Читать книгу Compendio di psicologia - Wilhelm Max Wundt - Страница 8
§ 5. — Forme principali e proprietà generali degli elementi psichici.
Оглавление1. Poichè tutti i dati psichici dell’esperienza sono di natura complessa, gli elementi psichici, in quanto parti assolutamente semplici ed indecomponibili del fatto psichico, sono i prodotti, di un’analisi ed astrazione, la quale diviene solo possibile perciò che gli elementi sono realmente collegati gli uni agli altri in modi diversi. Se si trova l’elemento a in un primo caso cogli elementi b, c, d.... in un secondo con b’, c’, d’ e così via, quell’elemento, pel fatto che nessuno degli elementi b, b’, c, c’ è costantemente legato ad a, può essere astratto da tutti quelli. Se noi, ad es., udiamo un suono semplice di una certa altezza ed intensità, lo possiamo riferire ora a questa, ora a quella direzione dello spazio, e possiamo insieme udire ora questo, ora quest’altro suono. Non essendovi nè una direzione costante nello spazio, nè un costante suono d’accompagnamento, è possibile astrarre da queste parti variabili, così che il singolo suono rimanga solo come elemento psichico.
2. Ai due fattori, onde consta l’esperienza immediata, un contenuto oggettivo dell’esperienza e il soggetto senziente, secondo il § 1 (2), corrispondono due specie di elementi psichici, i quali si ottengono come prodotti dell’analisi psichica. Gli elementi del contenuto oggettivo dell’esperienza diciamo elementi di sensazione, o semplicemente sensazioni: ad es. un suono, una certa sensazione di caldo, di freddo, di luce, ecc. In ogni caso si fa astrazione da tutti i legami di questa sensazione colle altre, non meno che dall’ordine spaziale o temporale della medesima. Gli elementi soggettivi diciamo invece elementi sentimentali o sentimenti semplici; esempi di tali elementi sentimentali sono: il sentimento che si accompagna ad una sensazione di luce, di suono, di gusto, d’olfatto, di caldo, di freddo, di dolore; oppure i sentimenti che vanno uniti alla vista di un oggetto piacevole o spiacevole, che sono nello stato dell’attenzione, nel momento di un atto volitivo, e così via. Tali sentimenti semplici sono per doppio riguardo prodotti dell’astrazione: ogni sentimento è al tempo stesso non solo legato ad elementi rappresentativi, ma anche parte di un processo psichico, che si svolge in un certo tempo, durante il quale il sentimento muta da un momento all’altro.
3. Consistendo i veri contenuti psichici dell’esperienza di combinazioni varie fra elementi sensibili e sentimentali, il carattere specifico dei singoli processi psichici è fondato per massima parte non sulla natura di quegli elementi, ma piuttosto sulle loro combinazioni in formazioni psichiche composte. Così, ad es., le rappresentazioni di oggetti spazialmente estesi, una serie temporale di sensazioni, un’emozione, un atto volitivo sono forme speciali della esperienza psichica, le quali però, come tali, non sono già date immediatamente con gli elementi sensibili e sentimentali, come, ad es., le proprietà chimiche dei corpi composti non possono essere determinate, per quanto si enumerino le proprietà degli elementi chimici. Proprietà specifica e natura elementare di processi psichici sono pertanto due concetti tutt’affatto diversi l’uno dall’altro. Ogni elemento psichico è un contenuto specifico dell’esperienza, ma non ogni contenuto dell’esperienza immediata è egualmente un elemento psichico. Così le rappresentazioni spaziali e temporali, l’emozioni, le azioni volitive sono processi specifici, ma non elementari. Alcuni elementi hanno, è ben vero, la proprietà di apparire solo in formazioni psichiche di specie determinata, ma siccome queste contengono regolarmente anche altri elementi, la speciale natura delle formazioni può essere dedotta non dalle proprietà astratte degli elementi, ma soltanto dalla loro maniera di collegarsi. Noi riferiamo, per es., una momentanea sensazione di suono sempre ad un certo istante; ma poichè questa percezione dell’istante dipende dalle relazioni alle altre sensazioni precedenti e seguenti, lo speciale carattere delle rappresentazioni temporali non può essere fondato sulla singola sensazione di suono isolatamente pensata, ma soltanto su quella connessione. Così pure un’emozione come la collera, o un processo volitivo contengono certi sentimenti semplici, che non appaiono in nessun’altra forma psichica; quindi ciascuno di questi processi è un composto, perchè esso ha un decorso nel tempo, nel quale determinati sentimenti si seguono con una certa regolarità, e appunto tutta questa serie di sentimenti è ciò che caratterizza il processo stesso.
