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Similemente onore

como 'l piacere,

al meo parere,

s'acquista e si mantene;

e ambur hano un core 5

e un volere,

como savere

a li bon si convene.

Donqua dirá l'on: — Come

amburo han piú d'un nome, 10


da poi che 'nsieme

son d'una speme

e d'un volere e d'uno intendimento? —

Però che son du' cose

in un voler conchiose: 15

dal piacer vène

in prima 'l bene,

und'onor cresce, ch'è suo compimento.

In prima che 'l piacere

è l'obedire, 20

unde 'l servire

si move ogna stagione;

e non è alcun savere

da piú saglire

sensa 'l sufrire 25

per nessuna cagione.

Che 'l sofferire è tale,

e tanto monta e vale,

che fa compire

ogni volire 30

e d'ogni bene è somma e sentensa.

Chi non è sofferente

non può esser piacente,

né può montare

in grande affare. 35

Cotanto vien da fina canoscensa!

Cannoscensa si move

da senno intero,

corno dal cero,

quand'arde, lo sprendore, 40

e tutte cose nòve

di stato altèro

di le' nascêro

e nasceno a tutt'ore.

A la sua signoria 45

si regge cortezia,


tutta larghessa,

tutta prodessa,

pregio e leansa e tutto valimento.

Quel corpo lá u' si cria 50

giammai non falleria

né per ricchessa,

né per grandessa,

tanto lo guida fino insegnamento.

Tant'è l'om da pregiare 55

di canoscensa

e di valensa

quant'opra per ragione;

e tant'è da blasmare

quant'ha potensa 60

e intendensa

e non fa messione

per venire in orransa,

in lontana contansa,

e per potere 65

tra i bon capére

e conquistar l'onor, che s'abandona

per la dismizuransa

de la malvagia uzansa,

che fa valere 70

poco d'avere

piú che bontá u pregio di persona.

Se l'onor vi parlasse,

signor, ch'andate

e cavalcate 75

a guiza di maggiori,

non sría chi l'aspettasse,

se ben guardate

quel ch'operate

ver' lui nei vostri cori. 80

. . . . . . . . .

. . . . . . . . .

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