Читать книгу Agatone e la tragedia attica di fine V sec. a.C. - Beatrice Gavazza - Страница 12
7. Ricezione e fortuna
ОглавлениеNonostante si sia conservata una minima parte della sua opera poetica, Agatone continua a rappresentare un affascinante oggetto di studio anche a causa della fortuna da lui riscossa nel panorama letterario dell’Atene classica e nella tradizione successiva. I testi decisivi per interpretare il successo di Agatone nell’antichità e oltre sono le Tesmoforiazuse di Aristofane, il Simposio di Platone e la Poetica di Aristotele.
Le opere di Aristofane e Platone testimoniano e riflettono la fama e il fascino esercitato dalla figura del tragediografo tanto sulla propria generazione (Aristofane) quanto su quella successiva (Platone). Al tempo stesso, è evidente il carattere paradigmatico del loro Agatone. Gli elementi più incisivi delle due rappresentazioni sono l’aspetto fisico del poeta, di cui si enfatizza la bellezza e la gioventù (con tutte le implicazioni omoerotiche del caso), e la sua preparazione retorica, improntata agli insegnamenti di un retore professionista quale Gorgia. L’Agatone letterario rappresenta dunque delle categorie: il giovane eromenos bello e raffinato; la generazione educata alla retorica dai sofisti; gli innovatori nel campo musicale; i nuovi poeti tragici, che stavano subentrando ai grandi autori del V sec. a.C. Pertanto, oltre ad avere una fondamentale funzione di testimonianza, Aristofane e Platone sono stati decisivi nel tramandare ai posteri un Agatone inteso come figura simbolica. Gli stessi scolî, ultima traccia a noi rimasta degli studi filologici condotti dagli antichi eruditi, mostrano chiaramente che la maggior parte delle informazioni da loro fornite su Agatone dipendono dalle commedie di Aristofane e dal Simposio di Platone (vd. testt. 8c*. 5. 6).
Nell’opera di Eliano (tra II e III sec. d.C.; vd. testt. 15. 16. 22) sono tramandati a proposito di Agatone diversi aneddoti ambientati in Macedonia e di contenuto erotico, erotico–simposiale e retorico. Non è possibile datare l’origine di questa tradizione macedone, tuttavia la coincidenza delle tematiche con i tratti salienti attribuiti all’Agatone aristofaneo e platonico lascia pochi dubbi sul fatto che i due testi di epoca classica abbiano influenzato anche l’aneddotica. In generale, negli autori di II–III sec. d.C. – forse in virtù degli interessi retorici coltivati nell’ambito della Seconda Sofistica – il nome del poeta tragico ricorre con relativa frequenza come esempio paradigmatico e spesso negativo di uomo, o talvolta più precisamente retore, raffinato ed effeminato. Tracce di questa cristallizzazione della figura di Agatone nel ruolo di effeminato e omosessuale passivo si notano già in un epigramma attribuito (forse erroneamente) a Platone, dove Agatone è il nome scelto per l’amato (vd. test. 14). Nel II–III sec. d.C. la citazione del tragediografo avviene tendenzialmente nell’ambito della letteratura simposiale o della trattatistica retorica (Plutarco, Ateneo, Luciano, Massimo di Tiro, Ermogene, Filostrato; vd. testt. 12. 13. 14); in questo caso, sembra che il testo di riferimento sia il Simposio di Platone. Ancora nel IV sec. d.C. il nome di Agatone compare in un elenco di uomini effeminati stilato dal retore Libanio. Poiché in questo contesto il poeta è associato ad altre figure che ricorrono nella commedia antica, Libanio deve aver recepito lo stereotipo di Agatone omosessuale attraverso l’opera di Aristofane.
Nell’ambito della letteratura latina, si tramandano due versi di una satira menippea di Varrone (II–I sec. a.C.) intitolata Agatho (vd. test. 12). Il contenuto del frammento superstite sembra avvalorare l’ipotesi di un riferimento nel titolo all’Agatone del Simposio platonico, assunto come esempio paradigmatico del giovane ricco e ciononostante desideroso di seguire gli insegnamenti dei sapienti.
Agatone è citato anche nel Purgatorio di Dante (XXII 107): insieme ad altri illustri poeti dell’antichità, il tragediografo si trova nel primo cerchio dell’Inferno, nel Limbo. La ricezione non è avvenuta in questo caso attraverso Aristofane o Platone, bensì attraverso Aristotele, conosciuto da Dante grazie ai commenti aristotelici di Tommaso d’Aquino. Lo stagirita esprime un’alta opinione dell’attività poetica di Agatone, e infatti nell’opera dantesca questi compare tra i grandi poeti dell’antichità.1
Agatone è inoltre il nome del protagonista del romanzo di formazione Geschichte des Agathon (pubblicato per la prima volta in due volumi nel 1766–1767) di Christoph Martin Wieland (1733–1813), esponente di rilievo della cultura illuminista tedesca. La storia è ambientata nel mondo greco–mediterraneo nel periodo a cavallo tra V e IV sec. a.C. Per dichiarazione dell’autore, la figura del protagonista è ispirata soprattutto al personaggio di Ione dell’omonima tragedia euripidea. Tuttavia, per quanto riguarda alcuni caratteri fondamentali del suo Agatone (a partire dal nome), Wieland riconosce di essersi ispirato proprio alla figura tratteggiata da Platone.2 A distanza di secoli, l’immagine del giovane poeta καλòς καὶ ἀγαθός e desideroso di seguire le orme dei sapienti non ha cessato di esercitare il suo fascino.