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Giovedì 14 maggio 2009

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Amos


Il mio nome è Amos. Non mi è mai piaciuto troppo il mio nome, non per il nome stesso, ma è difficile trovare un soprannome. Magari uno di quelli che fa style quando ti chiamano per la strada. Invece no. Sono sempre stato solo “Amos”. Quello lì. Ho vent’anni portati malissimo, forse anche perché non ho già più capelli in testa e la rasata è d’obbligo, conseguenza della mia vita che litiga costantemente con il mio orologio biologico.

Circa due anni fa ho deciso di studiare all’estero e ho cercato, con tutte le mie forze (anche quelle che non avevo, ed è forse per quello che i miei capelli hanno fatto le valigie e hanno salutato per sempre il mio cuoio cappelluto) di racimolare più soldi fosse possibile per partire per quest’avventura che oggi come allora mi sembra a dir poco titanica: cinque anni di università a Los Angeles.

Io sono un designer, o meglio, creo flyer e poster per clienti locali. Niente di trascendentale, e dunque il reddito è altrettanto non trascendentale. Per arrotondare, dopo la fine del liceo, ho lavorato presso un centro commerciale, collaborato con una radio, fatto qualche lavoretto televisivo e svolto pubbliche relazioni per discoteche e aziende che promuovono prodotti di vario genere. Da navigatori Tom Tom a Yogurt in promozione. Già, divertente, ma spesso è stato anche imbarazzante, considerando che delle volte mi si vedeva in televisione la sera prima, agghindato con il vestito della festa, e il giorno dopo mi ritrovavo alla cassa del supermercato vestito da Yogurt umano. Non fumo, consumo alcol nella norma e parlo molto, a volte troppo, a causa del mio Ego sovrasviluppato.Vivo con il mio gemello Joy, che anche se praticamente é identico a me nell’aspetto, ha decisamente altre passioni e fa il carpentiere.


Circa un anno fa ho conosciuto la ragazza più importante della mia vita fino a questo momento, Sheila. Nonostante i miei mille impegni, è sempre al mio fianco e mi sostiene in qualunque cosa io faccia. Lo chiamano Amore, credo.

Da piccolo ero un regista “Wanna Be”, ma nella piccola e magnifica bolla di realtà in cui ho sempre vissuto, il Ticino, questa mia attitudine era vista con particolare scetticismo.

Ho deciso dunque di fondere due delle mie passioni più grandi: il design e il cinema, arrivando alla conclusione che creare i cartoni animati, fare l’animatore, sarebbe stata la strada giusta. Dunque, eccomi qui, pronto a partire.

L'Oscar di Cioccolata

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