4. Le sensazioni e i sentimenti semplici mostrano e proprietà comuni e differenze caratteristiche. Una proprietà comune ai due elementi è di avere ciascuno d’essi due parti determinative; noi diciamo qualità e intensità queste due parti determinative inscindibili di ogni elemento. Ogni sensazione semplice, ogni sentimento semplice ha una certa proprietà qualitativa, che li denota di fronte a tutte le altre sensazioni, a tutti gli altri sentimenti: questa proprietà è sempre data con una certa intensità; noi distinguiamo i diversi elementi psichici dalla qualità; percepiamo invece l’intensità come il valore di grandezza appartenente a uno speciale elemento in un caso concreto. Le nostre denominazioni degli elementi psichici si riferiscono esclusivamente alla qualità di esse; perciò noi distinguiamo le sensazioni, come bleu, giallo, caldo, freddo, ecc., e i sentimenti, come serio, allegro, triste, depresso, melanconico, ecc. Esprimiamo invece le differenze d’intensità degli elementi psichici sempre per mezzo delle stesse indicazioni di grandezza, come debole, forte, mediocremente forte, molto forte, ecc. In ambedue i casi queste espressioni sono concetti generali, che servono a un primo ordinamento superficiale degli elementi, ciascuno dei quali abbraccia generalmente un numero illimitatamente grande di elementi concreti. La lingua si è foggiata in modo relativamente completo queste distinzioni delle qualità delle sensazioni semplici, soprattutto dei colori e dei suoni. Invece le denominazioni delle qualità dei sentimenti e dei gradi d’intensità sono rimaste di gran lunga addietro. Talora oltre l’intensità e la qualità si distingue anche l’essere chiaro od oscuro, distinto o confuso[5]; ma poichè queste proprietà, come più sotto sarà dimostrato (§ 15, 4), sorgono sempre solo dalla combinazione di formazioni psichiche, non possono essere considerate come proprietà degli elementi psichici.
5. Ogni elemento, essendo costituito di due parti, della qualità e dell’intensità, possiede nel campo della sua qualità un certo grado d’intensità, che si può pensare portato per una continua graduazione a un qualunque altro grado d’intensità dello stesso elemento qualitativo. Ma una tale graduazione è possibile solo in due direzioni, delle quali indichiamo una come accrescimento, l’altra come diminuzione dell’intensità. I gradi dell’intensità di ogni elemento qualitativo formano così un’unica dimensione, nella quale da ogni punto si può muovere in due direzioni opposte, allo stesso modo che da un punto qualsiasi di una linea retta. E possiamo esprimere questa proprietà colla seguente proposizione: i gradi d’intensità di ogni elemento psichico costituiscono un continuo in linea retta. Diciamo i punti estremi di questo continuo nel caso delle sensazioni sensazione minima e massima e nel caso dei sentimenti sentimento minimo e massimo.
Di fronte a questo uniforme modo di comportarsi dell’intensità, le qualità presentano proprietà varianti. Anche ogni qualità può certamente essere ordinata in un continuo tale, che da un determinato punto di esso si possa giungere ad un altro punto qualunque del medesimo per passaggi ininterrotti. Ma questi continui delle qualità, che noi possiamo indicare come sistemi delle qualità, mostrano differenze tanto nella varietà delle loro gradazioni, quanto nel numero delle direzioni in esse possibili. Pel primo rapporto noi possiamo distinguere sistemi di qualità uniformi o varî, pel secondo sistemi ad una dimensione ed a più dimensioni. In un sistema di qualità uniformi sono soltanto possibili delle differenze così piccole, che generalmente non si sentì alcun bisogno pratico di una distinzione linguistica tra le diverse qualità. Epperò noi distinguiamo qualitativamente solo una sensazione di pressione, di caldo, di freddo, di dolore, soltanto un unico sentimento dell’attenzione, dell’attività, ecc.; mentre ognuna di queste qualità è possibile in molti gradi diversi d’intensità. Da ciò non si deve conchiudere che in ciascuno di questi sistemi sia data soltanto una qualità; piuttosto pare che in questi casi la varietà delle qualità sia soltanto più limitata, cosicchè il sistema, se ce lo rappresentassimo in forma sensibile nello spazio, non sarebbe mai ridotto ad un punto. Le sensazioni di pressione, ad es., mostrano senza dubbio per le diverse parti della pelle piccole differenze qualitative, le quali però sono tuttavia abbastanza grandi, perchè si possa nettamente distinguere ogni parte della pelle da un’altra sufficientemente lontana da essa. Invece differenze, come quelle per il contatto di un corpo ottuso od acuto, ruvido o liscio, non devono certo essere considerate come differenze qualitative, perchè esse si fondano sempre su un maggior numero di sensazioni contemporaneamente presenti, dalle cui diverse connessioni in formazioni psichiche composte nascono quelle impressioni.
