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CAPITOLO SEI

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Jessie stava cominciando a sentire la frustrazione nei confronti di Ryan.

Erano tornati alla centrale, sedevano alle loro scrivanie e sfogliavano i confusi documenti finanziari mentre aspettavano che la squadra tecnica sgrovigliasse le origini della ‘City Logistics’ e scoprisse dove attingesse le sue risorse. Il capitano Decker era a una riunione al quartier generale, il che significava che Jessie poteva ancora evitare l’incontro durante il quale l’avrebbe inevitabilmente messa in guardia di stare alla larga dal caso di Hannah.

Nel frattempo, Ryan aveva avanzato l’idea che Margo Maines stesse fingendo, che avesse scoperto l’avventura del marito e avesse assoldato una donna per farlo fuori, che fosse per vendetta, per l’assicurazione sulla vita o per entrambe le cose. In effetti sembrava essersi fissato su questa supposizione.

“Non mi è sembrata credibile,” insisteva. “Non mi compro la sua ostinazione nel credere che Gordon doveva essere drogato per salire in una stanza d’hotel con un’altra donna. Hai visto il video al bar. Era completamente preso. Margo doveva avere almeno una vaga idea della sua lascivia.”

“Ne sono certa,” confermò Jessie nonostante l’agitazione. “Ma questo non significa che abbia deciso di farlo fuori. Magari semplicemente non era a proprio agio a riconoscere davanti a due persone che aveva appena incontrato che di fronte al suo pessimo comportamento, preferiva chiudere un occhio. Si sa che le mogli lo fanno.”

Jessie tenne la voce stabile in modo che Ryan non capisse quanto quel discorso fosse ancora fresco e vivido per lei. Il suo stesso ex marito Kyle l’aveva tradita per mesi. E anche se i segnali erano dappertutto attorno a lei, Jessie era riuscita comunque a non notarli.

Nei suoi momenti di maggiore onestà con se stessa, riconosceva di averli probabilmente ignorati volontariamente, perché affrontarli avrebbe fatto saltare all’aria il suo matrimonio e la sua vita. Ovviamente questo era successo lo stesso quando Kyle aveva assassinato la sua amante, incolpando Jessie dell’omicidio, e aveva poi tentato di uccidere anche lei. Ma qui non era questo il punto.

“Magari non era a suo agio nel rivelare che l’aveva tradita perché provava imbarazzo,” le concesse Ryan. “O forse sapeva che ammetterlo le avrebbe concesso un movente.”

Jessie non voleva accantonare la sua teoria. Non era una follia. E lui era stato in questo campo molto più a lungo di lei. Ma pareva ignorare alcuni altri importanti dettagli.

“Lascia che ti chieda questo,” gli disse. “Se questo fosse un omicidio commissionato, perché non optare per due pallottole alla testa? È molto più rapido e sicuro.”

“Magari Margo Maines sapeva che alla fine i dettagli sarebbero saltati fuori. Suo marito sarebbe stato svergognato e lei sarebbe diventata la moglie martire. Avrebbe ottenuto appoggio a fiumi e nessun sospetto.”

“Questo spiega la cosa dal suo punto di vista, ma non da quello del killer,” ribatté Jessie. “La donna che l’ha ucciso si è presa il suo tempo. Anche se le fosse stato richiesto di far apparire volgare la scena, avrebbe potuto entrare e uscire in quindici minuti. È rimasta là dentro il doppio del tempo. Si è soffermata. Non è il lavoro di un professionista. E avrebbe potuto limitarsi a drogarlo e lasciarlo a se stesso. Un politico drogato, nudo e morto ritrovato in una stanza d’albergo è di per sé già piuttosto imbarazzante. Perché anche lo strangolamento? No. A me sembra una cosa personale.”

Ryan rimase seduto per un po’ a meditare. La discussione a quanto pareva aveva avuto un certo impatto. Il livello di frustrazione di Jessie calò di una tacca.

“Buon punto. Non ci avevo pensato dal punto di vista del killer.”

“Sì, vabbè, tu non sei il profiler,” gli rispose, canzonandolo leggermente.

