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Capitolo Cinque

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Gigi arrivò al bar intorno alle otto e mezza di sera. Un’alta donna castana entrò insieme a lei.

“Eccoci, Bell. Facciamo iniziare la festa.” Gigi si sedette accanto a lui e fece cenno alla donna di sedersi dall’altro lato del tavolo.

“State facendo una festa insieme?” Salutò la ragazza castana con un cenno del capo.

Lei sorrise. I suoi capelli castani erano lunghi ricci fluenti del color della cannella, con qualche accenno di viola.

“Già. Stiamo facendo gli sconti prendi due, paghi uno.”

“Penso che avrete una nottata ricca di impegni,” disse Bell.

“Savannah vuole giocare al tuo giochino.”

“Solo su invito,” disse lui.

“L’ho invitata io.”

“Come sai che non è un poliziotto sotto copertura?”

“Ha ha. Ecco dove l’ho incontrata, sotto le coperte. Mostrale il tuo triangolo.”

Bell disegnò velocemente il triangolo. “Quanti triangoli vede?”

Savannah avvicinò a sé il tovagliolo e iniziò a contare.

“Abbiamo bisogno di altri giocatori, Bell, così che io possa vincere altri soldi e ritirami.”

“Spero che ti stia tenendo da parte un piccolo gruzzolo,” disse. “Sono solo impaziente di portare nuove persone.”

“La New York Lottery ripaga tre milioni di dollari al giorno. Pensi che si preoccupino del tuo giochetto?”

“Probabilmente no, ma il fisco vorrebbe esserne informato.”

“Sedici,” disse Savannah.

“Quasi,” disse Gigi. “Ma non abbastanza.”

“Cosa?” Cominciò a contarli daccapo.

“Quanti soldi ci sono nel vaso?” chiese Gigi.

“Quattordicimila.”

“Oh, merda,” disse Savannah. “Ce ne sono altri due. Diciotto.”

“Esatto,” disse Gigi. “Vedi, Bell, è abbastanza intelligente per il tuo gioco.”

“Va bene,” disse lui. “Date i soldi a Blinker, e manderò un messaggio al Ringmaster per le buste.”

“Andiamo a trovare Blinker, Savannah,” disse Gigi. “Poi faremo un triangolo o due.”

“Potrebbe essere un rapporto a cinque o sei?”

* * * * *

Leticia arrivò appena prima delle nove con le buste. Dette a Bell un foglio di carta con l’enigma perché potesse controllarlo.

1. Penny

2. Nichelino

3. Centesimo

4. Quarto di dollaro

5. Mezzo dollaro

6. Dollaro d’argento

7. Banconota da due dollari


‘Quale occupa la decima posizione?’

‘Ci sono due possibili risposte, ma solo una è accettabile.’


“Bene,” disse Bell. “Siamo pronti.”

Dopo che gli enigmi furono distribuiti, sei persone si avvicinarono al tavolo. Tutte con la risposta sbagliata.

Gigi e Savannah portarono i propri fogli al tavolo di Bell.

“No, mi spiace,” disse Bell. “Sbagliate entrambe.”

“Ma questa è logicamente la decima posizione,” disse Savannah.

“Logicamente, sì. Ed è una delle due risposte estate, ma non quella che volevo.”

“E qual è?” chiese la ragazza.

“Devi aspettare che qualcuno indovini prima di sapere la risposta esatta,” disse Gigi.

“Bè, peccato. Okay, mentre aspettiamo andrò a parlare con quel grasso ragazzo ricco. Ci fissa da quando siamo entrate.”

* * * * *

Bell guardò i clienti osservare il nuovo progetto della casa.

Entrò una donna dai capelli rossi con indosso un vestito nero, girò per il locale, poi vide il tavolo di Bell.

Lui finse di non vederla.

“Mi stava guardando,” disse lei.

“Ogni uomo qua dentro la stava guardando.”

“Lo so. È una maledizione. Ma lei è l’unico a essere solo.”

“Questa linea di condotta funziona davvero?”

“Sempre.”

Si tolse una ciocca di capelli dalla guancia. Il suo orecchino sinistro era un grande cerchio d’oro, largo dieci centimetri, mentre all’orecchio destro aveva una semplice ametista incastonata d’oro.

“Si sieda.” Si spostò un po’.

“Santo cielo, Bell,” disse Gigi quando si avvicinò al tavolo. “Ti lascio solo per cinque minuti, e ti sei già trovato una nuova donna.” Si sedette di fronte a loro e mise il drink sul tavolo.

