Читать книгу Практический курс итальянского языка. Продвинутый этап обучения - Людмила Петрова - Страница 7
Capitolo I
Un po' di storia antica
ОглавлениеIl soldato romano
49. Leggere e tradurre in russo il seguente testo:
Il soldato romano
Alle origini il romano è un soldato e un contadino. Lavoro accanito, frugalità e austerità costituivano le tre regole di vita più importanti di questi uomini attaccati alla terra che potevano passare direttamente dal lavoro dei campi alla conduzione degli affari di stato, salvare la patria e fare ritorno all'aratro. È lo stile di vita degli uomini interamente dediti alla comunità, pronti a sacrificare tutto, persino la vita, per il bene comune. Ricevevano un'educazione severa e ricavavano la loro forza e la loro risolutezza dal fatto di essere stato abituato fin dall'infanzia a far lavorare il corpo e a vivere sobriamente. Per generazioni di Romani Catone il Censore, politico, oratore e scrittore romano (234–149 a. C.), ha rappresentato l'uomo incorruttibile e privo di debolezze, originario della campagna. Catone non esitava a lavorare i campi in compagnia dei suoi schiavi e a consumare i pasti con loro. La sua durezza nei confronti degli altri e di se stesso sconfinava a volte nel disumano: come quando, per esempio, proibiva ai suoi contadini di perdere tempo in passeggiate о chiacchiere, о si sbarazzava di uno schiavo malato perché non voleva nutrire una bocca inutile. Ma, come fa notare Plutarco, già all'epoca di Catone «si trovavano ben pochi uomini che volessero lavorare la terra con le proprie mani come facevano gli antichi, pranzare frugalmente, cenare senza accendere fuoco e senza far uso di cucina, e che si accontentassero di un abito semplice e di un alloggio modesto». (Da «Vita di Catone»).
Questa morale, favorevole a un certo puritanismo e ostile alla speculazione intellettuale, rifiutava il lusso e la vita facile. Era una morale dell'energia. Il contadino conosceva il prezzo del lavoro e lottava contro lo spreco che gli avrebbe arrecato la miseria. Era dunque anche una morale nata dalla necessità.
Il fondamento di tale morale è la famiglia. Questa si compone dell'onnipotente paterfamilias, di sua moglie, dei figli, degli schiavi e delle divinità. La famiglia riunisce gli elementi naturali e sovrannaturali, la cui comunione dà coerenza al nucleo e forza a ogni elemento che la compone.
Roma deve indubbiamente la sua straordinaria espansione al rigore della sua morale. Formato in una tradizione austera, il romano diviene un soldato efficiente. L'anno è diviso in due periodi, quello della pace, riservato all'agricoltura, e quello consacrato alla guerra che va da marzo a ottobre. Il riposo del soldato, infatti, può nuocere al suo ardore guerriero. La città, come è noto, costituisce un pericolo per i militari e alcuni capi dell'esercito.
D'altra parte è curioso constatare che la città, già in epoca molto antica, costituiva un pericolo morale sia per il soldato, sia per il contadino perché offriva occasione di divertimento, soprattutto nei giorni di mercato e nei giorni di festa. Anche gli schiavi abituati ai bagni (esistevano le terme per gli schiavi), alle taverne e ai lupanari non volevano più impegnarsi negli sforzi richiesti dai lavori agricoli. Proponendo l'esempio di uomini come Catone la morale rifiuta la vita facile e il vizio. Costituiscono un pericolo per la salute morale persino la gioia dei sensi e il piacere provato davanti a ciò che è bello. La morale deve essere per l'uomo una guida e il piacere va considerato come il contrario del lavoro, qualcosa che fa perdere all'uomo la sua dignità. Ma è evidente che le future conquiste e l'espansione dell'impero avrebbero condotto a una riforma nei costumi stessi.
50. Riassumere il testo in breve e poi per esteso.
R. Bonghi. Come Romolo scomparve
51. Leggere e tradurre in russo il seguente testo:
R. Bonghi. Come Romolo scomparve
Un giorno Romolo aveva adunato l'esercito nel campo accanto alla palude della Capra, per farne la rassegna. Ed ecco scoppiare una grande tempesta: i tuoni e lampi, ed eclissarsi il sole; e tutta coprirsi di tenebre la terra. E tutti a fuggire da ogni parte. Quando l'uragano fu passato, e si fu rifatto sereno, Romolo non apparve più in nessun posto.
I cittadini lo cercavano e nessuno sapeva che mai fosse avvenuto di lui. Ma il mistero fu in breve chiarito: Procolo Giulio, uno dei Romani venuti da Alba, sotto giuramento attestò che, mentre era pervenire al Foro, gli si era fatto incontro Romolo, più bello e grande che non era mai stato, rivestito di armi luccicanti e fiammeggianti. Romolo disse:
– Agli dèi è parso, о Procolo, che noi non dovessimo stare in mezzo agli uomini più di così… Sicché sta' sano, e di' ai Romani che, mantenendosi savi e coraggiosi, perverranno a grande potenza. Io avrò dal cielo cura di voi; e sarò per voi il dio Quirino.[9]
E, così detto, disparve.
Con riduzioni da «Storia di Roma»
52. Riassumere il testo in italiano.
9
Quirino – antica divinità romana, costituiente con Marte e Giove una triade. Di origine sabina (il nome veniva ricollegato alla città sabina di Curi о a curis, «lancia»), era la divinità della comunità sabina stanziatasi sul Quirinale (il maggiore dei sette colli di Roma, 61 m). In origine probabilmente divinità agricola, assunse i connotati di dio della guerra, per finire poi a identificarsi con Romolo