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Capitolo Tre

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La mattina dopo alle 9, una giovane donna entrò al Blue Parrot. Andò al tavolo di Bell e gli diede un fascio di buste bianche.

“Dio, quanto odio questo posto.” I suoi capelli color champagnele fluttuavano sulle spalle.

“L’hai già detto ieri notte, Leticia, e anche quella prima ancora.”


Leticia


“Perché non possiamo lavorare fuori da un parrucchiere o una sala da bowling?” Indossava dei jeans e una maglietta Bianca con scritto ‘Sì, corro come una ragazza. Prova a starmi dietro’ sulla schiena.

“No—”

Lei lo interruppe. “Lo so. Niente soldi in quei posti.”

“Giusto. Come va il progetto Kessler?”

“Con dieci giorni di ritardo sulla tabella di marcia,” disse.

“Qual è il problema?”

“Una cattiva pianificazione da parte tua.”

“Sei stata tu a stabilire il diagramma di flusso e la tabella di marcia,” disse lui.

“Certo, ma chi ha deciso il budget?”

“Uhm, il manager?”

“Giusto di nuovo. Ecco arrivare uno dei tuoi asinelli.”

Bell alzò la mano per farle cenno di tacere.

Gigi non tacque. “È chi penso che sia? Chi è?”

Leticia la fissò.

“Sii gentile, Gigi,” disse Bell. “Lei è il mio assistente esecutivo. Torna al tuo sgabello e aspetta come gli altri.”

“Manca solo un minuto alle nove,” disse Gigi. “Se mi dai la mia busta, risolverò il tuo sciocco enigma e andrò a prendere la vincita da Blinker.”

“Quando mi vedrai dirigermi all’uscita sul retro, potrai unirti ad altri undici giocatori.”

“Undici. Bene. Bel piatto stasera.”

“Vai.”

“Non essere sgarbato,” disse Gigi. “Lei deve essere Leticia.” Le porse una mano.

Si strinsero la mano. “Come conosce il mio nome?” chiese Leticia.

“Quando ho chiesto a Bell che aspetto aveva, lui mi ha detto che era una donna più bella di me.”

Leticia rise. “Bene.” Lasciò andare la mano di Gigi e guardò Bell. “Sono sicura che l’abbia detto.”

“È vero.” Si voltò verso Bell. “Ok, Bell, io vado. Cerca di sbrigarti.” Tornò al bar.

“Devo sistemare il progetto Kessler per te?” chiese Bell.

“No,” disse Leticia. “Ma avremo bisogno di altri ventimila dollari entro la fine del mese.”

“Dannazione. Ok. Ti ho appena mandato per mail le specifiche del prossimo.”

“Meraviglioso. Stai iniziando un nuovo progetto senza aver finite il Kessler.”

“Sì. Ora, sbrigati prima che quei tizi al bar ti facciano proposte indecenti.”

“Sciocchezze. Sono fuori da questo schifo.”

Bell prese le buste e andò verso il retro del locale.

Mentre camminava undici giocatori, compresa Gigi, lo seguirono.

“Bene, gente.” Bell tirò fuori le buste. “Leggetele e piangete.”

Tutti aprirono la propria busta.

“Che diavolo?” sussurro Gigi.

“Già,” disse uno degli uomini. “Idem.”

“Sarò al mio tavolo se qualcuno indovina.”

Bell li lasciò per consegnare un altro set di buste a un secondo tavolo, poi a un terzo.

* * * * *

Una ragazza magra dai capelli castani era seduta vicino a Bell quando uno dei giocatori si avvicinò al tavolo.

L’uomo era vicino ai cinquanta, calvo, e aveva una notevole pancia da birra.

“L’ho risolto, Bell. Sono il primo?” Sorrise alla bella ragazza castana.

Lei ghignò. “Sembra assetato.”

“E lei?”

“Diavolo, certo.”

“Sei il primo, Frankie,” disse Bell. “Cosa sei riuscito a fare?”