Lui la mandò giocosamente a quel paese, ma poi un luccichio negli occhi le fece capire che gli era venuta in mente una nuova teoria.

“E questa?” iniziò. “Magari la donna era la sua amante. Poteva essere che non sapesse che era sposato, o magari lui le aveva promesso che avrebbe lasciato la moglie per lei. Ad ogni modo, prima di ieri notte ha scoperto che lui la stava prendendo per i fondelli e si incazza. Quindi decide di prendersi una piccola vendetta. Lo ammazza nell’intimità. Quindi ottiene tutto: vendetta sull’uomo che l’ha usata, un’occasione di distruggere la sua reputazione e come fortunato colpo extra, la moglie perde il suo marito di successo.”

“Questa idea mi piace più dell’altra,” gli concesse Jessie.

Proprio allora Camille Guadino del team tecnico si avvicinò a loro con delle carte in mano e un sorriso mesto in volto. Appena uscita da scuola, era la giovane dell’unità, e a lei venivano assegnati i compiti più noiosi.

“Uh-oh,” disse Ryan guardandola. “Non dirmi che stai per darci reali prove da seguire invece di continuare a girare a vuoto attorno a infinite trame di teorie.”

“Mi scusi, detective, ma sì,” disse lasciando cadere una cartella sulla sua scrivania. “Prove vere e appena sfornate pronte per lei.”

“Che cos’hai, Guadino?” le chiese Jessie.

“Ci è voluto un po’, ma alla fine abbiamo capito che cos’è la City Logistics.”

“Appassionati della programmazione urbana?” la canzonò Jessie.

“Quasi,” rispose la Guadino. “È un’azienda di consulenza che offre feedback e consigli su questioni di miglioria urbana.”

“Che diavolo significa?” chiese Ryan.

“Significa che è molto vicino a quello che sospettavate voi. È una società di facciata guidata da un avvocato e di proprietà di una società di facciata che ha fatto il lavoro per uno stratega associato – come dicevate voi – con Gordon Maines.”

“Cosa significa tutto questo bla bla bla per noi?” chiese Ryan.

“Significa che, tagliando corto, Maines aveva accesso al conto di un’impresa con oltre duecentottanta migliaia di dollari dentro. Pare che qualcuno al bancomat che si trova nell’hotel Bonaventure abbia prelevato duemila dollari in contanti mentre Maines era lì.”

Jessie e Ryan si scambiarono un’occhiata che confermava che le teorie che avevano discusso negli ultimi dieci minuti erano ora probabilmente opinabili.

“Ebbene?” chiese la Gaudino percependo che qualcosa le sfuggiva. “Ho combinato un guaio?”

“No, sei brava,” le assicurò Jessie. “Vai avanti.”

“Ok. Stiamo tracciando tutte le sue carte di credito e non ho ottenuto niente. Inizio a dubitare che troveremo qualcosa. Di solito queste carte vengono usate nelle prime ore dopo un furto, prima che la vittima scopra che sono sparite. O, come in questo caso, prima che il corpo venga trovato.”

“Era una battuta?” le chiese Ryan. “Ti sei appena presa gioco della morte di un uomo per una misera risata?”

“Uuhh…” cominciò a balbettare la Guadino.

“Ti sto solo prendendo in giro. Era buona. Nient’altro?”

“Sì,” disse la Guadino, mettendo da parte l’umorismo e tornando ai fatti. “I danni al suo telefono si sono rivelati minimi. Siamo riusciti a risalire a tutti i suoi più recenti messaggi e al registro chiamate. Trovate tutto nella cartella. Ma non ha fatto chiamate né ha mandato messaggi nelle ore precedenti al prelievo di denaro.”

“Grazie, Guadino,” disse Jessie. “Da qui continuiamo noi. Tuoi puoi procedere e tornare al lavoro con la tua solita routine.”

La Guadino sorrise timidamente e se ne andò. Quando si fu allontanata, Jessie guardò Ryan.

“Stai pensando quello che sto pensando io?” gli chiese.

“Che in questo momento potresti farti un pastrami di segale?”

