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Capitolo Sei

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La mattina successiva, Bell e Leticia erano seduti al tavolo della cucina della casa. Lei stava contando i propri soldi.

“Penso che sia il meglio che abbiamo fatto finora.”

“Spero che terrai i soldi in un posto sicuro.”

“Ho una cassetta di sicurezza in banca.” Leticia impilò il denaro, mettendo tutti i presidenti con la faccia rivolta dallo stesso lato.

“Brava ragazza. Nessuno deve sapere…” La guardò mentre beveva il caffè.

“Quanto o dove è nascosto,” finì la frase al suo posto.

Lui sorrise.

“Ho trovato un bel terreno libero a Massapequa,” disse, “giù a Long Island. In vendita dal proprietario. Chiedono duecentomila dollari.”

“Okay. Quanto è grande?”

“Circa ottocentoquaranta metri quadri. Chiedono un terreno di almeno settecentoquaranta metri quadri.”

“Bene. Destinazione?”

“Solo residenziale.”

“Ci manca circa un mese per finire il progetto Kessler,” disse Bell, “quindi è ora di iniziare il prossimo.”

“Andrò a parlare con il proprietario,” disse Leticia, “e vedrò se, ricevendo un po’ di soldi di nascosto, abbassi il pezzo.”

Bell mise giù la tazzina e prese la forchetta per tagliare la sua omelette. “Penso che tu stia imparando questo mestiere.”

“Ho avuto un bravo insegnante.”

La cuoca portò via la tazzina di Bell per riempirla di caffè appena fatto. Quando tornò, Bell disse, “Grazie, Betty.”

“È un piacere. È pronta per la colazione, signorina Leticia?”

“Ci sono dei pancake?”

“Saranno pronti tra cinque minuti.” Betty portò via la tazzina mezza vuota di Leticia e tornò in cucina per riempirla.

“Hai qualcuno in mente per questo nuovo progetto?” chiese Leticia.

“No, non ancora. Parlerò con Parker domani.”

* * * * *

“Cosa stai facendo, Andy Panda?” chiese Bell mentre entrava nel cantiere.

“Costruisco una casa.” Il bambino si sedette nella sporcizia, infilando un chiodo su un rottame.

Bell si inginocchiò accanto al bimbo di cinque anni. “Sono certo che costruirai una casa bellissima.”

Andy annuì mentre batteva col suo Martello giocattolo sul chiodo. “Puoi passarmi l’altra tavola, signor Bell?”

“Quella grande laggiù?” Bell prese una tavola triangolare che era stata tagliata da una trave due per sei.

“Certo, è quella giusta.”

“Come sta, signora Daniels?” disse Bell all’anziana signora che sedeva su una poltrona lì vicino, che teneva d’occhio il bambino scalmanato.

“Sto bene, signor Casper. E lei come sta?”

“Bene, grazie.” Tornò a rivolgersi ad Andy. “Dov’è tua madre?” Bell gli tenne fermo il ciocco di legno perché lui potesse colpirlo con il martello.

“È dal signor Jim.”

Bell si schermò gli occhi contro il sole per vedere parecchi operai sul tetto, che poggiavano il rivestimento provvisorio. Uno di loro camminava lungo il ripido pendio del tetto con una pistola sparachiodi, colpendo il legno con i chiodi in rapida successione mentre gli altri mettevano in posa una lastra di compensato.

Quello con la pistola sparachiodi indossava una salopette larga e un casco giallo, ma la lunga coda riccia la identificava come donna.

“Bonnie!” urlò Bell.

La donna guardò verso il basso per vedere chi la chiamava.

“Bell Casper!” Lo salutò con la mano. “Sei tu?”

“Sì!” Ricambiò il saluto.

Bonnie porse la pistola sparachiodi a uno degli operai. “Vengo giù.”

Camminò sul tetto inclinato come un operaio esperto, poi scese dalla scala. Una volta a terra, si tolse i guanti in cuoio da lavoro e li porse a Bell.

“Dovrebbe essere asciutto entro mercoledì o giovedì, se il tempo regge.”

“Davvero?” chiese Bell.

“Sì, siamo in ritardo, ma stiamo recuperando.”

“E vedo che hai imparato qualche nozione di carpenteria.”

“Non puoi immaginare come ci si sente a dare una mano per costruire qualcosa di meraviglioso.”

“Sarà bellissima, Bonnie. Bella come un quadro.”

