel mondo esterno che circonda il nostro corpo, parte in certi organi del nostro corpo; questi processi, con una espressione tolta a prestito dalla fisiologia, diciamo stimoli del senso o stimoli della sensazione. Se lo stimolo consiste in un processo del mondo esterno, noi lo diciamo fisico, e se consiste invece in un processo che ha luogo nel nostro corpo, lo diciamo fisiologico. Gli stimoli fisiologici possono distinguersi in periferici e centrali, a seconda che essi consistono in processi che avvengono nei diversi organi corporei all’infuori del cervello o in processi che si svolgono nel cervello stesso. In numerosi casi una sensazione è accompagnata da tutti questi tre processi di stimolo; ad es., un’azione luminosa esterna agisce come stimolo fisico sull’occhio; in questo e nel nervo visivo sta un eccitamento fisiologico periferico, e nelle terminazioni del nervo ottico, situate in alcune parti del cervello medio (corpora quadrigemina) e nelle regioni più interne della corteccia cerebrale (regione occipitale), un eccitamento fisiologico centrale. In molti casi però l’eccitamento fisico può mancare, mentre il fisiologico persiste nelle sue due forme: ad es., se noi, in seguito a un violento movimento dell’occhio, percepiamo uno sprazzo luminoso; in altri casi può essere solo lo stimolo centrale: se noi, ad es., ci ricordiamo di un’impressione luminosa antecedentemente avuta. Pertanto l’eccitamento centrale è il solo che accompagni costantemente la sensazione. Lo stimolo periferico deve collegarsi al centrale, e quello fisico così allo stimolo fisiologico periferico come al centrale, perchè la sensazione sorga.
3. L’evoluzione fisiologica fa credere verosimile che la separazione dei diversi sistemi di sensazione sia avvenuta nel corso dell’evoluzione. L’organo di senso nelle sue origini primissime è lo stesso involucro del corpo, insieme agli organi interni capaci di sensazioni. Gli organi del gusto, dell’olfatto, dell’udito, della vista sorgono invece solo più tardi come differenziazioni dell’involucro corporeo. Si può pertanto congetturare che anche i sistemi dì sensazioni rispondenti a quegli organi speciali, siano sorti dai sistemi di sensazioni del senso generale: dalle sensazioni di pressione, di caldo, di freddo; e sì può anche pensare che negli animali inferiori alcuni dei sistemi di qualità ora decisamente distinti stessero fra loro più vicini. Fisiologicamente la natura originaria del senso esterno si manifesta in ciò, che in esso si trovano o nessun’affatto o soltanto deboli disposizioni al trasporto dello stimolo ai nervi di senso. Infatti gli stimoli di pressione, di temperatura, di dolore possono dar luogo a sensazioni su parti della pelle, per le quali nessuno speciale apparato terminale potè sino ad ora essere dimostrato, malgrado le indagini diligenti. Ai punti più sensibili per la sensazione di pressione vi sono speciali apparati riceventi (corpuscoli tattili, clave terminali, corpuscoli di Vater), ma la natura di questi apparati è tale che essi probabilmente non fanno che favorire il trasporto meccanico dello stimolo di pressione alle terminazioni nervose. Speciali apparati riceventi non sono ancora stati trovati per gli stimoli caldi, freddi e dolorifici.
Invece negli organi di senso speciali sviluppatisi più tardi, noi troviamo dappertutto larghe disposizioni, le quali non solo permettono un opportuno trasporto dello stimolo al nervo di senso, ma in generale producono anche trasformazioni fisiologiche dei processi di stimolazione; trasformazioni che sembrano essere necessarie al sorgere delle qualità proprie delle sensazioni. Però i singoli sensi presentano sotto questi rapporti comportamenti diversi.
