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3. Giustizia e rettitudine

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2:3.1 (36.6) Dio è retto, perciò è giusto. “Il Signore è retto in tutti i suoi modi.” “ ‘Non ho fatto senza causa tutto ciò che ho fatto’, dice il Signore.” “I giudizi del Signore sono completamente veri e retti.” La giustizia del Padre Universale non può essere influenzata dagli atti e dalle opere delle sue creature, “perché non c’è iniquità nel Signore Dio nostro, né eccezione di persone, né accettazione di doni”.

2:3.2 (36.7) Quanto è futile rivolgere puerili appelli ad un tale Dio affinché modifichi i suoi decreti immutabili al fine di poterci evitare le giuste conseguenze dell’attuazione delle sue sagge leggi naturali e dei suoi retti comandamenti spirituali! “Non ingannatevi; non è possibile burlarsi di Dio, perché ciò che un uomo semina anche raccoglierà.” In verità, anche nella giustizia di raccogliere la messe delle cattive azioni, questa giustizia divina è sempre temperata dalla misericordia. La saggezza infinita è l’arbitro eterno che determina le proporzioni di giustizia e di misericordia che saranno applicate in ogni data circostanza. La più grande punizione (in realtà una conseguenza inevitabile) per la trasgressione e la ribellione deliberata al governo di Dio è la perdita dell’esistenza in quanto soggetto individuale di questo governo. Il risultato finale del peccato deliberato è l’annientamento. In ultima analisi, questi individui che si sono identificati con il peccato si sono autodistrutti divenendo completamente irreali per aver abbracciato l’iniquità. Tuttavia, l’effettiva scomparsa di tali creature è sempre ritardata fino a quando la procedura della giustizia stabilita e corrente in quell’universo non sia stata pienamente osservata.

2:3.3 (37.1) La cessazione dell’esistenza è generalmente decretata al momento del giudizio dispensazionale o epocale del regno o dei regni. Su un mondo come Urantia esso avviene alla fine di una dispensazione planetaria. In tale circostanza, la cessazione dell’esistenza può essere decretata dall’azione coordinata di tutti i tribunali di giurisdizione, che vanno dal consiglio planetario, passando per le corti di giustizia del Figlio Creatore, fino ai tribunali di giudizio degli Antichi dei Giorni. L’ordine di dissoluzione parte dalle corti superiori del superuniverso a seguito di una conferma non interrotta dell’accusa proveniente dalla sfera di residenza del trasgressore. Allora, quando la sentenza di estinzione è stata confermata dall’alto, l’esecuzione avviene con un atto diretto dei giudici che risiedono nella capitale del superuniverso e che da là operano.

2:3.4 (37.2) Allorché questa sentenza è definitivamente confermata, l’essere identificatosi con il peccato diviene istantaneamente come se non fosse mai esistito. Non c’è risurrezione da una tale sorte; essa è perpetua ed eterna. I fattori d’energia viventi dell’identità sono dissolti dalle trasformazioni del tempo e dalle metamorfosi dello spazio nei potenziali cosmici da cui in passato erano emersi. Quanto alla personalità dell’essere iniquo, essa è privata del veicolo di continuazione della vita perché la creatura non ha fatto quelle scelte e non ha preso quelle decisioni finali che le avrebbero assicurato la vita eterna. Quando l’accettazione persistente del peccato da parte della mente associata culmina nella completa autoidentificazione con l’iniquità, allora, dopo la cessazione della vita e la dissoluzione cosmica, questa personalità isolata è assorbita nella superanima della creazione, divenendo parte dell’esperienza in evoluzione dell’Essere Supremo. Essa non appare mai più come personalità; la sua identità diviene come se non fosse mai esistita. Nel caso di una personalità abitata da un Aggiustatore, i valori spirituali esperienziali sopravvivono nella realtà dell’Aggiustatore che continua ad esistere.

2:3.5 (37.3) In ogni contestazione che avviene nell’universo tra livelli effettivi della realtà, la personalità di livello superiore finisce per trionfare sulla personalità di livello inferiore. Questo risultato inevitabile delle controversie universali è inerente al fatto che la divinità di qualità uguaglia il grado di realtà o di attualità di ogni creatura dotata di volontà. Il male non attenuato, l’errore completo, il peccato deliberato e l’iniquità assoluta sono intrinsecamente ed automaticamente suicidi. Tali comportamenti d’irrealtà cosmica possono sopravvivere nell’universo soltanto in virtù di una misericordiosa tolleranza transitoria, in attesa dell’azione dei meccanismi di valutazione della giustizia e di ricerca dell’imparzialità da parte dei tribunali universali che giudicano con rettitudine.

2:3.6 (37.4) La regola dei Figli Creatori negli universi locali è quella di creare e di spiritualizzare. Questi Figli si consacrano all’esecuzione effettiva del piano paradisiaco d’ascensione progressiva dei mortali, alla riabilitazione dei ribelli e di coloro che hanno idee errate; ma quando tutti questi amorevoli tentativi sono stati infine respinti per sempre, il decreto finale di dissoluzione viene eseguito dalle forze che agiscono sotto la giurisdizione degli Antichi dei Giorni.

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