Читать книгу Istoria civile del Regno di Napoli, v. 3 - Giannone Pietro - Страница 9

LIBRO OTTAVO
CAPITOLO VI
Politia ecclesiastica di queste nostre province per tutto il decimo secolo insin alla venuta de' Normanni

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La politia ecclesiastica, che si vide a questi tempi introdotta presso di noi, comincia ad avere qualche rapporto alla presente, per quanto s'attiene all'innalzamento de' Vescovi in Metropolitani. I Papi, per la concessione del Pallio, trassero a se per nuovo diritto la ragione sopra i Vescovi, obbligandogli ad andare in Roma a riceverlo, innalzandogli a Metropolitani. Trasse quindi origine la pretensione, che le cause delle loro diocesi per appellazione, o per negligenza in trattarle dovessero portarsi a Roma: ed infine di voler soprantendere a tutti i loro affari; ed eressero perciò molti nuovi Metropolitani e Vescovi. Ebbero in ciò tutto il favore degli Ottoni Imperadori d'Occidente, e d'Ottone I sopra ogni altro, li quali contro l'ambizione de' Patriarchi di Costantinopoli gli difesero, facendo valere la loro autorità anche sopra alcuni di quegli Stati, che s'appartenevano all'Imperio greco. Aveva Ottone I forte cagione di sostenergli, poichè niuno Imperadore fu cotanto da' romani Pontefici favorito, quanto lui. Se tra' Scrittori ancor si disputa del Sinodo tenuto da Adriano in Roma, dove narrasi essere stata data a Carlo M. la potestà di eleggere il Papa; non si dubita però che Lione VIII in un general Concilio tenuto nell'anno 964 in Laterano avesse ad Ottone M. ed a tutti gl'Imperadori germani suoi successori conceduto in perpetuo, non pure il Regno d'Italia ed il Patriziato romano, ed avesse con indissolubil nodo unito l'Imperio d'Occidente col Regno germanico, ond'è che Ottone, ed i suoi successori furono poi Sovrani di Roma; ma ancora d'ordinare la Santa Sede, ed eleggere il Papa a suo arbitrio e piacere. Confermogli ancora, ciò che Adriano avea conceduto a Carlo M. il diritto dell'investiture, dandogli potestà coll'anello e col bastone investire gli Arcivescovi ed i Vescovi delle loro Chiese. Di questo Concilio tenuto in Roma ne rendono testimonianza Luitprando[109], Ivone Carnotense[110], donde il prese Graziano[111], che volle pure inserirlo nel suo decreto; e Teodorico di Niem da un antico Codice fiorentino lo inserì anche nel suo Trattato delle Ragioni, e Privilegj dell'Imperio[112].

Così vicendevolmente favorendo l'un l'altro, vennesi molto più a corrompersi l'antica disciplina, ed il mutarsi l'antica disposizione delle Chiese. I Papi perciò più Vescovi ordinarono, e più metropoli cressero; ma l'innalzamento di queste si vide che facevasi, secondando la disposizione delle città dell'Imperio, con adattarsi sempre la politia ecclesiastica alla temporale; siccome appunto accadde in queste nostre province.

109

Luitpr. l. 6 c. 21.

110

Ivo in Pannom. l. 8 c. 156.

111

Grat. c. 23 dist. 63.

112

V. Struv. hist. Jur. publ. §. 2.

Istoria civile del Regno di Napoli, v. 3

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