Читать книгу Lo Spirito Del Fuoco - Matteo Vittorio Allorio - Страница 4
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ОглавлениеC’era di nuovo Stella. Gli sorrideva e lo salutava.
La ragazza era in un campo di grano e lo chiamava. Una brezza leggera gli accarezzava il viso e il cielo rossastro del tramonto faceva da sfondo.
Lui però stava fermo, quasi immobile.
Era felice di sentirla.
Stella era lontana, il giovane la intravedeva a malapena, abbagliato dagli ultimi riflessi del sole.
La ragazza continuava a chiamarlo sempre più intensamente, aveva una voce soave, tranquilla.
“Jack… Jack… Jack…”. Le parole si perdevano nell’aria che lo sfiorava, accompagnate da piccole e innocenti risate. I capelli si muovevano al ritmo del vento e le mani sfioravo lunghe spighe di grano duro. Era una splendida giornata, decorata dalla presenza della giovane che lo chiamava.
Un forte fischio e poi subito il silenzio.
Il sole scomparve improvvisamente dietro a un grosso banco di nubi apparse dal nulla. Una forte e improvvisa pioggia cominciò a cadere.
Le spighe di grano si piegarono come burro sotto quell'immane furia.
Jack, non riuscì più a vedere Stella.
L’acqua gli copriva la visuale.
Provò a raggiungere il punto in cui l’aveva vista per l’ultima volta, ma non ci riuscì.
No, non poteva lasciare che alla ragazza che amava succedesse qualcosa di male, doveva andarla a cercare.
Doveva.
Urlò il nome dell’amata a squarcia gola e all’improvviso, le gambe si mossero.
Non era più immobile, poteva correre, correre da lei.
Si gettò in mezzo al campo di grano. Non vedeva niente, ma sentiva ancora il richiamo della ragazza. Aveva ancora la voce serena e tranquilla.
I piedi gli bruciavano tantissimo, si fermò.
Solo allora si accorse di non avere le scarpe. Spostò un po’ più in su lo sguardo e capì che non aveva nessun altro indumento addosso.
Questo però non lo fermò, doveva trovare Stella. L’imbarazzo, per quanto forte, cedette all'istinto.
Ricominciò la corsa.
La voce sembrava più vicina a ogni passo.
Jack corse ancora più veloce. La milza non doleva più ormai, la fatica era diventata parte di lui, sua amica.
Il richiamo era assordante. Jack sorrise, avrebbe abbracciato la sua amata e non l’avrebbe più lasciata. Non importava il diluvio, non importava non avere vestiti, in qualche modo si sarebbe coperto. L’unica cosa importante era raggiungerla.
Le spighe di grano erano sempre più alte, ormai più di lui.
La pioggia cessò all’improvviso. Tutt’intorno i danni della tempesta. Svariate spighe piegate a forza dalla pioggia galleggiavano spezzate nelle pozzanghere. Con i piedi immersi nel fango, scrutò affannato in ogni dove.
Jack corse ancora, ormai mancava poco.
Intravide una candida mano spuntare in mezzo alle spighe. Accelerò e la prese. Il contatto fu flebile.
Il campo di grano finì improvvisamente. Ora, aveva il vuoto sotto di lui.
La mano era scomparsa così com’era apparsa.
Stava precipitando nel vuoto più assoluto.
Il richiamo della giovane ora si era trasformato in un forte pianto, acuto e assordante.
Stella singhiozzava e lo chiamava.
Lui non poté far nulla, se non precipitare.
Ricominciò a piovere.
Sotto di sé il vuoto. Voleva urlare.
Le labbra, serrate come una cassaforte.
Il suo destino, quello di continuare a cadere per l’eternità in preda al panico nel buio più profondo.