“Anche quello,” disse Jessie, felice di accogliere i suoi tentativi di alleggerire l’atmosfera, “ma anche che questa donna assomiglia sempre meno a un’amante. A quanto pare Gordon stava pagando per la sua serata. Penso che stiamo avendo a che fare con una prostituta.”

“Sono d’accordo,” disse Ryan. “Questo spiegherebbe il suo modo di incontrarlo nell’elegante bar di un albergo.”

“Le donne a volte passano le serate al bar, Ryan,” lo rimproverò lei. “Non significa sempre che siano delle prostitute.”

“Non intendevo in quel sens…”

“Sto solo scherzando,” disse Jessie, sorridendo. “Non sei l’unico capace di fare quel giochetto. Corrisponde al profilo. Ma questo non spiega perché non ci siano state comunicazioni telefoniche prima del loro incontro. Se questo era un primo appuntamento, dovevano per forza fissare i dettagli riguardo a dove e quando. Ma di questo non c’è traccia.”

“Giusto,” disse Ryan. “E non sembrava sorpreso di vederla, il che mi fa pensare che questa non era la prima volta che si vedevano.”

“Ma se si trattava di una cosa regolare, perché ha aspettato fino ad ora per ucciderlo? E perché derubarlo se era comunque intenzionato a pagare duemila dollari in anticipo?”

“Magari voleva assicurarsi che lui avesse davvero le tasche profonde e non stesse solo facendo finta. Ovviamente, una volta confermata la cosa, uno si aspetterebbe di vederla usare le carte immediatamente dopo averlo lasciato nella stanza. Doveva sapere che entro la mattinata sarebbero state bloccate. Ma non c’è un singolo acquisto.”

“Ho la sensazione che questa donna sia troppo furba per usare queste carte,” disse Jessie. “Ha indossato i guanti per l’intera serata. La scena era pulita. Sapeva come evitare le videocamere dell’hotel. Ricordi che non ci sono video di lei quando lui le fa cenno nella lobby? Non può essere che fosse così sprovveduta da rischiare di usare le carte e venire beccata dopo il fatto.”

“E allora perché prenderle?” chiese Ryan. “Che senso ha?”

“Magari per rendere più difficile un’identificazione della vittima? Ha preso anche la sua patente e questo non ha molto senso. O forse solo per umiliarlo ancora di più, per aggiungere l’insulto all’ingiuria. Sto pensando che potrebbe aver preso il Rolex per lo stesso motivo. Non perché valga un sacco di soldi, ma per l’incisione. Aveva un valore e un significato personali per Maines. Prenderlo potrebbe essere stato un modo per portare via il potere che derivava dalla sua identità.”

“Quindi non pensi che l’abbia dato in pegno?”

“Non ho detto questo,” disse Jessie. “Un orologio impegnato potrebbe richiedere più tempo per essere rintracciato rispetto a delle carte di credito. Se c’era qualcosa che poteva vendere, sarebbe stato proprio l’orologio. È un po’ tirata come opzione, ma penso che potremmo contattare i negozi della zona.”

“Incaricherò Dunlop di dare un’occhiata. È in buoni rapporti con quasi tutti i broker del centro. Se la donna ha cercato di impegnare l’orologio da qualche parte a est della 405, lui lo sa di certo.”

“Mi sembra bene,” disse Jessie. “Mentre tu lo contatti, io devo andare a controllare una cosa.”

“Non intendi ficcare il naso nel caso di Crutchfield, vero?” le chiese lui nervosamente. “Solo perché Decker non ti ha avvisata ufficialmente di stare alla larga, non significa che non intenda farlo.”

“No, Ryan,” rispose lei in modo secco alzandosi in piedi. “Non vado a ficcare il naso nel caso. Abbi un po’ di fiducia, puoi?”

Lui inarcò un sopracciglio, scettico, mentre lei si alzava e andava al secondo piano. Jessie gli rivolse un finto sguardo offeso prima di voltarsi verso le scale.

Non sto ficcando il naso nel caso. Vado solo a fare un paio di domande.

Si rifiutò di domandarsi se ci fosse effettivamente una reale differenza.

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