Читать книгу Il Concilio - Ferdinando Petruccelli della Gattina - Страница 13
XI.
ОглавлениеMa i Concilii mutarono natura. Finora essi erano stati quasi tutti dogmatici; d'ora in poi diverranno quasi tutti politici o disciplinari.
La Chiesa latina aveva anch'essa mutato carattere. Erasi emancipata dall'autorità degl'imperatori d'Oriente, e mostrava la sua superiorità di fronte a quelli d'Occidente. Essa non aveva, quindi, più bisogno di discutere le sue dottrine: le formulava, le promulgava e le imponeva. Chi resisteva era appiccato od arso.
Lo scisma, per conseguenza, erasi complicato con l'elemento politico.
L'imperatore d'Occidente si levava contro quello d'Oriente, e lo respingeva in Asia.
Un Concilio ecumenico, l'ottavo dei Latini, sancì per un momento l'unione delle due Chiese, sotto Adriano II; ma ben presto l'ottavo ecumenico dei Greci (879) ruppe l'accordo, cassò i canoni del sinodo latino, e l'anatomizzò, alla presenza stessa dei legati di quel papa Giovanni VIII, ch'era stato scacciato dal popolo romano, e che, poco dopo, da uno de' suoi parenti venne ucciso a colpi di martello.
La rottura fu allora compiuta e per sempre. I Padri delle due Chiese non si riunirono mai più, sino alla famosa mistificazione del Concilio di Firenze (1439).
Il potere laico godeva frattanto di un'assoluta supremazia sull'ecclesiastico. Un Concilio tenuto a Roma, sotto Adriano I, aveva riconosciuto in Carlomagno e ne' suoi successori l'autorità di nominare il vescovo di Roma—detto il papa.
Carlomagno non s'era servito di questa autorità, ma aveva esercitato il diritto di controllare e confermare la scelta fatta dal popolo e dal clero romano, di sorvegliare il clero e le forme del culto, e di tassare i beni ecclesiastici. D'altra parte, il Concilio aveva il diritto di decidere in quanto ai dogmi ed alle discipline.
Il Concilio era un potere costituente, al di fuori e al disopra del potere pontificio, così in Occidente come in Oriente. Il solo imperatore era al di sopra del Concilio, in quanto poteva convocarlo, scioglierlo, presiederlo, ratificarne e proclamarne i decreti; ma non già imporre, per diritto, questa o quella formula di credenza, più che il papa o il patriarca. Ora si trattava di rovesciare, per mezzo dei Concilii od altrimenti, codesta autorità laica del re, codesta supremazia del Concilio sul papa. Inoltre trattavasi di ottenere l'autorità suprema sulla monarchia, sulla Chiesa, sul popolo e sul mondo. E fu questa impresa che produsse tutte le sciagure de' secoli successivi.
Gli scismi, per lo più, provennero dalla parte de' papi; i Concilii, dalla parte de' principi. Ecco perchè i papi li hanno sempre temuti e respinti; ecco perchè essi cercarono di sovrapporre la loro autorità a quella del Concilio.
Sarebbe superfluo il continuare a tessere la storia particolareggiata de' Concilii, dopochè abbiam visto in quale strano modo, da quali mani e con quali materiali la dottrina di Cristo venne alterata e la dottrina cattolica fabbricata. I costumi essendo mutati, non sarebbe oggidì che a titolo di curiosità storica che noi potremmo raccontare come il sacerdozio è stato rimondato, reso docile e servile a'vescovi ed al papa, e come i papi hanno a poco a poco costruito la propria autorità[7].
Ma, siccome per la Chiesa, del pari che per la diplomazia, un canone o un trattato, che cessò di aver forza di legge, rimane sempre in vigore come precedente, utile ad essere ricordato in certe eventualità, così noi abbozzeremo ancora il racconto di qualche Concilio. D'altra parte, se la Chiesa s'è cristallizzata sovra un banco di dottrine ch'essa dice ortodosse, l'eresia—cioè l'opposizione, la riforma, il progresso—non ha punto abdicato; ieri ancora la Congregazione dell'Indice condannava dei libri eretici, e domani il ventunesimo Concilio ecumenico di Roma deciderà sulla incompatibilità della scienza e della civiltà col dogma. Seguiamo dunque di lontano codesta permanente protesta dell'eresia, l'usurpazione del potere spirituale sul temporale, e la resistenza laica contro l'invasione ecclesiastica.