Читать книгу Ginevra, o, L'Orfana della Nunziata - Antonio Ranieri - Страница 10
III.
ОглавлениеIo, come potete immaginare, aveva perduti affatto i sentimenti, e mi risentii soltanto sulla via di Portici, parte per effetto del sole che, innalzatosi dal Vesuvio, mi feriva vivissimamente gli occhi, e parte per un poco di pane bigio, masticato prima da lei, che la donna m'introdusse in bocca a tutta forza.
Giunti al posto che domandasi lo Sperone, svoltammo a mano manca, e camminato un pezzo avanti, arrivammo a uno squallido villaggio domandato la Madonna dell'Arco. Quivi, mentre che passavamo, venivano alcune donne, conoscenti forse della mia novella madre, e si affacciavano alla cesta per vedere la fanciulla della Nunziata. Mi consideravano un poco come si considera un uccello strano o altro nuovo animale; poi partivano con un viso dov'era scolpita l'indifferenza e la salvatichezza.
Indi pervenimmo presso a Sant'Anastasia. L'asino si fermò da se all'usciolino d'un tugurio tutto affumicato, d'un sudiciume e d'una miseria che non si può descrivere. Volti a caso gli occhi a sinistra, vidi un altissimo ed ombroso pino, la cui vista, non so perchè, mi causò un'impressione di malinconia profondissima. La donna smontò dell'asino, con una rozza chiave aperse l'usciolino, dietro al quale un gatto ed un grosso cane da pagliaio si lagnavano della lunga fame: ed entratasene dentro, tosto l'asino l'entrò appresso.
Tav. I.
... un altissimo ed ombroso pino, la cui vista, non so perchè, mi causò un'impressione di malinconia profondissima. — Carte 35.
Il tugurio era così fatto. L'usciolino gli serviva a un tempo di finestra, perchè non altronde passava quel poco di luce che l'illuminava. A mano sinistra era gran copia di strame sparso per terra. Nel mezzo del muro era un pozzo aperto, e più in là una mangiatoia, dove ruminavano due macri buoi, che mostravano essere la ricchezza della casa. Sullo strame si voltolava e fregava un maiale di maravigliosa grossezza, che grugnì forte al nostro entrare. A mano dritta presso all'uscio era un acquaio, ed appresso un focolare con un cammino nerissimo. Nel fondo usciva dal muro un muricciuolo, dove era un pagliaccio: e questo era il letto della padrona.
La donna tolse il basto all'asino, che se n'andò alla mangiatoia accanto ai buoi. Poi mi sciolse e sollevò dalla cesta; ed ammucchiato un poco di strame sotto il parapetto del pozzo, fra l'asino ed il maiale, quivi riponendomi, m'accennò minacciosamente ch'io stessi cheta. Di poi tratti fuori i buoi con l'aratro, m'inchiavò dentro al buio con quattro de' sei quadrupedi coabitanti con lei, ed andò via.