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Capitolo Nove

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“Conosci qualche barzelletta?” disse Gigi sedutasi di fronte a Bell.

“No. Perché?”

“Ho bisogno di qualcosa che mi tiri su il morale.”

“Cosa c’è che non va?” chiese Bell.

“Mi sento come se mi avessero sparato e mi avessero mancato, poi colpita.”

“Non voglio dire nulla, ma hai un bruttissimo aspetto.”

“Le solite vecchie stronzate. Sono nei miei tre giorni di vacanza mensile.”

“Oh. In realtà, conosco una barzelletta stupida.”

Lei lo guardò, inarcando un sopracciglio.

“Sai che ai texani piace vantarsi che tutto sia grande nel loro stato?”

Annuì.

“Bè, un texano e un uomo dell’Alaska si trovano sul Golden Gate Bridge, a fare pipì oltre il bordo. A un certo punto il texano dice, ‘Amico, quell’acqua è fredda.’ Poi l’uomo dell’Alaska dice, ‘Sì, e profonda, anche.’”

Gigi sorrise, poi rise. “Barzelletta stupida è la definizione giusta.”

* * * * *

Il venerdì sera seguente, Leticia portò l’enigma di quel giorno.


‘Cosa c’è una volta in Egitto e in Etiopia, ma non in Ruanda?’


Bell distribuì l’enigma alle 9.

Gigi diede la risposta subito dopo.

“Mi spiace, sbagliato,” disse Bell.

“Cosa? Come può essere sbagliato?”

“Aspetta e vedrai.”

Altre quattro persone dettero la stessa risposta di Gigi.

Alle 9:30, Amber Cherry consegnò la propria risposta.

“Hai indovinato, Amber,” disse Bell. “Vai a prendere i tuoi sedicimila.”

“Evvai!” Amber prese Bell e lo baciò sulle labbra, poi corse a cercare Blinker.

Gigi si sedette al tavolo di fronte a lui. “Scommetto che ti è piaciuto.”

“Sono già stato baciato prima.”

“A me sembrava più un metro di lingua in bocca.”

“Forse un po’.” Bell sorrise.

“Lasciami vedere quel foglio.” Prese il foglio di Amber. “Il fiume Nilo?”

“Sì.”

“Anche la lettera ‘Èè una risposta corretta,” disse.

“Lo so, ma io chiedevo il Nilo.”

“Ma non hai detto che c’erano due risposte corrette e solo una era accettabile. Ho vinto io, e lo sai.”

“Hai perso. Accettalo.”

“Questa è la seconda volta che me la fai.”

“Di cosa stai parlando?”

“Ti piace quella puttana rossa, non è vero?”

“Cosa? Amber? No. Perché mi dovrebbe piacere?”

“Quell’enigma con i soldi, dove le cifre sommate davano diciotto dollari e novantuno centesimi. Così mi hai preso in giro la prima volta.”

“Non ti ho mai preso in giro.”

“Anche una banconota da venti dollari era una risposta corretta. E io ti ho dato la risposta prima di chiunque altro.”

“Ma non era la risposta che volevo,” disse Bell.

“Lo so. E mi è costata sedicimila dollari. Ti piace anche Savannah? Ha vinto lei quell’enigma.”

“Di cosa stai parlando?”

“Di Amber e Savannah. Permetti a quelle due puttane di vincere tutti gli enigmi così da avere sesso gratis?”

“Questa è la cosa più stupida che tu abbia mai detto. Tu sei una puttana, e io non ti chiedo sesso con te.”

Lo fissò, ma non rispose.

“Che c’è, la verità brucia?”

Lei continuò a non dire nulla, si limitò a fissarlo per un momento. “Non mi hai mai chiamata così prima.” Si alzò dal tavolo.

Lui si strinse nelle spalle e si concentrò sul computer.

Prese la borsetta e lo lasciò solo.

Lui la guardò andare via.

Molto bene, Casper. Hai un piede nella fossa.

Cinque minuti dopo, il suo telefonino vibrò. Lo prese e lesse il messaggio:

Battaglia navale!

Sospirò e mise giù il telefono. Il messaggio era di Millie.

“Vedo che il vaso è vuoto,” disse Wendy. “Chi ha vinto?”

“Amber.”

“Quella stronza. Dov’è la sua risposta?”

Bell le porse il foglio.

“Il Nilo. Ci sono arrivata anch’io. Ma troppo tardi. Dov’è Gigi?”

“Se n’è andata.”

“A un appuntamento?”

“No.”

“Scommetto che è arrabbiata nera per aver perso,” disse Wendy. “Qual era la sua risposta?”

“La lettera ‘E’.”

Wendy lesse di nuovo l’enigma. “Ha, aveva ragione. Avrebbe dovuto vincere. Perché non hai detto che c’erano due possibili risposte?”

“Perché sono un idiota.”

“Sì, senza dubbio.”

“Bene, Wendy. Me l’hanno fatto notare abbastanza chiaramente. Ora, mi lasceresti solo?”

“Avete litigato per questo, vero?”

“Sei piuttosto brava a constatare l’ovvio.”

“Devi sistemare questo pasticcio, Bell.”

“Come posso sistemarlo? Ha perso, ha fatto una scenata e se n’è andata. Non ho intenzione di correrle dietro.”

“Pensavo che tu e Gigi foste amici.”

“Sì, era quello che pensavo anch’io.”

Wendy inviò un messaggio e ottenne subito una risposta. “È all’ Unicorn.” Si mise il telefonino in borsa e si voltò.

“Dove stai andando?”

“Dove pensi che stia andando?”

* * * * *

Bell passò una lunga note a passeggiare su e giù per il bar, aspettandoGigi, ma lei non tornò quella notte. E neppure Wendy.

Gigi non tornò neppure la notte successiva, né la quella dopo ancora.

Le mandò dozzine di messaggi, ma non ricevette alcuna risposta.

Si sta nascondendo da me.

* * * * *

Amber Cherry poggiò il suo drink sul tavolo e si sedette di fronte a Bell.

“Dov’è la tua fidanzata?”

“Quale fidanzata?”

“Gigi, l’albero di diamanti.”

Lui si strinse nelle spalle mentre guardava il movimento al bar.

“Pensavo che voi due aveste una storia.” Bevette la sua pina colada.

Bell sbuffò dal naso. “Non c’è nessuna storia.”

Il Gioco Di Casper

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