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I Volontarii Italiani
PARTE TERZA
Entusiasmo
IV

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Il nuovo dramma non era un capolavoro d'arte; l'intreccio non brillava di originalità, i dialoghi riboccavano di quelle iperboli comuni che si fanno applaudire egualmente in teatro e alla Camera dei deputati. Il giovane autore mirava all'effetto. I suoi personaggi ritraevano con brutale naturalezza i tre partiti politici dell'Italia contemporanea, i quali, sulla scena, soglionsi ordinariamente raffigurare in un prete reazionario, in un sindaco moderato e servilmente ligio al potere, e in un gruppo di popolani, di poeti e di artisti infervorati di principii democratici e sempre disposti ad agire. Ma il carattere più spiccato, e diciamolo pure, il più falso, era quello di una eccentrica madre, la quale, avendo un unico figlio di età giovanissima e per giunta infermiccio, era pronta ad immolarlo sui campi di battaglia, dividendo con lui i disagi ed i pericoli. Questa madre spartana era la protagonista del nuovo dramma, e l'attrice benefiziata contava a buon dritto di suscitare immenso entusiasmo presentandosi colla divisa garibaldina ad insegnare a suo figlio la manovra del fucile.

Sublimi trasporti della giovinezza! Slanci maravigliosi dei vergini cuori, ai quali è dato sorvolare a quella pesante atmosfera di positivismo che è la caratteristica dell'epoca attuale! – Se la dolorosa esperienza della realtà ci obbliga qualche volta a sorridere di questi illusi sublimi, è anche vero che noi siamo costretti molto spesso ad ammirarli e ad invidiarli! – Noi dubitiamo, essi credono – ecco la differenza. Ciò che è falso per noi, considerato nei rapporti di un ignobile realismo – per essi, che vedono il creato attraverso al prisma abbagliante della giovane fede, è un ideale che somiglia al possibile. Leggendo Plutarco, noi disperiamo che il secolo parolaio produca dei nuovi giganti e dei magnanimi fatti – essi, come il Carlo Moor del poeta alemanno, si illudono di veder rivivere l'età degli spiriti gagliardi e dell'eroismo disinteressato.

Chi ha ragione? chi ha torto? – Qual è di noi che vede più giusto? – Curviamo la testa dinanzi a questi martiri predestinati che profondono il loro sangue. A ben considerare, essi non hanno che un solo torto, quello di esser pochi. Non per questo abbiamo noi diritto di ammonirli che essi spendono il loro entusiasmo e la loro vita a profitto di una turpe ed ignobile maggioranza che, pure disconoscendoli, farà traffico dei loro sacrifizii per amplificare la propria potenza. La società è orribilmente viziata e incadaverita. Essi rappresentano l'avvenire.

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