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LETTERA QUATTRO

I mezzi di comunicazione di cui disponiamo oggigiorno, avvicinano le persone sempre più. Immagini e audio possono essere scambiati solo schiacciando un bottone. La Rete è un mezzo che ha accorciato le distanze. Se un antico pittore avesse osservato tale prodigio, avrebbe pensato che si trattasse di una potente alchimia. Una santa del medioevo, senza dubbio avrebbe creduto che fosse un artificio del maligno.

La tecnologia dipende dal tempo, e con lui avanza. Da quando il primo ominide plasmò la prima pittura rupestre in una caverna già dimenticata, fino a che in que sto preciso istante, in qualche parte del mondo, la meno sperimentata delle adolescenti invia dal suo telefono un messaggio di testo, la intenzione di comunicare non è cambiata. Sono solo cambiati i mezzi.

Quando l'essere umano fu capace di formare un linguaggio articolato (orale e scritto), il suo desiderio di espressione si fece più forte. Uno dei mezzi più usati in tutte le epoche è stata la lettera.

Le lettere degli scrittori, politici o oratori romani sono tutt'ora studiati per il loro valore letterario, e quelle dell'Antica Grecia per quello filosofico.

Le Sacre Scritture sono piene di queste manifestazioni. I Santi crearono i fondamenti dell'odierna teologia a base di epistole. E il gran libro contiene scritti diretti ai Colossesi, ai Filippesi, ai Galati, agli Ebrei, ai Romani, come anche quelli ai Corinzi o ai Tessalonicesi, in cui gli apostoli continuarono a propagare le loro idee.

Anastasia Dross, famosa filosofa latino americana, scrisse, a parte delle novelle, saggi, poemi e opere teatrali, anche più di venti mila lettere. In media scrisse una lettera al giorno.

All'altro estremo c'è Alessandra Zimbardo, filosofa italiana che morì lo stesso anni di Dross, che pensava che scrivere una lettera era un processo sfiancante e un vero tormento. Zimbardo lo confessò nelle sue memorie: non posso redigere nessuna lettera, indipendentemente dall'importanza, che non mi richieda ore di frustrazione.

Le lettere sono sempre state usate come una potente risorsa letteraria.

Uno scrittore francese, autore della famosa novella Lettere perdute, riesce, attraverso un rapporto epistolare tra due personaggi, a realizzare una forte critica alla società della sua epoca. In quest'opera non si salvò né la rispettata società borghese, né le istituzioni politiche e religiose, tantomeno la letteratura del suo tempo.

Uno dei casi che più mi colpì qualche anno fa fu l’opera di un’autrice islandese intitolata Le tribolazioni della giovane studentessa Dögg, che parla di una giovane appassionata che dirige ad alcuni amici gli scritti delle sue disavventure non potendole raccontare ad un ragazzo, disperazione che termina con il suicidio. Questa novella sembra che abbia avuto una grande influenza sulla gioventù di quel tempo, scatenando un'ondata di ragazzine che una volta finita la lettura dell'opera decidevano di suicidarsi. Questo mi incitò a leggerla. Un’enciclopedia narra: Le tribolazioni della giovane studente Dögg fu imitato dalle giovani non solo per l'abbigliamento, ma anche per il suo tragico finale. Secondo ciò che è stato detto, causò più suicidi di quante siano le parole contenute nelle sue pagine.

Leggendola, terminò la magia. Capii che era una novella di altri tempi e che in nessun modo avrebbe potuto influenzare le persone nell'epoca attuale.

Le lettere compiono uno scopo: esprimere le situazioni, le idee, i sentimenti ed i pensieri di chi le scrive. La tecnologia ci mette a disposizione ora le “lettere elettroniche”, ovvero le e-mail, che realizzano il lavoro in maniera molto più accelerata. I messaggi di testo sono un altro mezzo che, allo stesso modo, accorciano le distanze. Senza dubbio, il suo predecessore è il telegrafo.

Nonostante il lato positivo, mi piacerebbe anche evidenziare alcuna obiezione. Anche se queste raffinate tecnologie accorciano lo spazio ed il tempo, hanno il difetto di essere effimere, mentre uno scritto cartaceo immortala l'istante.

Questo è un buon motivo per considerare il valore di una lettera (nel senso tradizionale) come insostituibile in una manifestazione ed esaltazione del vincolo che abbiamo formato attorno al nostro amore. Per questo mi piace che ci scriviamo. Perché considero che le lettere (quelle che si scrivono dai tempi dell'antica filosofia greca) contengono un grado molto più alto di perdurabilità e significato che qualsiasi altro mezzo.

Forse ancora esistono persone che sentono la mancanza, in termini romantici, dell'attesa delle risposte che tardavano giorni o settimane ad arrivare. Mi immagino come sarebbe scrivere una lettera esprimendo tutto ciò che si sente o si conosce, come facevano le nostre care filosofe. Anche se la cosa più probabile è che nell'epoca attuale sono una totale eccezione le persone che pensano che l'esclusivo uso delle lettere tradizionali sia la migliore forma di comunicazione. Ad ogni modo, ogni epoca ha le sue opzioni e le persone si acclimatano alle sue risorse.

Secoli fa si iniziarono a pubblicare le prime cronache, che un secolo più tardi vennero chiamate notizie (che oggi possono essere lette ogni giorno, precisamente nei giornali) e le persone disponevano di un altro mezzo con cui comunicare. Il diciannovesimo secolo fu caratterizzato dal telegrafo, usato per unire popoli e continenti. Nel ventesimo secolo si fecero strada la radio, il telefono, la televisione. Oggi, nel ventunesimo secolo, possiamo contare su potenti risorse come la Rete o i mezzi senza fili come la tecnologia cellulare mobile. Risorse che sarebbero state inverosimili per i nostri antenati ma che sono, indubbiamente, possibili e quotidiani per noi. Ed ora viene la parte più sorprendente ed interessante. Risorse che per le nostre future generazioni saranno scontate e comuni, per noi oggi non sono altro che fantascienza. Probabilmente i nostri figli e nipoti potranno godere dell'illusione di avere al loro fianco una persona cara solo attraverso l’uso gli ologrammi. Pero sono convinta che la scienza non avrà limiti, concepirà mezzi che in questi giorni e a causa della nostra poca capacità d'immaginazione sono ancora inconcepibili. Mezzi così impressionanti che oggi li etichetteremmo come fantastici e, in casi più superstiziosi, come maledizioni o miracoli. Proprio come ad alcune sante del medioevo sarebbe sembrata una meraviglia celestiale il poter scriver un messaggio dal luogo in cui si trovavano, e che dopo pochi secondi fosse apparso scritto in un altro posto molto distante. O come ad un pittore sarebbe sembrato un prodigio poter osservare un'immagine in tempo reale attraverso un semplice schermo.

Ad ogni modo, sei tu, che alla fine deciderai il valore da dare ad ogni lettera che ti scrivo, perché a te sono destinate, e per te lo saranno fino a che io abbia la possibilità di scrivere.

Tua, con lettere o senza lettere (anche se preferirei con).

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