Frankie gli porse il suo foglio.

“Ehi,” disse la ragazza, “è uno degli enigmi di cui mi parlavi?” Si chinò mentre Bell apriva il foglio.

“Sì.” Si voltò in modo che lei non potesse vedere, poi lesse silenziosamenteprima l’enigma, poi la risposta di Frankie. ‘Il padre di Will ha cinque figli; Mercutio, Tybalt, Capulet, Montague… chi è il quinto figlio?’

‘Romeo,’ era la risposta che Frankie aveva scritto sul foglio.

“Mi spiace, Frankie,” disse Bell. “Sbagliato.”

“Cosa? Questi quattro tizi vengono da—”

“Non dire altro,” lo interruppe Bell. “Questa ragazza potrebbe decider di unirsi al prossimo gioco. Non vogliamo darle degli indizi prima che si iscriva, no?”

“Immagino di sì.”

“Quando vedrai il vaso di Blinker vuoto, potrai tornare a vedere la risposta.”

“Va bene.” Frankie sorrise alla ragazza. “Non aveva detto qualcosa riguardo a un drink?”

“Sì, l’ho detto. Vada al bar, ordini un pink daiquiri per me e il drink per lei. Sarò lì tra un minuto.”

“Ce l’hai, dolcezza.”

“Sì, ce l’ho, Frankie. Ed è ‘Candi’ con la ‘i.’ Sono dolce e gustosa, proprio come un dolce vero.”

Frankie sorrise e s e ne andò.

“Quindi ha perso mille dollari?” chiese Candi.

“Sì. Ora ha visto come funziona?” chiese Bell.

“Certo. Mi faccia vedere il foglio di Frankie, e potrei partecipare al prossimo gioco.”

“Mi spiace.” Bell piegò il foglio e lo mise sotto il computer. “Regole del Ringmaster.”

“Bè, peccato.”

“Vuole un enigma di esempio?” chiese lui.

“Okay.”

Disegnò il triangolo con le due line che lo attraversavano e le due verticali su un tovagliolo. “Quanti triangoli vede?”

Prima che potesse rispondere, Gigi si avvicinò al tavolo. “Vedo che il vaso è ancora pieno di soldi.”

Bell annuì mentre prendeva il foglio che lei gli porgeva. Lesse la risposta e scosse la testa. “Mi spiace.”

“Cosa? È ovvio. I quattro uomini vengono da”

“No,” disse Bell. “Non di fronte a una nuova giocatrice.”

“Oh. Ma penso comunque di aver ragione.”

“Quando il vaso sarà vuoto lo scoprirai, e ti prenderai a schiaffi da sola.”

“Dodici triangoli,” disse Candi.

“Ha,” Gigi rise, “diciotto.”

“Non può essere.” Cominciò a contare di nuovo i triangoli.

“Si tenga i soldi, ragazza,” disse Gigi. “Questo gioco non è per i deboli di cervello.” Li lasciò per aspettare il risultato al bar.

Altri due uomini si avvicinarono al tavolo e diedero entrambi la stessa risposta sbagliata.

“Non possono essere diciotto,” disse Candi.

Bell le indicò tutti i triangoli.

“Dannazione, è difficile.” Fissò il disegno sul tovagliolo.

“Enigma piuttosto difficile, stasera,” disse qualcuno.

Bell alzò lo sguardo per vedere un uomo piccolo e magro che doveva avere più di settant’anni.

Porse il foglio a Bell.

“Congratulazioni, Wally. Vai a prendere la vincita da Blinker.”

“Sì! Lo sapevo.”

Tutti i giocatori guardarono Wally contare la vincita, poi il vaso vuoto tornò sulla sua mensola.

“Qual è la risposta?” chiese Gigi quando si avvicinò al tavolo di Bell.

Bell le porse il foglio di Wally.