“Mi spiace,” disse la rossa. “Voi siete…?”

Mosse il dito avanti e indietro tra loro.

“Sì, lo siamo.” Gigi sorrise.

“No,” disse Bell, “assolutamente no.”

“Ce l’ho fatta!” Una bella ragazza di circa trentacinque anni porse il proprio foglio a Bell.

“Scommetto che hai sbagliato, Savannah,” disse Gigi.

“Solo perché tu non ce l’hai fatta, non significa che siamo tutti stupidi.”

Bell lesse la risposta, “Diciotto dollari e novantuno centesimi. Hai indovinato, Savannah.”

“Cosa!?” Gigi afferrò il foglio di carta. “Come può essere?”

“Facile,” disse Savannah. “Somma i soldi delle prime sette posizioni, più il valore di quelli nella posizione otto e nove, e si ottiene diciotto e novantuno.”

“Bè, andrò all’inferno,” disse Gigi. “Il Ringmaster sta diventando sempre più complicato.”

“Quanto ho vinto?” chiese Savannah.

“Sedicimila,” disse Bell.

“Sì!” Corse a cercare Blinker.

“Sedicimila?” disse la rossa.

Gigi annuì.

“Dollari?”

“Sì.”

“Per cosa?” Prese il foglio e dette un’occhiata. “Bè, era facile.”

“Certo,” disse Gigi, “una voltache conosci la risposta.”

“Qual era la tua risposta?”

“Una banconota da venti dollari.”

“È una risposta stupida,” disse la rossa.

“E tu sei una brutta puttana dipinta che non sa neppure appaiare gli orecchini.”

La rossa si tolse i capelli dalla guancia e fissò Gigi.

Bell spostò lo sguardo dall’una all’altra.

“E tu chi sei?” chiese la rossa. “Madre Teresa vestita da adolescente e con gioielli falsi?” Fissò Gigi. “Con un’acconciatura degli anni ottanta.”

Gigi girò l’anello attorno al dito. “In realtà, sono io quella che ha vinto undicimila dollari, due giorni fa.”

“Buon per te. Ti ci vorrebbe un anno per guadagnare altrettanto in questo posto.” Indicò con una mano gli uomini al bar.

“Pagherò un mese di affitto stasera.”

“Io pago l’affitto per un anno stasera,” disse la rossa.

“Facile quando vivi in un parcheggio per roulotte.”

“Ah, davvero?”

“Uhm,” disse Bell, “Odio dover interrompere questa affascinante conversazione, ma—”

“Oh, sta zitto, Bell.” Gigi guardò la rossa.

“Mi parli del gioco, Bill.” La rossa si girò verso di lui.

“Non è ‘Bill,’” disse lui, “è ‘Bell.’”

“È stato dato alla luce in una chiesa quando le campane hanno iniziato a suonare,” disse Gigi.

“Avete visto chi ha vinto?” chiese Wendy quando si avvicinò al tavolo.

“Sì, Savannah,” disse Gigi. “Sedicimila.”

“Chi è lei?” Wendy sedette accanto a Gigi e indicò la rossa.

“Una nostra concorrente.”

Wendy rise. “Con quel vestito addosso?”

Il vestito nero della rossa era esaltato da una collana di smeraldo incastonata d’oro. Il rossetto era color talpa, e le ciglia, abbondantemente truccate, sembravano lunghe un paio di centimetri.

“Perché i proprietari permettono alla gentaglia di entrare, Bell?” chiese la rossa. “Sminuisce molto il locale.”

“Sono felice che tu non le abbia permesso di giocare, Bell,” disse Gigi. “Non c’è spettacolo più triste di una prostituta che piange quando perde. Quel mascara spesso le arriverà alle ginocchia, come il suo seno.”

La rossa le sventolò il foglio davanti agli occhi. “Dovrebbe essere qualcosa di più difficile per suscitare il mio interesse.”

“Oh, davvero?” Gigi prese un tovagliolo, poi afferrò la penna di Bell per disegnare qualcosa. “Quanti triangoli vedi?”

La donna prese il tovagliolo per osservare il disegno da vicino.

“Portiamo con noi Lester e il ragazzo grasso e andiamocene da qui,” disse Savannah. “L’aria a questo tavolo è diventata sporca e opprimente.”

La rossa le lanciò un’occhiata, poi tornò a contare i triangoli.

“Sì, hai ragione,” disse Gigi. “Ci vediamo tra un’ora, Bell.”

