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I

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Invita pulzelle e maritate a darsi alla gioia e all'amore.

Quando vegio la rivera

e le pratora fiorire,

e partir lo verno ch'era,

e la state rivenire,

e li auselli in schiera 5

cantare e risbaldire,

no mi posso sofferire

di non farne dimostranza;

ch'io agio odito dire

ch'una grande allegranza 10

non si pò bene covrire,

se cotanto s'innavanza!

E l'amanza — per usanza,

c'ho de la frescura,

e li alori, — che de' fiori 15

rende la verdura,

sí m'incora — e innamora

che mi disnatura.

Und'io trovo novi canti

per solazo degli amanti 20

che ne canti — tutti quanti.

Chi trova casione

fa contra rasione,

ch'or'è la stasione

di far messione; 25

a ciò che sia conforto


lo tempo, ch'è passato,

di quelle, c'han diporto

di core innamorato,

che non degia esser morto 30

chi di bon cor è amato.

Voi, pulzelle,

novelle,

sí belle,

issa vo' intendete; 35

maritate,

ch'amate

istate

lungamente sète;

dalli amanti 40

davanti

cotanti

piú non v'atenete.

Rendete le fortesse,

ché noi vegnán per esse: 45

non state piú in duresse.

Che l'altesse

son duresse,

che voi dimostrate;

e feresse 50

e crudellesse,

quando disdegnate.

Se paresse

a voi stesse,

or non v'amantate; 55

e vivete — in allegranza

e compiete — la speranza

di color, che n'han fidanza,

per l'altèra — primavera;

ché 'l tempo è gaudente, 60

e la spera — e la cèra

chiara de la gente.

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