Da questi sistemi uniformi si distinguono i sistemi varî di quantità, per ciò che essi racchiudono un maggior numero di elementi chiaramente differenziabili, fra i quali sono possibili passaggi continui. A questa classe appartengono, fra i sistemi di sensazioni, il sistema dei suoni, quello dei colori, i sistemi del gusto e dell’olfatto; fra i sistemi dei sentimenti, quelli che costituiscono il complemento soggettivo dei sistemi di sensazioni sopra considerati, i sistemi dei sentimenti di suono, dei sentimenti dei colori e così via, e oltre a ciò sentimenti probabilmente numerosi che, legati senza dubbio oggettivamente a stimoli complessi, sono, come sentimenti, di natura semplice, così, ad es., i sentimenti vari di armonia e di disarmonia corrispondenti alle diverse combinazioni di suoni. Fino ad ora soltanto in alcuni sistemi di sensazioni è possibile affermare con sicurezza le differenze del numero di dimensioni; così, ad es., il sistema di suoni è un sistema ad una dimensione; il solito sistema dei colori, che comprende i colori coi loro passaggi al bianco, un sistema a due dimensioni; l’intero sistema delle sensazioni di luce, il quale contiene i toni oscuri di colore e i passaggi al nero, un sistema di sensazioni a tre dimensioni.
6. Se per i rapporti fin qui mentovati, le sensazioni ed i sentimenti presentano in generale comportamenti analoghi, pur differiscono ambedue in alcune proprietà essenziali, che hanno la loro ragione nell’immediata relazione della sensazione all’oggetto, dei sentimenti al soggetto.
1) Gli elementi della sensazione presentano, se essi vengono variati dentro una medesima dimensione qualitativa, pure differenze di qualità, che sono sempre nel tempo stesso differenze della stessa direzione; se poi in questa direzione raggiungono i limiti possibili, diventano differenze massime. Sono differenze massime, ad es., nella serie delle sensazioni di colore: rosso e verde, o bleu e giallo; nella serie dei suoni: il tono più alto e più basso udibili, le quali tutte sono al tempo stesso differenze pure di qualità. Ogni elemento sentimentale invece muta, se viene continuatamente e gradatamente variato nell’ordine delle sue qualità, cosicchè passa a poco a poco in un sentimento di qualità tutt’affatto opposta. Ciò appare in modo evidentissimo in quegli elementi sentimentali, che sono regolarmente congiunti a sensazioni determinate, come, ad es., un sentimento di suono, di colore. Un suono più alto ed uno più basso sono come sensazioni, differenze che si avvicinano più o meno alle differenze massime della sensazione di suono; i corrispondenti sentimenti di suono sono invece dei contrari. Generalmente parlando, le qualità sensibili sono limitate dalle differenze massime, le qualità sentimentali dai massimi contrarî. Tra questi massimi contrari è una zona intermedia, nella quale il sentimento non è più avvertito. Ma spesso questa zona d’indifferenza non può essere messa in luce, perchè allo sparire di certi sentimenti semplici, altre qualità sentimentali continuano a sussistere oppure ne possono anche sorgere di nuove. Quest’ultimo caso avviene soprattutto, quando il passaggio del sentimento nella zona d’indifferenza dipende da una modificazione della sensazione; così, ad es., nei toni medi della scala musicale spariscono i sentimenti che corrispondono ai toni alti e bassi, ma i toni medi stessi hanno una qualità sentimentale, che sorge solo distintamente collo sparire di quei contrari. Questo trova la sua spiegazione nel fatto, che il sentimento corrispondente ad una certa qualità sensoria è per solito parte di un sistema composto di sentimenti, nel quale esso appartiene contemporaneamente a diverse direzioni sentimentali. Così la qualità sentimentale di un suono di una certa altezza sta non solamente nella direzione dei sentimenti di altezza, ma anche in quella dei sentimenti d’intensità e infine nelle diverse dimensioni, secondo le quali i suoni possono essere ordinati in rapporto al loro carattere sonoro. Un suono di altezza ed intensità media può trovarsi, per quanto riguarda i sentimenti di altezza e d’intensità, nella zona d’indifferenza, pur essendo il sentimento del suono molto pronunciato. Il movimento degli elementi sentimentali attraverso alla zona d’indifferenza può essere osservato direttamente, solo quando nel tempo stesso si abbia cura di astrarre dagli altri elementi sentimentali concomitanti. I casi in cui questi elementi concomitanti spariscono del tutto o quasi, sono appunto i più favorevoli per la determinazione di quello special modo di essere dei sentimenti. Quando una zona d’indifferenza prevale senza alcun perturbamento da parte degli altri elementi sentimentali, noi diciamo il nostro stato libero da sentimenti e diciamo indifferenti le sensazioni e le rappresentazioni, che sono presenti in tale caso.
