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CAPITOLO II

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Come el desiderio di questa anima crebbe, essendole mostrato da Dio la necessitá del mondo.

Questo desiderio era grande ed era continuo; ma molto maggiormente crebbe essendo mostrato dalla prima Veritá la necessitá del mondo, e in quanta tempesta e offesa di Dio egli era. E intesa aveva ancora una lectera, la quale aveva ricevuta dal padre de l’anima sua, dove egli mostrava pena e dolore intollerabile de l’offesa di Dio e danno de l’anime e persecuzione della sancta Chiesa. Tucto questo l’accendeva il fuoco del sancto desiderio, con dolore de l’offesa e con allegrezza d’una speranza per la quale aspectava che Dio provedesse a tanti mali. E perché nella comunione l’anima pare che piú dolcemente si strenga fra sé e Dio e meglio cognosca la sua veritá (l’anima allora è in Dio, e Dio ne l’anima, sí come il pesce che sta nel mare, e il mare nel pesce); e per questo le venne desiderio di giognere nella mactina per avere la messa; el quale dí era il dí di Maria. Venuta la mactina e l’ora della messa, si pose con ansietato desiderio e con grande cognoscimento di sé, vergognandosi della sua imperfeczione, parendole essere cagione del male che si faceva per tucto quanto el mondo, concipendo uno odio e uno dispiacimento di sé con una giustizia sancta; nel quale cognoscimento e odio e giustizia purificava le macchie che le pareva, ed era ne l’anima sua, di colpa, dicendo:—O Padre etterno, io mi richiamo di me a te, che tu punisca l’offese mie in questo tempo finito. E perché delle pene, che debba portare il proximo mio, io per li miei peccati ne so’ cagione, però ti prego benignamente che tu le punisca sopra di me.

Libro della divina dottrina: Dialogo della divina provvidenza

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