Sembra specialmente che nell’organo dell’udito gli apparati riceventi non abbiano affatto la stessa importanza che nell’organo dell’olfatto, del gusto e della vista. Nel grado infimo del suo sviluppo, l’apparato uditivo consiste in una vescichetta, che racchiude una o alcune piccole pietruzze (otoliti) e sulla cui parete si spande un fascio di nervi. Le otoliti sono poste dalle onde sonore in oscillazioni che devono agire, come un rapido succedersi di deboli stimoli di pressione, sui filamenti del fascio nervoso. Per quanto evoluto, l’organo uditivo degli animali superiori si riporta, nella sua disposizione essenziale, a questo tipo di un semplicissimo apparato uditivo. Nella chiocciola dell’uomo e degli animali superiori i nervi uditivi riescono a una piramide perforata da numerosi e fini canali, e poi, attraverso pori rivolti verso la cavità della chiocciola, vanno a spandersi in una membrana, la quale attraversa la cavità in avvolgimenti spirali, è fortemente tesa e gravata da alcuni archi rigidi (gli organi di Corti). Questa membrana, detta la membrana basilare, dovendo per leggi acustiche entrare in vibrazione tosto che le onde sonore colpiscono l’orecchio, compie, a quanto pare, lo stesso ufficio che spetta alle pietruzze in quella forma infima di organo uditivo. Ma qui intervenne anche un’altra modificazione, la quale serve pure a spiegare lo prodigiose differenziazioni dei sistemi di sensazioni. Quella membrana basilare della chiocciola ha nelle sue diverse parti un diametro diverso, diventando essa più larga dalla base al vertice del canale della chiocciola. Essa si comporta pertanto come un sistema di corde tese di diversa lunghezza e, poichè in un tale sistema, in eguali condizioni, le corde più lunghe sono destinate ai toni più bassi e le più corte ai toni più alti, il medesimo fatto si può supporre per le diverse parti della membrana. Mentre noi possiamo congetturare che il sistema di sensazione corrispondente ai più semplici organi uditivi muniti di otoliti, sia un sistema uniforme analogo al nostro sistema di sensazioni di pressione; la differenziazione speciale di questo apparato della chiocciola negli animali superiori spiega l’evolversi di quel sistema originariamente uniforme in un sistema vario. Tuttavia la natura dell’apparato ricevente rimane pur sempre la medesima, poichè esso, tanto nella sua forma più semplice quanto nella più perfetta, è adatto a un trasporto dello stimolo fisico ai nervi dei sensi quanto è più possibile completo, ma in nessun modo ad una trasformazione di questo stimolo. E ciò è confermato anche dall’osservazione che, come le sensazioni di pressione possono essere determinate da punti della pelle tali che manchino di speciali apparati riceventi, così in certi animali, nei quali le condizioni di trasporto sonoro sono specialmente favorevoli, ad es., negli uccelli, le onde sonore vengono portate ai nervi sensori e sentite anche dopo la asportazione di tutto l’apparato uditivo col suo specifico apparato ricevente.
I sensi dell’olfatto, del gusto e della vista diversificano essenzialmente nel loro modo di comportarsi dal senso dell’udito. In essi sono disposizioni fisiologiche che rendono impossibile un’azione diretta dello stimolo sui nervi di senso, perchè fra i due si inseriscono apparati speciali, nei quali lo stimolo esterno porta modificazioni, che sono i veri stimoli eccitanti i nervi sensori. Questi apparati sono, nei tre organi sunnominati, tessuti superficiali trasformati in modo speciale, dei quali un’estremità è accessibile allo stimolo e l’altra va in una fibra nervosa. Tutto ciò fa credere che in tal caso gli apparati riceventi siano non semplici apparati di trasporto, ma apparati di trasformazione dello stimolo. In questi tre casi la trasformazione è verosimilmente chimica, poichè nel senso del gusto e dell’olfatto gli esterni eccitamenti chimici, nel senso della vista invece gli eccitamenti luminosi, determinano azioni chimiche nel tessuto dell’organo, le quali agiscono poi come i veri stimoli sensori.
Epperò si contrappongono questi tre sensi come sensi chimici, ai sensi della pressione o dell’udito come sensi meccanici; in quali di queste due classi le sensazioni di caldo e freddo debbano essere comprese, non è ancora possibile determinare con sicurezza. Una prova della relazione diretta tra lo stimolo e la sensazione nei sensi meccanici, o della indiretta nei sensi chimici, sta in ciò che nei primi la sensazione si mantiene un tempo assai breve dopo uno stimolo esterno, mentre nei secondi perdura assai più a lungo. Così, ad es., in una rapida serie di stimoli di pressione o soprattutto sonori, ci è possibile distinguere tra loro assai nettamente i singoli stimoli; all’opposto le impressioni luminose, gustative od olfattive si confondono anche quando si succedono con una rapidità moderata.
4. Poichè gli stimoli, nelle due forme periferica e centrale, sono fenomeni fisici che accompagnano regolarmente i processi psichici elementari, le sensazioni, facilmente sorse naturale l’idea di determinare certe relazioni fra queste due serie di processi. La fisiologia, nell’intento di sciogliere questo problema, era solita considerare le sensazioni come gli effetti degli stimoli fisiologici, ma al tempo stesso ammetteva essere in questo caso impossibile il trarre una vera spiegazione dell’effetto dalla sua causa; doversi limitare all’affermazione della costanza di relazione tra certe cause, stimoli, e certi effetti, sensazioni. Ora si trova che in molti casi stimoli diversi, agendo sugli stessi apparati fisiologici riceventi, determinano sensazioni qualitativamente eguali; si hanno, ad es., sensazioni luminose, quando si stimoli meccanicamente od elettricamente l’occhio. Generalizzando questo risultato, si giunse alla proposizione che ciascun singolo elemento ricevente di un organo di senso e ogni fibra nervosa sensoria insieme alla sua terminazione centrale siano capaci di una sola qualità saldamente determinata per una singola sensazione; epperò le varietà delle qualità di sensazioni sia prodotta dalla varietà di quegli elementi fisiologici di diversa energia specifica.
Questa proposizione che si suole indicare come “legge dell’energia specifica„, lasciando da parte che essa riconduce le cause delle varie differenze delle sensazioni semplicemente ad una qualità occulta degli elementi fisiologici di senso e nervosi, è insostenibile per tre ragioni.
