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COMUNICAZIONE 2.4. LA RIORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO SOCIALE SOTTO LOCKDOWN: IL CASO DELLA CARITAS DI AGRIGENTO
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• Giuseppe Sicorello, Università di Palermo
SOMMARIO E OBIETTIVI
In questa fase particolarmente critica per l’emergenza sanitaria in corso, è stata necessaria una considerevole riorganizzazione del Centro di Ascolto Diocesano della Caritas di Agrigento, servizio in cui opero. L’aumento spropositato del numero di accessi e dei bisogni manifestati dalle persone incontrate nel periodo di lockdown, ha completamente stravolto il modus operandi ormai consolidato negli anni. Credo di poter racchiudere i cambiamenti effettuati in due grandi gruppi: cambiamenti strutturali e cambiamenti Professionali.
1) I cambiamenti strutturali si riferiscono a tutto ciò che di materiale è stato stravolto in questo delicato periodo. Basti pensare, ad esempio, alle barriere protettive in plexiglass che ormai occupano tutte le scrivanie adibite all’ascolto e che creano una maggiore distanza tra operatore e assistito. Un altro cambiamento che ha influito considerevolmente nel servizio è dovuto dalla rimozione della sala di aspetto. L’utilità e la vera natura di questa stanza spesso vengono ampiamente sottovalutate. In questo periodo e a causa delle norme anti-CoViD-19 l’utenza viene accolta previo appuntamento, e a causa delle esigenze di servizio e di diverse condizioni di vulnerabilità, le persone sono ormai costrette ad attendere il proprio turno al di fuori dei locali della struttura. Gli operatori, pertanto, si sono più volte interrogati sulla violazione di alcuni diritti fondamentali dell’utente nonostante si sia cercato il più possibile di non ledere la privacy di chi si rivolge al nostro servizio.
2) I cambiamenti professionali invece sono quelli inerenti al modus operandi caratteristico della professione dell’assistente sociale. Ad esempio, l’uso obbligatorio delle mascherine spesso non permette di cogliere diversi e fondamentali aspetti del linguaggio non verbale e spesso rende ancora più difficile la comunicazione tra operatore e beneficiario. Nonostante tutto, in questo periodo, sembra di aver assistito anche ad una sorta di evoluzione tecnologica della nostra professione: infatti è stato più semplice collaborare e confrontarsi sia con i colleghi che con gli altri uffici tramite i nuovi mezzi di comunicazione e anche i beneficiari hanno interagito con i nostri uffici tramite e-mail o i nuovi social. Altro fattore positivo è stata la capacità di promuovere connessioni e sinergie tra risorse formali e informali al fine di realizzare un intervento di aiuto e sviluppare nuove reti stabili anche per il futuro post-COVID-19.