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4. L’illimitatezza di Dio

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3:4.1 (49.5) I successivi conferimenti di se stesso agli universi, via via che questi sono portati all’esistenza, non diminuiscono in alcun modo il potenziale di potere o la riserva di saggezza che continuano a risiedere ed a riposare nella personalità centrale della Deità. In potenziale di forza, di saggezza e d’amore, il Padre non ha mai perduto alcunché di quanto possiede, né è stato privato di un qualunque attributo della sua gloriosa personalità per il fatto di essersi conferito illimitatamente ai Figli Paradisiaci, alle sue creazioni subordinate e alle molteplici creature di queste.

3:4.2 (49.6) La creazione di ogni nuovo universo richiede un nuovo aggiustamento della gravità. Ma anche se la creazione dovesse continuare indefinitamente, eternamente e addirittura sino all’infinità, al punto che la creazione materiale alla fine esisterebbe senza limiti, si costaterebbe che il potere di controllo e di coordinazione esistente nell’Isola del Paradiso resterebbe ancora sufficiente ed adeguato per il dominio, il controllo e la coordinazione di un tale universo infinito. E dopo questo conferimento di forza e di potere illimitati ad un universo senza confini, l’Infinito sarebbe ancora sovraccarico dello stesso grado di forza ed energia. L’Assoluto Non Qualificato sarebbe ancora intatto; Dio possederebbe ancora lo stesso potenziale infinito, esattamente come se forza, energia e potere non fossero mai stati riversati in dotazione ad un universo dopo l’altro.

3:4.3 (50.1) Altrettanto avviene per la saggezza: il fatto che la mente sia così largamente distribuita agli esseri pensanti dei regni non impoverisce in alcun modo la sorgente centrale della saggezza divina. A mano a mano che gli universi si moltiplicano e che gli esseri dei regni aumentano di numero fino ai limiti del comprensibile, e sebbene la mente continui senza fine ad essere donata a questi esseri d’ordine superiore ed inferiore, la personalità centrale di Dio continuerà ancora ad inglobare la stessa mente eterna, infinita e perfettamente saggia.

3:4.4 (50.2) Il fatto che egli emetta da se stesso dei messaggeri spirituali affinché dimorino negli uomini e nelle donne del vostro mondo e di altri mondi, non diminuisce in nulla la sua capacità di operare come una personalità spirituale divina ed onnipotente. Non c’è assolutamente alcun limite all’estensione o al numero di tali Monitori spirituali che egli può inviare. Questo dono di se stesso alle sue creature genera, per questi mortali divinamente dotati, una possibilità futura sconfinata, quasi inconcepibile, di esistenze successive e progressive. E tale prodiga distribuzione di se stesso, sotto forma di queste entità spirituali tutelari, non diminuisce in alcun modo la saggezza e la perfezione della verità e della conoscenza che riposano nella persona del Padre onnisciente, onnipotente ed infinitamente saggio.

3:4.5 (50.3) Per i mortali del tempo c’è un futuro, ma Dio abita l’eternità. Sebbene io provenga dalle vicinanze del luogo stesso in cui dimora la Deità, non posso pretendere di parlare con perfetta comprensione dell’infinità di molti degli attributi divini. Solo l’infinità della mente può comprendere pienamente l’infinità d’esistenza e l’eternità d’azione.

3:4.6 (50.4) L’uomo mortale non ha possibilità di conoscere l’infinità del Padre celeste. La mente finita non può concepire un fatto od una verità assoluti. Ma questo stesso essere umano finito può effettivamente sentire — letteralmente provare — il pieno impatto non affievolito di questo AMORE infinito del Padre. Si può veramente fare l’esperienza di un tale amore, ma mentre la qualità di questa esperienza è illimitata, la quantità è strettamente limitata dalla capacità umana di ricettività spirituale e dall’associata capacità di amare il Padre in contraccambio.

3:4.7 (50.5) L’apprezzamento finito delle qualità infinite trascende di gran lunga le capacità logicamente limitate della creatura per il fatto che l’uomo mortale è creato ad immagine di Dio — che vive in lui un frammento dell’infinità. L’approccio più prossimo ed affettuoso dell’uomo a Dio avviene dunque attraverso l’amore, perché Dio è amore. E tutta questa relazione straordinaria è una reale esperienza di sociologia cosmica, la relazione tra Creatore e creatura — l’affetto tra Padre e figlio.

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