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Capitolo Dieci

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Bell si girò e prese il cellulare dal comodino.

“Sì?”

“Bell, sono Wendy.”

Guardò l’orologio. “Non è neppure mezzogiorno, Wendy. Perché mi hai svegliato?”

“Gigi è all’ospedale.”

“Cosa?” Si sedette, gettando da parte le coperte. “Dove?”

“Gracie Square Hospital, sulla settantaseiesima.”

Bell mise i piedi sul pavimento. “Sono per strada.”

“Stanza tre-venti-sette.”

Il taxi lo lasciò a destinazione quindici minuti dopo.

Bell rimase scioccato quando vide Gigi; sembrava un peso piuma che avesse disputato dieci round e avesse perso.


“C-come hai…” iniziò Bell.

“Le ragazze delle pulizie del The Tuscany hanno i nostri numeri,” disse Wendy, “e sanno che devono chiamarci in caso di…”

Bell prese la mano di Gigi, stando attento all’ago nella parte inferiore del suo polso. “Da quanto tempo è svenuta?”

Entrò una donna in camice bianco. “Lei deve essere la sorella della signorina Draper. Io sono la dottoressa Wilson. E lei chi è?” Porse la mano a Bell.

“Io sono—Io sono…”

“È mio marito, dottoressa Wilson. Bell Casper.”

Bell lanciò un’occhiata a Wendy, ma rimase zitto.

“Se non ne sapessi di più, signora Draper,” disse la dottoressa, “avrei pensato che sua sorella sia stata coinvolta in un incidente d’auto.”

“Forse lo è stata.”

“È stata coinvolta in uno scontro, una collisione con i pugni di qualcuno. L’hapicchiata a sangue, poi l’ha lasciata morente. Ha sei costole rotte, una frattura alla testa, una frattura composta all’omero destro, e una contusione sul lato sinistro della schiena bassache le ha causato un trauma al rene.”

“Santo cielo!” Bell strinse la mano di Wendy mentre fissava il viso pestato che era così bello.

“Signor Casper,” disse la dottoressa. “Lei e sua moglie fareste meglio a sedervi. Non ho finito.”

Bell si lasciò cadere su una sedia mentre Wendy si sedeva vicino a lui.

“Come potete vedere, ha un occhio nero, una guancia escoriata, labbra spaccate, il canino superiore sinistro mancante. Il crociato sinistro è strappato. Queste sono ferite che riportano i giocatori di football. Non le ho mai viste su una ragazza che non fosse un’atleta. Ha un ematoma subdurale vicino alla frattura al cranio. Ha un intervento programmato tra quindici minuti. Dov’è il suo parente più prossimo? Qualcuno deve firmare per l’intervento.”

“I nostri genitori sono morti. Io sono l’unica parente che ha,” disse Wendy. “Cos’è quella cosa subdurale?”

“Il sangue si sta raccogliendo tra la materia dura e la ghiandola aracnoidea delle meningi che circondano il cervello. È stato causato da un forte colpo alla testa.”

“Ha l’intervento ora?” chiese Bell.

“Soltanto se volete che viva.”

“Dove devo firmare?” chiese Wendy.

La dottoressa Wilson le porse un portablocco con un foglio attaccato.

“Ora la prepariamo per la sala operatoria. Dovete andare all’accettazione per dare i suoi dati assicurativi.”

“Non ha l’assicurazione,” disse Wendy.

“Cosa?” disse la dottoressa.

“Me ne occuperò io,” disse Bell. “Cos’altro le serve, dottoressa?”

“Dopo l’intervento alla testa, sistemeremo il braccio rotto. Non possiamo fare molto per le costole. Guariranno da sole in circa sei settimane. Deve stare a letto e muoversi il meno possibile. Solo il crociato dovrebbe metterla al tappeto per due settimane. L’area attorno alle costole deve essere trattata con ghiaccio tre volte al giorno. Non ci sono ancora certezze sul rene. Ce ne preoccuperemo domani se è…”

Bell deglutì. Se domani sarà ancora viva.

“Ora devo chiedervi di lasciare la stanza,” disse la dottoressa.

“Va bene.” Wendy prese Bell per mano per aiutarlo ad alzarsi. “Ci occuperemo dei documenti.”

“Verrò a cercarvi nella sala d’aspetto quando uscirà dalla sala operatoria.”

“Grazie, dottoressa Wilson,” disse Bell. “Per favore, la salvi per noi.”

“Faremo del nostro meglio.”

* * * * *

Bell e Wendy stavano aspettando da più di un’ora senza alcuna notizia dalla dottoressa.