“Diciotto,” disse la rossa.

“Eh?” Gigi si sedette di nuovo al suo posto.

“Diciotto triangoli. Giusto, Bell?” chiese la rossa.

Bell sorrise e annuì.

“Okay, ci sto. Quant’è la posta?”

“Non sei ancora stata invitata,” disse Wendy.

“E inoltre,” disse Gigi, “giocare ti costerà mille dollari.”

“Mil—” Deglutì. “Va bene.” Aprì la sua borsetta gioiello nera.

“Un attimo,” disse Bell. “Come si chiama?” Iniziò a digitare qualcosa sul telefonino.

“Amber Cherry.”

Entrambe le altre donne risero.

Amber si strofinò il naso col dito medio.

Bell mandò un messaggio. “È per il Ringmaster. Gestisce lui il gioco.”

“Il Ringmaster?” chiese Amber.

“È professore alla New York University,” disse Gigi. “Dove, tra l’altro, sto studiando.”

“Per cosa? Per fare l’estetista?”

“Non sei capace neppure di dire trucco, figuriamoci una parola di otto lettere.”

“Nove lettere. Fai sembrare tutte le stupide bionde un Einstein drogato.”

“Bene,” disse Bell dopo aver guardato il cellulare. “Può partecipare.”

“Oh, santo cielo,” disse Gigi.

“Sì!” disse Amber. “Ecco la mia quota per domain sera.”

“Penso che sia una buona circostanza, Gigi,” disse Wendy. “Altri mille dollari da vincere per una di noi due.”

“Non dia i soldi a me.” Bell spinse via la mano di Amber. “Li dia a Blinkeral bar.”

Dopo che Amber se ne fu andata per andare a cercare Blinker, Wendy disse, “Ha risolto l’enigma dei triangoli molto in fretta.”

“Lo so.”Gigi sospirò. “Vieni, mettiamoci al lavoro.”

* * * * *

Erano quasi le 2di notte, orario di chiusura.

“Com’è andata stasera?” chiese aBlinker.

“Una delle nostre serate migliori. Abbiamo fatto ventottomila dollari.”

“Wow.” Bell aiutò il suo barista a lavare l’ultimo bicchiere da cocktail. “Figo. E il cinque per cento è…?”

“Millequattrocento bigliettoni per Leticia.”

“E altrettanti per te.” Porse a Blinker una flûte da champagne da asciugare.

Blinker ghignò. “Già.”

Dopo che ebbero finito con i bicchieri, Blinker chiuse il registratore di cassa e stampò il totale.

“Abbiamo avuto una buona serata anche al bar,” disse Blinker. “Ottomila cinquecento dollari in bevande, e la cucina ha fatto tredicimila dollari.”

“È stata una buona serata in generale. Domani, voglio che tu dia cento dollari a tutto il personale. Fagli sapere quanto apprezziamo il loro lavoro.”

“Sarò davvero felice di farlo.”

“Quindi, tieni abbastanza denaro per il personale, millequattrocento dollari per te, e altri millequattrocento per me da dare a Leticia, poi metti via quello che avanza.”

Blinker digitò alcuni numeri sulla calcolatrice. “La maggior parte delle entrate della cucina e del bar vengono da carte di credito, ma abbiamo comunque sessantasei mila dollari in contanti.”

Erano le 2 e 10 quando finirono di contare i soldi.

Il telefono di Bell squillò.

“Sì?”

“Siamo fuori, signor Bell.”

“Bene. Arrivo subito. Com’è la strada?”

“Carina e silenziosa. Quanto stasera?”

“Sessantasei mila.”

“Okay. Io compilerò il modulo.”

Bell chiuse la telefonata. “I Brink sono alla porta. Chiudiamo e andiamocene.”

“Ti seguo,” disse Blinker.

Fuori, Bell guardò da un lato all’altro della strada. Molte persone sapevano che chiudeva il bar alle due e se n’erano andate con una borsa piena di soldi. Una situazione che lo rendeva sempre nervoso.

“Salve, signor Casper,” disse uno dei ragazzi Brink. “E Blinker.” Il suo amico era sulla porta posteriore del loro furgone blindato.

“Ehi, Tommy.” Bell gli porse un sacchetto di soldi e ricevette in cambio una ricevuta.

Bell attese finché la porta del furgone fu chiusa e bloccata. “Ci vediamo domain notte.”

“Certo, signor Casper.”

Il Gioco Di Casper

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