Читать книгу Sola di fronte al Leone - Simone Arnold-Liebster - Страница 7

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INTRODUZIONE

Tutta l’Europa si stava preparando a celebrare il cinquantesimo anniversario della liberazione dal terrore nazista. Il mondo doveva ricordarsi ancora una volta di un periodo entrato nella storia con appellativi tanto inquietanti come “abisso”, “inferno”, “epoca di terrore” o “tenebre”. Anche un piccolo gruppo di testimoni oculari ha commemorato l’avvenimento: aveva portato il triangolo viola, contrassegno dei Testimoni di Geova nei campi di concentramento. Cominciando da Strasburgo e Parigi queste persone, me compresa, hanno visitato numerose città francesi per narrare la loro storia nell’ambito di esposizioni itineranti. I nostri racconti hanno suscitato molta curiosità, sia su fatti storici sia sul vissuto personale. Le insistenti domande dei visitatori mi hanno obbligata ad alzare a una a una le saracinesche solidamente serrate della mia memoria. Ho avuto l’impressione di ritrovare la mia infanzia, di tornare a essere la bimba di un tempo, con i suoi ricordi, sentimenti, gioie e paure. Le numerose interviste hanno proiettato luce sui miei sogni – e i miei incubi – e hanno richiamato gli orrori del mio passato. Tutto si è delineato con tanta vividezza e precisione che ho rivissuto quel periodo, in cui ero confrontata con l’oppressione del “Leone” nazista.

Al coro si sono uniti numerosi amici: “Scrivi tutto, dipingici un quadro, fissa i tuoi ricordi sulla carta. Scrivi adesso, finché c’è ancora tempo…”

Sono ritornata nell’Alsazia degli anni Trenta, una bella regione dai paesaggi maestosi, dai forti valori ancestrali, una terra agognata, che portava ancora le dolorose cicatrici dei passati conflitti fratricidi.

Proprio in questa cornice la ragazzina felice e allegra che ero allora aveva sviluppato una maturità precoce, scoprendo la povertà dei figli delle famiglie operaie, le ingiustizie, l’intolleranza, le dispute tra i sostenitori della Francia o della Germania e l’angoscia crescente degli adulti ossessionati dalla prospettiva di una nuova guerra.

Il “Leone” – così soprannominavamo il regime nazista avido di prede – aveva finito per estendere la sua tana alla nostra regione, braccando i miei amici, disperdendo la mia famiglia, infrangendo il mio universo e defraudando la mia fanciullezza. Non mi restavano altro che i miei ricordi, definiti simpaticamente da mio padre la mia “biblioteca privata”. La prova fu terribile.

Nonostante tutto, la mia storia è una testimonianza vivente che la coscienza, anche quella di una bambina, può rimanere fedele a se stessa e trionfare sulle avversità, purché educata e alimentata da un ideale o da elevati valori. Che questa vicenda possa infondere fiducia e coraggio a chiunque in futuro debba affrontare qualunque Leone possa sorgere!

Sola di fronte al Leone

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