“Chi può averle fatto questo?” chiese Bell dopo aver mandato un messaggio a Leticia.

“Può essere stato chiunque,” disse Wendy.

“L’ultimo uomo che ho visto con lei è stato Granger. È successo la notte prima che io e lei avessimo quello stupido litigio.”

“Granger non è uno che picchia. L’hai rivista quella notte?”

Bell scosse la testa.

Uno stagista che indossava una divisa blu entrò nella sala d’aspetto, guardandosi intorno.

Wendy e Bell si alzarono, ma lui si andò da una signora più anziana vicino a loro.

Si sedettero di nuovo sulle sedie di plastica grigie.

“Dove altro può essersi cacciata?” chiese Bell.

“Da Schrodinger’s Box a all’Unicorn.”

“Conosci gli uomini che li frequentano?”

“Alcuni.”

“Quando uscirà dalla sala operatoria, faremo una visitina a entrambi questi locali.”

Venti minuti dopo arrivò Leticia con tre caffè, panna e bustine di zucchero.

“Qualche novità?” Porse il bicchiere di Starbucks a Bell e Wendy.

“Caffè, mmm. Come lo sapeva?” chiese Wendy.

“Quando Bell mi ha mandato un messaggio, ha scritto che poteva aver bisogno di caffeina.”

“Non abbiamo ancora Saputo niente.” Bell bevette il caffè. “È in sala operatoria da circa un’ora e mezzo.”

Infine, alle 6:30 del pomeriggio, la dottoressa venne a parlare con loro.

“L’intervento alla testa è andato bene. Abbiamo allentato la pressione e riparato il buco in testa. Stanotte la lasceremo riposare, poi domani in mattinata valuteremo i danni al rene.”

“Come avete riparato il buco in testa?” chiese Leticia.

“Abbiamo tolto i primi tre strati di cuoio capelluto, poi abbiamo tagliato una sezione circolare della testa con gli ultimi due strati di cuoio capelluto attaccato. Abbiamo scoperto che questo aiuta a mantenere il flusso di sangue dopo l’intervento. Quando abbiamo finito di drenare l’ematoma, abbiamo rimesso la sezione circolare d’osso, assicurandola con piccole piastre e viti di titanio. Poi abbiamo ricucito il cuoio capelluto.”

“Lascerà una cicatrice?” chiese Bell.

“Sì, ma sarà coperta dai capelli quando le ricresceranno. Abbiamo dovuto rasare una grossa area.”

“Avete sistemato il braccio rotto?” chiese Wendy.

“Sì. Penso che guarirà. Probabilmente ci vorranno tre settimane.”

“E il ginocchio?” chiese Bell.

“Riparare queste lesioni troppo presto dopo un incidente a volte può causare danni permanenti ai muscoli del ginocchio. Aspetteremo che diminuisca il gonfiore, poi probabilmente faremo una ricostruzione artroscopica. La farà un chirurgo ortopedico. Si consulterà con voi domani dopo un accurato controllo del legamento.”

“Wow,” disse Leticia.

“So che ci sono molte cose di cui occuparsi contemporaneamente,” disse la dottoressa, “ma penso che sia già sulla strada della piena guarigione. Che lavoro fa?”

“Um…” iniziò Wendy.

“È una…” iniziò Leticia.

“Una consulente,” disse Bell. “È la mia consulente finanziaria.”

“Bene. Sarà a riposo per almeno due mesi. Quindi se può lavorare da casa mediante teleconferenze, email, e messaggi probabilmente sarà in grado di compiere i suoi doveri abituali dopo un paio di settimane di riposo a letto.”

“Bè, um, lei…” provò a dire Wendy.

“Ha un contratto di lavoro,” disse Bell. “Sarà rimborsata per la perdita di guadagni.”

Sia Wendy che Leticia lo fissarono.

“Bene. Avere un’entrata economica regolare le allontanerà lo stress e le permetterà di concentrarsi sul suo recupero fisico. Ora, se ho risposto a tutte le vostre domande, devo iniziare il giro.”

Bell si allungò per stringere la mano alla dottoressa. “Grazie, dottoressa Wilson. Penso che abbia gestito abbastanza bene la situazione.”

Dopo che la dottoressa ebbe lasciato la stanza, Wendy disse, “Contratto di lavoro?”

“Rimborsata per la perdita d guadagni?” chiese Leticia.

“Bè,” disse Bell, “è il minimo che possa fare. Se non avessi avuto quello stupido litigio con lei, non sarebbe andata in un altro bar. E non sarebbe stata picchiata a sangue.”

“Litigio?” chiese Leticia.

