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7. Verità e bellezza divine

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2:7.1 (42.2) Ogni conoscenza finita ed ogni comprensione da parte della creatura sono relative. Le informazioni e le notizie, raccolte anche da fonti elevate, sono solo relativamente complete, localmente esatte e personalmente vere.

2:7.2 (42.3) I fatti fisici sono abbastanza uniformi, ma la verità è un fattore vivente e flessibile nella filosofia dell’universo. Le personalità in evoluzione sono solo parzialmente sagge e relativamente veridiche nelle loro comunicazioni. Esse possono essere sicure soltanto fin dove si estende la loro esperienza personale. Ciò che può sembrare totalmente vero in un luogo può essere solo relativamente vero in un altro segmento della creazione.

2:7.3 (42.4) La verità divina, la verità finale, è uniforme ed universale, ma la storia delle cose spirituali, qual è raccontata da numerosi individui provenienti da sfere diverse, può talvolta variare nei dettagli a causa di questa relatività nella completezza della conoscenza e nella pienezza dell’esperienza personale, così come nella durata e nell’ampiezza di quell’esperienza. Mentre le leggi e i decreti, i pensieri ed i comportamenti della Prima Grande Sorgente e Centro sono eternamente, infinitamente ed universalmente veri, allo stesso tempo la loro applicazione ed il loro adattamento ad ogni universo, sistema, mondo ed intelligenza creata, si accordano con i piani e la tecnica dei Figli Creatori che operano nei loro rispettivi universi, così come si armonizzano con i piani e le procedure locali dello Spirito Infinito e di tutte le altre personalità celesti associate.

2:7.4 (42.5) La falsa scienza del materialismo condannerebbe l’uomo mortale a divenire un proscritto nell’universo. Una tale conoscenza parziale è potenzialmente maligna; è una conoscenza composta sia dal bene che dal male. La verità è bella perché è a suo tempo completa e simmetrica. Quando l’uomo cerca la verità, persegue ciò che è divinamente reale.

2:7.5 (42.6) I filosofi commettono il loro più grave errore quando si smarriscono nei sofismi dell’astrazione, nella pratica di focalizzare l’attenzione su un solo aspetto della realtà, per poi dichiarare che questo aspetto isolato è la verità totale. Il filosofo saggio cercherà sempre il disegno creativo che sta dietro e che preesiste a tutti i fenomeni dell’universo. Il pensiero creatore precede invariabilmente l’azione creativa.

2:7.6 (42.7) L’autocoscienza intellettuale può scoprire la bellezza della verità, la sua qualità spirituale, non solo con la coerenza filosofica dei suoi concetti, ma più certamente e sicuramente attraverso la risposta infallibile dello Spirito della Verità sempre presente. La felicità è il risultato del riconoscimento della verità, perché questa può essere tradotta in pratica; può essere vissuta. La delusione e la tristezza seguono l’errore perché, non essendo esso una realtà, non può essere realizzato nell’esperienza. La verità divina è meglio riconosciuta per la sua fragranza spirituale.

2:7.7 (42.8) La ricerca eterna è quella dell’unificazione, della coesione divina. L’immenso universo fisico trova coesione nell’Isola del Paradiso; l’universo intellettuale trova coesione nel Dio della mente, l’Attore Congiunto; l’universo spirituale trova coesione nella personalità del Figlio Eterno. Ma il mortale isolato del tempo e dello spazio trova la propria coesione in Dio il Padre tramite la relazione diretta tra l’Aggiustatore di Pensiero interiore ed il Padre Universale. L’Aggiustatore dell’uomo è un frammento di Dio e cerca perennemente l’unificazione divina; egli trova coesione con la Deità paradisiaca della Prima Sorgente e Centro ed in essa.

2:7.8 (43.1) Il discernimento della bellezza suprema è la scoperta e l’integrazione della realtà: il discernimento della bontà divina nella verità eterna, che è la definitiva bellezza. Anche il fascino dell’arte umana risiede nell’armonia della sua unità.

2:7.9 (43.2) Il grande errore della religione ebraica fu quello di non riuscire ad associare la bontà di Dio con le effettive verità della scienza e con l’affascinante bellezza dell’arte. Via via che la civiltà progrediva e la religione continuava nella stessa direzione poco saggia di enfatizzare eccessivamente la bontà di Dio con la relativa esclusione della verità e trascurando la bellezza, si sviluppò una crescente tendenza in certi tipi di uomini ad allontanarsi dal concetto astratto e dissociato della bontà isolata. La moralità della religione moderna troppo enfatizzata ed isolata, che non riesce a conservare la devozione e la fedeltà di molti uomini del ventesimo secolo, si riabiliterebbe se, oltre ai suoi precetti morali, attribuisse pari considerazione alle verità della scienza, della filosofia, dell’esperienza spirituale ed alle bellezze della creazione fisica, al fascino dell’arte intellettuale ed alla grandezza del conseguimento di un autentico carattere.

2:7.10 (43.3) La sfida religiosa della presente era è rivolta a quegli uomini e a quelle donne previdenti, lungimiranti e dotati d’intuizione spirituale, che oseranno costruire una nuova ed attraente filosofia di vita tratta dai moderni concetti ampliati e mirabilmente integrati della verità cosmica, della bellezza universale e della bontà divina. Una tale nuova e retta visione della moralità attirerà tutto ciò che è buono nella mente dell’uomo e sfiderà quanto c’è di migliore nell’anima umana. Verità, bellezza e bontà sono realtà divine, e via via che l’uomo ascende la scala della vita spirituale, queste qualità supreme dell’Eterno divengono sempre più coordinate ed unificate in Dio, che è amore.

2:7.11 (43.4) Ogni verità — materiale, filosofica o spirituale — è allo stesso tempo bella e buona. Ogni bellezza reale — arte materiale o simmetria spirituale — è allo stesso tempo vera e buona. Ogni bontà autentica — si tratti della moralità personale, dell’equità sociale o del ministero divino — è ugualmente vera e bella. Salute fisica, salute mentale e felicità sono integrazioni della verità, della bellezza e della bontà in quanto sono fuse nell’esperienza umana. Questi livelli di vita efficiente si raggiungono mediante l’unificazione di sistemi d’energia, di sistemi d’idee e di sistemi di spirito.

2:7.12 (43.5) La verità è coerente, la bellezza è attraente, la bontà è stabilizzante. E quando questi valori di ciò che è reale sono coordinati nell’esperienza personale, il risultato è un’alta qualità d’amore condizionato dalla saggezza e qualificato dalla fedeltà. Il vero scopo di tutta l’educazione nell’universo è di realizzare la migliore coordinazione dei figli isolati dei mondi con le realtà più grandi della loro crescente esperienza. La realtà è finita a livello umano, è infinita ed eterna ai livelli più elevati e divini.

2:7.13 (43.6) [Presentato da un Consigliere Divino agente per autorità degli Antichi dei Giorni di Uversa.]

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