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LIBRO TRENTESIMOSECONDO
CAPITOLO I
D. Pietro di Toledo riforma i Tribunali di Napoli, onde ne siegue il rialzamento della giustizia
§. IV. Unione di tutti i Tribunali nel Castel Capuano

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Ancorchè molte delle riferite Prammatiche e regolamenti, siccome eziandio questa unione de' Tribunali, non si facessero dal Vicerè Toledo ne' principj del suo governo, ma nel corso di quello, e quest'unione non prima dell'anno 1537, dopo aver ingrandita e abbellita la Città, e dopo tante altre sue famose gesta, che si diranno in appresso; nulladimeno per non tornar di nuovo a parlare di quanto questo Ministro adoperò per riforma de' Tribunali e della giustizia, abbiam riputato in questo luogo collocarle tutte insieme, perchè in uno sguardo si vegga, quanto in questa parte egli valesse, ed avesse superati gli altri Vicerè suoi predecessori.

Tornato che fu egli da Puglia, ove diede vari provvedimenti per riparare le spesse incursioni de' Turchi in quelle marine, come diremo, cominciò ad edificare un Palazzo, dedicandolo alla Giustizia, nel luogo ov'era il Castel Capuano, ridotto allora a Casa privata di delizie, non come era prima per abitazione Reale. Riordinò le logge in forma di ben grandi sale, e fecevi molte ampie e numerose camere sufficienti a' Tribunali, che vi dovea unire.

In questo Palazzo vi chiuse tutti i Tribunali di giustizia: quel del S. C. della Regia Camera della Summaria, della G. C. della Vicaria, della Bagliva, e della Zecca. Vi s'affaticò molto per ridurre a fine questa grande impresa, alla quale fu anche stimolato, come molti credettero, dalla poco buona corrispondenza, che il Toledo avea allora col Marchese del Vasto; poichè con tal occasione veniva a levarsi dalla sua Casa il Tribunal della Camera Summaria, dove, come Gran Camerario, era sempre dimorato.

Fecevi nelle lamie di sotto del palazzo costruire anche le carceri, e fece ivi portare a cento e ducento tutti i prigioni, ch'erano nella Vicaria vecchia, e tutti quegli, che stavano in diverse carceri racchiusi.

Ordinò, che in questo Palazzo alloggiassero il Presidente del S. C., il Luogotenente della Summaria, ed il Reggente della Vicaria, con un Giudice criminale.

Non si può esprimere quanta comodità portasse quest'unione a' negozianti, che quando prima doveano andar a tante parti della Città, ove stavano dispersi, ora ridutti tutti in quel Castello, con facilità spedivano i loro affari. Apportò ancora altre comodità, poichè quella contrada era prima poco men che disabitata, ed ora si rese frequentatissima e popolata.

Potè ancora, ridotti tutti i Tribunali insieme, stabilire, come fece, che due Consiglieri ordinari del S. C. presidessero come Giudici criminali in Vicaria, affinchè come uomini di più esperienza, acciò la giustizia non patisse dimora, attendessero alla spedizione delle cause. Stabilì, che ogni Sabato il Tribunale della Vicaria fosse visitato da uno de' Reggenti suoi Collaterali; ed a questo fine della più pronta spedizione delle cause e della giustizia, limitò le feste di vacanza, riducendole al manco che fosse possibile.

Istoria civile del Regno di Napoli, v. 8

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