Wendy spostò lo sguardo da Bell a Leticia. “È stato solo un piccolo disaccordo,” disse.

“Riguardo a cosa?” chiese Leticia.

“Le risposte degli enigmi,” disse Bell.

“Quello sull’Egitto,” disse Wendy.

“Sì,” disse Leticia. “La risposta era il Nilo.”

“Anche la lettera ‘E’ era una risposta valida,” disse Bell.

Leticia ci rifletté per un momento. “Sì, è vero. Quindi, Gigi è stata la prima a dare la risposta ‘E,’ le hai detto che aveva sbagliato, e lei si è arrabbiata. Poi hai detto qualcosa di stupido come sei solito fare e lei se n’è andata.”

“Esattamente,” disse Wendy. “Penso ancora che avrebbe dovuto vincere.”

“Chi ha vinto i soldi?” chiese Leticia.

“Amber Puttana Cherry,” disse Wendy.

“Oh.” Leticia guardò Bell. “Ecco perché eri così irritabile la scorsa settimana.”

“Non ero irritabile.”

“Lunatico.”

“Neppure lunatico.”

Rimasero in silenzio per un po’ mentre sedevano in sala d’aspetto.

“E ora?” chiese Wendy.

“Rimarrò qui finché non si sveglia,” disse Bell.

“E il bar?” chiese Leticia. “E gli enigmi?”

“Blinker può occuparsi egregiamente del bar. Tu ti occuperai degli enigmi.”

“Intendi dire andare al bar, consegnare le buste e vedere chi vince?”

“Sì.”

“Sai quanto odio quel posto?”

“Pensavo che lo amassi. Dovrai anche tenere d’occhio i progetti edili in corso.”

“Lo avrei fatto comunque,” sbottò Leticia.

“Potrei occuparmi io delle buste,” disse Wendy, “ma in questo caso non posso partecipare.”

“E il caffè?” chiese Leticia.

“Wanda è una grande manager,” disse Bell. “Difficilmente ha bisogno di me. Se succede qualcosa, mi manderà un messaggio.”

“Quale caffè?” chiese Wendy.

* * * * *

Alle 3 del pomeriggio seguente, Bell era seduto a sonnecchiare sulla sedia per i visitatori di Gigi.

“Che…ca…cavolo?”

Bell saltò su dalla sedia e premette il pulsante per chiamare l’infermiera.

“Ehi, piccola.” Le tolse i capelli dalla fronte.

Gigi aprì gli occhi con fatica. “Dove…?”

“All’ospedale,” disse Bell. “Stai tranquilla.”

L’infermiera entrò di corsa, diede un’occhiata ai monitor, poi misurò la pressione a Gigi. “È bello che sia tornata tra noi, signorina Draper.”

“Non posso…” Si leccò le labbra.

“Hai sete?” Bell prese una tazza con una cannuccia dal comodino.

Succhiò dalla cannuccia che le aveva messo tra le labbra. “La testa…mi fa male.”

Bell guardò la benda su un lato della sua testa. “Può darle qualcosa…” he guardò la targhetta, “Infermiera Watkins?”

“Le sto iniettando del fentanyl proprio ora. Ci vorrà solo un minuto perché faccia effetto.”

Gigi strizzò gli occhi. “Un camion?”

“No,” disse Bell. “Sei caduta dallo sgabello.”

Rimase zitta per un momento. “Bugiardo.” Alzò una mano per fregarsi il naso.

Bell le prese la mano. “Lascialo stare. È un sondino per l’alimentazione.”

Gigi guardò l’ago nel suo braccio, poi guardò l’altro. “Rotto?”

“Sì.”

Corrugò la fronte, come se stesse cercando di concentrarsi su qualcosa. “Da quando?”

“Solo un giorno o poco più.”

“Sono ancora arrabbiata con te.”

Bell sorrise. “Va bene.” Prese il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni. “Mando un messaggio a Wendy. Ha detto di scriverle nel momento stesso in cui ti saresti svegliata.” Dopo aver mandato il messaggio a Wendy e uno a Leticia, mise appoggiò il telefono sul comodino.

“Sta meglio?” L’infermiera infilò l’estremità dello stetoscopio sotto il colletto dell’abito da ospedale di Gigi.

Gigi annuì. “Grazie.”

“Il cuore fa un bel suono. Vado a cercare la dottoressa.”

“Aspetti.”

L’infermiera tornò indietro.

“Devo fare pipì.”

“Okay.” L’infermiera prese una padella da un armadio. “Lei deve aspettare fuori, signor Casper.”

“Oh, okay.”

Il Gioco Di Casper

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