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I Volontarii Italiani
PARTE TERZA
Entusiasmo
II
ОглавлениеLa rappresentazione del nuovo dramma era imminente. I comici, nel corso delle prove, si erano mostrati oltremodo soddisfatti dell'autore, preconizzandogli il più felice successo. Nullameno, all'avvicinarsi di quell'ora solenne e terribile nella quale il pubblico è chiamato a proferire il suo verdetto, Eugenio Lanfranchi sentì il bisogno di sottoporre il suo lavoro drammatico al giudizio di un amico. – Ma dove trovare un amico? – In città non vi era che uno solo, cui il Lanfranchi osasse dare questo nome – un altro poeta più giovine di lui e meglio favorito dalla fortuna, in quanto non avesse bisogno di esercitare la letteratura per vivere, o di subordinarsi, per necessità dell'impiego, alla dispotica albagia dei suoi concittadini.
Questo giovane poeta si chiamava Carlo De Santi. Toccava appena i venti anni, e faceva il suo corso di studi all'università di Pavia; ma da qualche tempo era tornato alla città natale per rimettersi da una grave malattia che l'aveva condotto a filo di vita.
La famiglia De Santi non aveva mai veduto di buon occhio l'intrinsichezza dei due giovani. Come abbiamo veduto, il Lanfranchi passava per un cervello matto, per un discolo. Ma forse la sua povertà più che la sua cattiva fama lo facevano reputare un soggetto pericoloso. Carlo ed Eugenio, all'epoca delle vacanze autunnali, si vedevano rare volte, di nascosto, attratti da quella omogeneità di caratteri e di studii che esercita un potere irresistibile negli anni della giovinezza.
Il Lanfranchi non aveva mai osato presentarsi alla casa dell'amico, dacchè questi era venuto da Pavia per rassodare la sua convalescenza. Il prepotente bisogno di interrogare il di lui giudizio sulla nuova produzione drammatica, prima di affrontare quello del pubblico, gli ispirò il coraggio di dirigersi a quelle soglie, malgrado il pericolo di vedersi respinto.
Entrò col cuore trepidante – salì le scale a celere passo – e ottenne di presentarsi all'amico, il quale non aveva ancora abbandonata la sua camera da letto.
Poichè i due giovani furono lasciati soli, essi presero a parlare con quell'enfasi esuberante, che fa sorridere gli scettici incalliti nella apatia, ma che è pure la espressione più naturale della giovinezza che sente e che crede.