2) Sentimenti di qualità specifica e insieme semplice ed indecomponibile, si presentano non solamente come complementi soggettivi di sensazioni semplici, ma anche come concomitanze caratteristiche di rappresentazioni composte o di processi rappresentativi complessi. V’è, ad esempio, non solo un sentimento semplice di suono, che varia coll’altezza e l’intensità del suono, ma anche un sentimento d’armonia che, considerato come sentimento, è egualmente indecomponibile e varia col carattere degli accordi. Ulteriori sentimenti, che possono essere ancora di varia natura, sorgono dalla serie melodica dei suoni e anche qui ogni singolo sentimento, per sè solo considerato in un dato momento, appare come unità indivisibile. Donde segue che i sentimenti semplici sono assai più vari e numerosi delle sensazioni semplici.
3) La varietà delle sensazioni pure si distingue in una quantità di sistemi separati gli uni dagli altri, fra gli elementi dei quali non hanno luogo relazioni qualitative. Le sensazioni che appartengono a sistemi diversi sono dette anche disparate. In tal senso un suono ed un colore, una sensazione di caldo e di pressione, insomma due sensazioni qualsivogliano, fra le quali non siano passaggi continui di qualità, sono disparate. In base a questo criterio ciascuno dei quattro sensi speciali (olfatto, gusto, udito e vista) rappresenta un sistema di sensazione in sè chiuso, disparato da ogni altro campo del senso ma vario, mentre il senso generale (senso del tatto) racchiude in sè stesso quattro sistemi uniformi di sensazioni (sensazione di pressione, di caldo, di freddo, di dolore). All’opposto, tutti i sentimenti semplici costituiscono una varietà unica e connessa, poichè non v’ha alcun sentimento dal quale non si possa riuscire ad un altro sentimento qualunque, attraverso i gradi intermedi e le zone d’indifferenza. Benchè anche qui sia possibile distinguere alcuni sistemi, gli elementi dei quali siano fra loro più strettamente collegati, come, ad es., il sistema del sentimento di colore, dei sentimenti di suono, dei sentimenti d’armonia, dei sentimenti ritmici ed altri simili; pure questi sentimenti non sono assolutamente chiusi in sè, ma trovano relazioni ora di affinità, ora di opposizione cogli altri sistemi. Così, ad es., il sentimento piacevole di una sensazione moderata di caldo, il sentimento dell’armonia musicale, il sentimento dell’attesa soddisfatta ed altri, per quanto grande possa essere la loro differenza qualitativa, si mostrano affini in ciò, che noi riconosciamo applicabili ad essi tutti la generale designazione di “sentimenti di piacere„. Ancora più strette relazioni troviamo tra alcuni singoli sistemi di sentimenti, ad es., tra i sentimenti di suono e di colore, nei quali i suoni bassi paiono affini alle qualità oscure di luce, gli alti alle chiare. Quando per lo più attribuiamo anche alle sensazioni una certa affinità, non facciamo verosimilmente che trasferire ad esse le affinità esistenti tra i sentimenti che le accompagnano.
