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III.

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Nel dimani, prima che il sole avesse superato le pendici del monte Marianna, Giacomo era di già un'altra volta a Cedarzis. Attraverso frane, grebbani e siepaglie, egli avea tenuto la via più breve, e spuntava sull'altura che cuopre a settentrione il villaggio, quando udì sonare a distesa il campanello che precede la comunione agl'infermi, e poi giù tra il verde vide le torce, la bianca ombrella del Sacramento e una riga di lumi e di donne devote, che col fazzoletto sugli occhi e le mani giunte seguivano pregando ed alternando con voce sottile le litanie al grave salmeggiare del sacerdote e dei pochi che lo accompagnavano. Portavano il Signore alla Rosa. A quella vista sentì nel cuore un subito affetto e un desiderio di preghiere, e corse ad unirsi alla processione, e coll'anima purificata da immenso dolore pregava per lei.... Pregava che il Signore gliela ridonasse! Giunto alla casa del mandriano, entrò il sacerdote con pochi, tra' quali Giacomo. Gli altri s'inginocchiarono sulla via, e pregavano sommessi. Nella cameretta di lei avevano apparecchiato un tavolino coperto da una tovaglia da chiesa con suvvi due candele accese e il secchiello dell'acqua santa; Maddalena, la padrona di casa, Giacomo, il sagrestano, e i due che portavano le torce, inginocchiati facevano corona al letto. La malata aveva sul capo il suo fazzoletto da festa, teneva gli occhi chiusi, le mani giunte, e nella semplicità della sua fede pregava in silenzio. La sua faccia era pallida, abbattuta, ma serena; i graziosi ricciolini che solevano contornarla, ora distesi e negletti volitavano in tenui liste sulle tempie e lungo le guance. Quando sentì la voce grave del sacerdote annunziarle la pace, adunò tutte le sue forze e fece come un moto per sollevarsi incontro al Signore che veniva a visitarla; indi con più divozione strinse le mani, e al chiarore delle torce fu veduta correre sulle bianche sue gote più di una lagrima. Cogli occhi sempre chiusi aprì le labbra pallidissime, e ricevette l'Agnello che toglie i peccati, chinò la fronte, e dentro a sè raccolta pregava con grande affetto. Spensero i lumi e partirono: solo Giacomo era rimasto, e colla faccia nelle palme inginocchiato a' piedi del letto piangeva in silenzio. Di lì a qualche poco Rosa s'accorse di lui.

— Giacomo? diss'ella, siete proprio voi?

Egli si alzò, ma non poteva proferire parola.

— Oh! se sapeste quanto ho pianto per paura di morire senza vedervi! — e gli porse la mano, e quelle mani affettuosamente congiunte più si dicevano di quanto avrebbe saputo la lingua. — Nei giorni passati, continuò Rosa, ho tanto pregato la Vergine e i Santi che vi mettessero in cuore di tornare al vostro paese, e questa notte mi siete comparito in sogno: eravate seduto lì — e additava il posto che Giacomo aveva tenuto durante il suo tremendo delirio; — ero così contenta di vedervi!... Quando mi sono svegliata questa mattina e che mi sono accorta d'aver sognato, ho sentito una tale amarezza!... Non ho potuto tranquillarmi, se non nel momento della comunione. Mi parve allora che il Signore mi promettesse che vi avrei riveduto in paradiso.... Ah! Giacomo, e voi siete qui!... Mi farete una grazia? chies'ella dopo alcuni minuti di silenzio.

— Potete credere! disse Giacomo tutto commosso.

— Dopochè voi lasciaste il paese, ne ho patite tante....

— So tutto, interruppe egli, mi hanno raccontato....

— Or bene. Mio padre non voleva che venissi qui, e crede che io non lo ami! Gli ho fatto dire che sono ammalata....

— Ed è stato a ritrovarvi?

Rosa fe' cenno di no, e le si annebbiarono gli occhi.

— Pur troppo morrò senza vederlo! diss'ella dopo un altro momento. Mi dorrebbe, ch'egli credesse ch'io fossi partita da questo mondo serbando rancore contro di lui.... e voi, Giacomo, avete a farmi la grazia d'andarlo a trovare. Gli direte ch'io l'ho sempre amato come quando ero picciola e che viveva la mia povera madre, gli porterete quel po' di danaro che mi viene del mio salario, lo bacerete per me, e voi contategli con quanto dolore vada sotterra priva della sua benedizione e del suo perdono.... — In quella entrò Maddalena con una scodella. Si accorse che la malata era commossa, e non le parve bene; fece viso arcigno, e mentre col cucchiaio andava freddando il brodo.

— Bisognerebbe, disse a Giacomo, che arrivaste da Galante per farvi dare quel paio di lenzuola e quella copertina che dicevano ieri sera; e poi qui ci vuole della carne.... — E andava ricordando al giovane diverse faccenduole e spese da farsi tanto da torselo dai piedi. Giacomo intese, e salutata la Rosa, se ne andava.

— Ricordatevi di tornare! diss'ella.

— Sì! borbottò la Maddalena, faremo un altro piagnisteo, e così la febbre tornerà da capo.

La malata prese con molto piacere quel brodo, poscia dolcemente s'addormentò. Quando venne il dottore a visitarla, si mostrò ilare, parlò di buon umore, il suo polso era quasi senza febbre. Verso sera ei fece di nuovo ritorno. Trovò rinnovato l'accesso, ma però dalle riferte della Maddalena capì che il delirio s'era spiegato più tardi e men feroce della sera innanzi. L'ammalata aveva il viso straordinariamente acceso, sicchè pensò all'applicazione delle sanguisughe alle tempie. Tra il mandarle a prendere, l'applicarle, una nuova prescrizione di chinino, e l'insegnare a Maddalena come doveva regolarsi in quella notte e nel dimani, fece sì tardi, che per quella sera dovette rinunziare alla sua solita partita di Arta.

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