1) Essa sta in contraddizione coll’evoluzione fisiologica dei sensi. Se, come dobbiamo ritenere secondo questa evoluzione, molteplici sistemi di sensazioni sono derivati da altri originariamente più semplici e uniformi, anche gli elementi fisiologici devono essere variabili; ma questo è solo possibile nel senso che essi vengano modificati dagli stimoli che agiscono su di essi. Epperò resta incluso che gli elementi di senso determinano le qualità delle sensazioni solo secondariamente, cioè in conseguenza della proprietà che esse acquistano per i processi d’eccitamento ad essi dirizzati. Ma che gli elementi sensibili in un corso di tempo abbastanza lungo subiscano modificazioni più intime, le quali dipendano dalla natura degli stimoli che li colpiscano, è solo possibile, quando il processo fisiologico d’eccitamento negli elementi sensibili varii in qualsiasi grado colla qualità dello stimolo.
2) La proposizione dell’energia specifica contraddice al fatto che nei numerosi domini di senso, alla varietà delle qualità di sensazione non corrisponde una eguale varietà degli elementi fisiologici del senso stesso. Così da un unico punto della retina possono essere suscitate tutte le sensazioni di luce e di colore. Egualmente non troviamo affatto nell’organo dell’olfatto e in quello del gusto forme alcune manifestamente diverse di elementi di senso, e vediamo nondimeno parti pur limitate di queste superfici sensibili determinare una varietà di sensazioni, che sopratutto nell’olfatto è straordinariamente grande. Anche in quei casi, nei quali vi è ragione di ammettere che sensazioni veramente diverse per qualità nascono in diversi elementi di senso, ad es., nel senso dell’udito, anche in questi casi la conformazione degli apparati di senso dimostra che queste differenze non si riducono ad una proprietà delle fibre nervose o di speciali elementi di senso, ma hanno il loro primo fondamento nei modi speciali di disposizione. Se nella chiocciola dell’udito le diverse parti della membrana sono accordate a suoni diversi, naturalmente anche le diverse fibre del nervo uditivo sono eccitate da diverse onde sonore; ma questo non dipende da una proprietà originaria enigmatica delle singole fibre del nervo uditivo, bensì soltanto dalla natura del loro legame cogli apparati riceventi.
3) I nervi di senso e gli elementi centrali di senso non possono possedere alcuna energia specifica originaria, perchè dal loro eccitamento le sensazioni corrispondenti sorgono soltanto quando gli organi di senso periferici sono stati accessibili almeno per un tempo sufficientemente lungo agli stimoli di senso adeguati. Ai ciechi nati e ai nati sordi mancano interamente, come si sa, le qualità di luce e di suono, anche quando i nervi e i centri sensori sono in tutto formati sin dall’origine.
Tutto questo ci dice che la differenza della qualità di sensazione è determinata dalla differenza dei processi di stimolazione che hanno luogo nell’organo di senso, e che questi processi dipendono, prima dalla natura degli stimoli fisici, poi dalle proprietà degli apparati riceventi che si formano per l’adattamento a questi stimoli. Ed in seguito a questo adattamento può avvenire che, se invece dello stimolo fisico adeguato causante il primitivo adattamento degli elementi sensitivi, agisce un altro stimolo, si abbia alla fine pur sempre la sensazione corrispondente allo stimolo adeguato. Però questo fatto non vale nè per tutti gli stimoli di senso nè per tutti gli elementi sensitivi. Così ad es., con stimoli di caldo e di freddo non si può produrre una sensazione di pressione sulla pelle nè alcun’altra qualità sensibile negli organi speciali di senso. Stimoli meccanici ed elettrici suscitano sensazioni luminose solo se essi colpiscono la retina, non se il nervo visivo; egualmente non è possibile con questi stimoli generali produrre sensazione alcuna di olfatto o di gusto, a meno che la corrente elettrica determini una scomposizione chimica, per la quale si formino stimoli chimici adeguati.
5. Dalla proprietà dei processi di stimolazione, fisici e fisiologici, è impossibile, per la natura stessa della cosa, derivare la proprietà della sensazione, poichè i processi di stimolazione appartengono all’esperienza della scienza naturale o mediata, le sensazioni invece all’esperienza psicologica o immediata; fra le due pertanto non si può stabilire un’eguaglianza. Ma pur esiste un rapporto reciproco fra le sensazioni e i processi fisiologici di stimolazione, nel senso che a sensazioni diverse debbano sempre corrispondere diversi processi di stimolazione; questa proposizione del parallelismo tra le differenze delle sensazioni e le differenze fisiologiche di stimolazione, è un principio importante per la dottrina così psicologica come fisiologica della sensazione. Nella prima lo si applica per ottenere, mediante volontarie variazioni degli stimoli, certe modificazioni della sensazione; nella seconda per conchiudere dall’eguaglianza o differenza delle sensazioni all’eguaglianza o diversità dei processi fisiologici di stimolazione. Inoltre il medesimo principio costituisce i fondamenti tanto della nostra esperienza pratica della vita quanto della nostra conoscenza teorica del mondo esterno.