Questo terzo carattere dimostra decisamente che l’origine dei sentimenti è unica, all’opposto delle sensazioni, le quali si basano su una moltiplicità di condizioni diverse e in parte isolabili le une dalle altre. Così pure la relazione immediata dei sentimenti al soggetto, delle sensazioni agli oggetti porta alla stessa differenza, basandosi sulla contrapposizione del soggetto come unità agli oggetti, come moltiplicità.
6a. Le espressioni “sensazione„ e “sentimento„ hanno ora per la prima volta ottenuto nella nuova psicologia quel significato che qui sopra definimmo. Nella vecchia letteratura psicologica esse erano distinte in modo diffettoso e persino scambiate l’una per l’altra; e oggi ancora dai fisiologi alcune sensazioni, specialmente quelle del tatto e degli organi interni, sono indicate come sentimenti, epperò il senso tattile stesso come “senso sentimentale„. Se questo può corrispondere all’originario significato verbale Fühlen = Tasten[6], pure tale confusione avrebbe dovuto essere evitata, dopo che fu introdotta quell’opportuna distinzione nel significato delle due parole. Inoltre la parola “sensazione„ è usata anche dai psicologici non solo per le qualità semplici, ma altresì per le composte, come, ad es., per accordi, per rappresentazioni spaziali o temporali. Ma siccome noi per queste forme complesse abbiamo già l’espressione pienamente appropriata di “rappresentazione„, è più opportuno limitare il concetto di sensazione alle qualità sensorie psicologicamente semplici. Talora si volle anche restringere il concetto di sensazione a quegli eccitamenti che provengono direttamente da stimoli di senso esterni. Ma essendo questa circostanza irrilevante per la proprietà psicologica della sensazione, tale ulteriore limitazione del concetto non è giustificabile.
La distinzione concreta delle sensazioni e dei sentimenti è essenzialmente convalidata dall’esistenza della zona d’indifferenza dei sentimenti. Così pure con questo rapporto della graduazione fra i diversi e della graduazione fra i contrari, è connessa la proprietà che hanno i sentimenti di essere gli elementi di gran lunga più variabili della nostra esperienza immediata. Appunto da questa natura mutevole del sentimento, che appena permette di mantenere uno stato sentimentale in una qualità o intensità invariata, dipendono anche le grandi difficoltà alle quali si va incontro nell’indagine esatta dei sentimenti.
Poichè le sensazioni appartengono ad ogni contenuto dell’esperienza immediata e i sentimenti invece possono in certi casi estremi sparire a causa della loro oscillazione attraverso ad una zona d’indifferenza, si capisce che noi possiamo astrarre nelle sensazioni dai sentimenti concomitanti e non mai all’opposto in questi da quelle. Di qui facilmente la falsa idea, che le sensazioni siano le cause dei sentimenti, o l’altra, che i sentimenti siano uno speciale genere di sensazione. La prima di queste opinioni è inammissibile, perchè gli elementi sentimentali non devono essere derivati dalle sensazioni come tali, ma soltanto dal comportamento del soggetto; imperocchè anche in diverse condizioni soggettive una medesima sensazione può essere accompagnata da sentimenti diversi. La seconda opinione è insostenibile, perchè da un lato l’immediata relazione della sensazione al contenuto oggettivo dell’esperienza, dei sentimenti al soggetto e dall’altro le proprietà della graduazione fra differenze massime e fra massimi contrari, costituiscono diversità essenziali. Dopo ciò sensazione e sentimento, in quanto fattori oggettivi e soggettivi spettanti ad ogni esperienza psicologica, devono essere considerati come elementi reali ed egualmente essenziali del processo psichico, i quali stanno sempre fra loro in rapporti. Ma poichè in questi rapporti reciproci si mostrano più costanti gli elementi di sensazione, i quali possono essere isolati per mezzo dell’astrazione solo col sussidio della relazione ad un oggetto esterno, si deve necessariamente partire dalle sensazioni per la ricerca delle proprietà di ambedue le speci di elementi. Le sensazioni semplici, nello studio delle quali si astrae dagli elementi sentimentali che le accompagnano, sono indicate come sensazioni pure. È evidente che non è possibile parlare in egual senso di sentimenti puri, perchè anche i sentimenti semplici non possono mai essere pensati sciolti dalle sensazioni concomitanti o dalle combinazioni di esse. E qui ritorna opportuna la seconda delle note differenziali sopra spiegate (pag. 27).