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2. Dio e la natura

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4:2.1 (56.5) In senso limitato, la natura è l’habitus fisico di Dio. La condotta o l’azione di Dio è qualificata e provvisoriamente modificata dai piani sperimentali e dai modelli evoluzionari di un universo locale, di una costellazione, di un sistema o di un pianeta. Dio agisce in conformità ad una legge ben definita, invariabile ed immutabile in tutto l’immenso universo maestro. Ma egli modifica i modelli della sua azione in modo da contribuire alla condotta coordinata ed equilibrata di ogni universo, costellazione, sistema, pianeta e personalità, in armonia con gli obiettivi, gli scopi ed i piani locali dei progetti finiti di sviluppo evoluzionario.

4:2.2 (56.6) Perciò la natura, quale i mortali la comprendono, presenta la base sottostante e lo sfondo fondamentale di una Deità invariabile e delle sue leggi immutabili che subiscono modificazioni, fluttuazioni e sconvolgimenti a causa dell’esecuzione di piani, propositi, modelli e condizioni locali, che sono stati avviati e posti in atto dalle forze e dalle personalità dell’universo locale, della costellazione, del sistema e del pianeta. Per esempio: le leggi di Dio, come sono state decretate per Nebadon, sono modificate dai piani stabiliti dal Figlio Creatore e dallo Spirito Creativo di questo universo locale. Inoltre, l’operatività di queste leggi è stata ulteriormente influenzata dagli errori, dai fallimenti e dalle insurrezioni di alcuni esseri residenti sul vostro pianeta ed appartenenti al vostro stesso sistema planetario di Satania.

4:2.3 (56.7) La natura è la risultante nel tempo-spazio di due fattori cosmici: in primo luogo l’immutabilità, la perfezione e la rettitudine della Deità del Paradiso, ed in secondo luogo i piani sperimentali, gli sbagli grossolani di esecuzione, gli errori insurrezionali, l’incompletezza di sviluppo e l’imperfezione della saggezza delle creature extraparadisiache, dalla più elevata alla più umile. La natura quindi porta in sé una trama di perfezione uniforme, immutabile, maestosa e meravigliosa proveniente dal cerchio dell’eternità. Ma in ogni universo, su ogni pianeta ed in ogni vita individuale, questa natura è modificata, qualificata e forse guastata dagli atti, dagli errori e dalle infedeltà delle creature dei sistemi e degli universi evoluzionari. Bisogna perciò che la natura sia sempre disposta a cambiare, capricciosa perfino, anche se fondamentalmente stabile e diversificata in conformità alle procedure operanti in un universo locale.

4:2.4 (57.1) La natura è la perfezione del Paradiso divisa per l’incompletezza, il male ed il peccato degli universi incompiuti. Questo quoziente esprime quindi sia il perfetto che il parziale, sia l’eterno che il temporale. La continua evoluzione modifica la natura accrescendo il contenuto di perfezione del Paradiso e riducendo il contenuto del male, dell’errore e della disarmonia della realtà relativa.

4:2.5 (57.2) Dio non è personalmente presente né nella natura né in alcuna delle forze della natura, perché il fenomeno della natura è la sovrapposizione delle imperfezioni dell’evoluzione progressiva, e talvolta delle conseguenze di una ribellione insurrezionale, sulle fondamenta paradisiache della legge universale di Dio. La natura, quale appare su un mondo come Urantia, non può mai essere l’espressione adeguata, la vera rappresentazione, il ritratto fedele di un Dio infinito e perfettamente saggio.

4:2.6 (57.3) Nel vostro mondo la natura è una qualificazione delle leggi di perfezione da parte dei piani evoluzionari dell’universo locale. Quale parodia adorare la natura perché è, in un senso limitato e qualificato, pervasa da Dio, perché è un aspetto del potere universale e perciò divino! La natura è anche una manifestazione delle incompiute, incomplete ed imperfette attuazioni dello sviluppo, della crescita e del progresso di un esperimento universale in evoluzione cosmica.

4:2.7 (57.4) Gli apparenti difetti del mondo naturale non sono indice di corrispondenti difetti nel carattere di Dio. Piuttosto, le imperfezioni che si notano sono semplicemente gli inevitabili momenti d’arresto nello spettacolo, in continuo svolgimento, della rappresentazione dell’infinità. Sono proprio queste interruzioni d’imperfezione della continuità della perfezione che consentono alla mente finita dell’uomo materiale di dare uno sguardo fugace alla realtà divina nel tempo e nello spazio. Le manifestazioni materiali della divinità sembrano imperfette alla mente evoluzionaria dell’uomo soltanto perché l’uomo mortale persiste nel guardare i fenomeni della natura con gli occhi naturali, con la vista umana priva dell’aiuto della mota morontiale oppure di quello della rivelazione, il suo sostituto compensatore sui mondi del tempo.

4:2.8 (57.5) E la natura viene deturpata, il suo volto stupendo sfregiato ed i suoi tratti sciupati dalla ribellione, dalla cattiva condotta e dall’errato pensare delle miriadi di creature che fanno parte della natura, ma che hanno contribuito alla sua deturpazione nel tempo. No, la natura non è Dio. La natura non è un oggetto da adorare.

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