“Dopo aver controllato il tetto e installato porte e finestre, io e Andy Panda campeggeremo in salotto finché non sarà finita.”

“Davvero?” disse Bell. “Senza acqua né luce?”

“Ho trovato una vecchia stufa Coleman a una vendita in giardino, e possiamo procurarci l’acqua. Ho lavato barili del latte per un mese, per poter tenerli da parte per trasportare l’acqua.” Guardò suo figlio che giocava nella sporcizia. “Abbiamo due sacchi a pelo. Sarà divertente.”

“Ma non c’è il bagno.”

“Dovremo solo correre in un negozio Seven-Eleven quando ne abbiamo bisogno. Ce n’è uno a circa tre chilometri da qui.”

Bell guardò il suo volto sorridente per un momento. “Da quanto sei pulita, Bonnie?”

“Circa sei mesi.”

“È un gran bel risultato.”

“Ne sono piuttosto fiera.”

“Questa volta ce la farai.”

“Ehi, Bell Casper,” disse qualcuno.

Si voltarono per vedere il caposquadra che veniva loro incontro.

“William.” Bell gli porse la mano.

“Sta di nuovo portando scompiglio tra i miei operai?” Il suo gran sorriso mostrò una perfetta fila di denti bianchissimi.

“La sta facendo lavorare troppo, devo portarla a bere un po’ d’acqua.”

“Sì, ma il distributore si trova sul retro.” Fece l’occhiolino a Bonnie.

“Bene,” disse Bonnie. “Posso dare un abbraccio e un bacio al mio bimbo prima di tornare a fare la schiava lassù sotto il sole cocente? Saranno in centoventi su quel tetto.”

“Se ti permettessi di abbracciare e baciare il tuo bambino, allora anche quei sei operai penseranno di poter scendere ad abbracciare e baciare chiunque. Poi come riusciremmo a finire il lavoro?”

“Bè, se andassi lassù ad accarezzarli e dar loro una pacca sul culo come fai di solito, sarebbero felice per tutti il resto della giornata.” Gli sbattè i guanti su una spalla. “Dov’è il mio ometto?”

Bonnie risalì presto sulla scala e riprese possesso della pistola sparachiodi.

“Come se la cava la ragazza, Will?” chiese Bell.

“Se ne avessi altri sei come lei, non saremmo in ritardo di settimane sulla tabella di marcia.”

“Mantiene felici i lavoratori?”

Will rise. “Con quella paga extra all’ora nelle loro tasche ogni giorno, nessuno ha ancora perso una giornata di lavoro.”

“Nessuna lamentela riguardo a un crumiro sul posto di lavoro?”

“Diavolo, no. Anzi, ne chiedono altri.”

“Bene,” disse Bell. “Non ci serve che quel sindacalista ci spari addosso altra merda.”

“Non si preoccupi.”

“Leticia ha detto che dobbiamo tirar fuori altri ventimila dollari,” disse Bell.

“Esatto. Architettura del giardino.”

“Pensavo che fosse inclusa nel budget originale.”

“Infatti. E ho contrattato con la Bongiovanni Brothers Nursery per iniziare con il terriccio e gli arbusti non appena finiremo il resto.”

“Okay. E?”

“Bè, qualcuno ha deciso di aggiungere un lago koi nel giardino sul retro e quattro aceri alti sei metri nel giardino davanti.”

“Io e Leticia pensavamo che sarebbe stato carino.”

“Sa quanto costa trasportare e piantare un albero già cresciuto alzo sei metri?” chiese Will.

“Immagino circa duemila dollari.”

“Bene, aggiunga tutto questo, e ottiene altri ventimila dollari da aggiungere ai costi del progetto.”

“Okay. Veda se la Nursery ci fa un piccolo sconto accettando i ventimila in contanti.”

“Mi sta prendendo in giro? ‘Bongiovanni’ le sembra italiano? Il loro capo è di Palermo. Sono siciliani, santo cielo. Si venderebbero I denti d’oro delle loro none se fossero convinti di poter nascondere qualche reddito al fisco.”

“Va bene. Leticia le porterà i soldi in contanti, e lei li consegnerà a loro.”

“Sì, e quel ragazzino laggiù avrà dei bei pesci nel giardino sul retro e alberi su cui arrampicarsi nel giardino davanti.”

È tutto quello che chiedo.” Bell dette al suo amico una pacca sulla spalla.

Il Gioco Di Casper

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