“certo, diavolo.” Gigi rise. “Era proprio sotto i miei occhi per tutto il tempo. Le prime parole dell’enigma, ‘il padre di Will.’ Ovviamente Will è il quinto figlio. Buon per il Ringmaster.”

“Forse dovresti scoprire nuove forme di intrattenimento,” disse Bell.

“Sì, lo farò, dopo che vincerò domani sera.” Aprì la borsetta mentre andava da Blinker al bar.

Candi contò mille dollari in banconote da venti. “Sono per il gioco di domani.”

“Okay, ma tolga quel mucchio di soldi dal tavolo. Vada a darli a Blinker. Poi si occupi di Frankie prima che si sbavi addosso.”

Candi rise. “Già, non lo sa ancora ma sta per spendere mille dollari in divertimento e giochi.”

* * * * *

La sera seguente, Leticia sedeva con Bell al tavolo.

Gigi si avvicinò a loro un minuto prima delle nove. “Quante buste, Leticia?”

Leticia la fissò mentre beveva la sua birra.

“Sedici,” disse Bell. “E ciao anche a te.”

“Ciao, e salve alla tua cosiddetta assistente.”

“Posso picchiarla, Bell?” chiese Leticia.

“Sì, ma non stasera.”

Gigi sorrise a Leticia. “Sta facendo diventare qualcuno un bel cobra.”

“Forse un serpente a sonagli con i denti a forma di dollari.”

“Piantatela,” disse Bell. “Pronta a giocare?” Si alzò dal tavolo.

“Diavolo, certo.” Gigi lo seguì mentre si dirigeva al tavolo sul retro. Altri quindici clienti li seguirono.

“Mi state prendendo in giro?” disse Gigi dopo aver aperto la sua busta.

“Non è così facile come pensi.”

Bell corse da altri due gruppi di persone. Non appena si sedette vicino a Leticia, Wally si avvicinò al tavolo.

Porse il foglio a Bell. “È un cinquanta e cinquanta, quindi ne ho semplicemente scelta una. Sono primo, vero?”

“Sì, sei primo, ma la risposta è sbagliata.”

“Maledizione. Sapevo che avrei dovuto scegliere la gallina.”

Altri due uomini si avvicinarono al tavolo.

“Mi spiace, ragazzi. Sbagliato per entrambi.”

Wendy portò la risposta a Bell.

“No. Sarai più fortunate la prossima volta, Wendy.”

“Andrò a uccidere un pavone.” Se ne andò al bar.

“Forse lo abbiamo fatto troppo difficile,” disse Leticia. “Uh-oh, eccone altri tre.”

Tutti avevano sbagliato.

“Oh, ottimo,” disse. “Ecco arrivare la tua puttana preferita.”

“Il vaso è ancora pieno,” disse Gigi. “Quante risposte sbagliate finora?”

“Sette,” disse Bell.

“Anche questo era ridicolmente semplice o incredibilmente intelligente,” disse Gigi.

“Qual è la sua ridicola risposta?” chiese Leticia.

Gigi sorrise e lesse dal suo foglio. “Quale è venuto prima, l’uovo o la gallina? E scommetto che quei sei perdenti hanno lanciato in aria una monetina e hanno scelto l’uno o l’altra. Giusto?”

Bell annuì.

“La mia risposta è che nessuno dei due è venuto prima.”

“Ti spiacerebbe spiegare come sei arrivata a questa conclusione?” chiese Bell.

“Sia l’uovo che la gallina si sono sviluppati insieme, e discendono da un piccolo dinosauro oviparo.”

“Oh cielo!” disse Leticia.

“Giusto,” disse Bell. “Il nome del piumato amico della gallina è Archaopteryx. Vai a prendere i tuoi sedicimila sacchi.”

“Speravo davvero che scegliesse l’uovo.” Leticia guardò Gigiandare a cercare Blinker.

“Va tutto bene, pasticcino, sappiamo chi sono i veri vincitori.”

Il Gioco Di Casper

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