Читать книгу La Società Del Diavolo - Ben Midland - Страница 13
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âMio caro, perché non mi baci? Perché le tue labbra sono fredde e ghiacciate? Faust, cosa hai fatto?"
Piena di grazia, barcollante come un cigno morente, Margherita spinse il suo amante lontano da lei e cadde a terra, agitandosi. Faust guardò in basso verso la sua amata che giaceva lì, ora al di fuori della sua portata. Impotente, chiama il suo padrone alla ricerca di aiuto, i suoi occhi rivolti verso il cielo.
âIn una magica fusione di grazia e realismo, l'attore-cantante ripetutamente trascende se stesso. Con la sua sublime rappresentazione del diavolo è impensabile immaginare un'apoteosi più credibile di quello che lui ci mostra.â Anche se non era un critico professionista, William R. Sandwell compose mentalmente la sua recensione dello spettacolo che stava guardando. Dopo settimane di viaggi internazionali per una serie di conferenze e oltre un centinaio di ore su sedili di aereo soffocanti, Sandwell si stava concedendo un premio con una serata all'opera. La sua camera d'albergo poteva aspettare per un po'. Quella sera al Teatro dellâ Opera di Roma l'atmosfera era carica di eccitazione. L'opera della serata, il Mefistofele di Arrigo Boito, un dramma del diciannovesimo secolo su una sinistra scommessa tra Dio e il Diavolo aveva luogo in un ambiente straordinario tra cielo e terra.
Sandwell non era in grado di immaginare un luogo migliore per rilassarsi. Solo un'ora prima al terminal degli arrivi dell'aeroporto di Fiumicino a Roma, Sandwell, Professore of Scintologia all'Università Kokugakuin di Tokyo si era sentito completamente distrutto dal jet-lag, ora che era seduto a guardare la battaglia di Faust con il Diavolo, si sentiva completamente sveglio.
Con i suoi capelli biondo scuro, i pantaloni marroni e la giacca in tweed Sandwell contrastava nettamente con il pubblico italiano composto in gran parte da persone con i capelli scuri. I posti nei palchetti che lo circondavano, per quanto era in grado di vedere al buio, erano occupati dalla crema della società , vestita con abiti stupendi, smoking e abiti da sera. L'aristocrazia romana, pensò, basandosi sulla presenza di giovani donne attraenti che indossavano abiti di alta moda e costosi accessori. Notando parecchie donne meravigliose sedute da sole senza accompagnatori maschili si domandò se l'occasione di sfoggiare la loro ricchezza e la loro bellezza fosse il vero motivo della loro presenza. Dando un'occhiata agli altri palchetti vicini al suo Sandwell notò una giovane donna seduta in diagonale sulla sua sinistra a circa una decina di metri di distanza. Essendo da sola o almeno senza alcun compagno visibile, attirò la sua attenzione. La donna era vestita tutta di nero, in quello che sembrava essere un completo antracite piuttosto elegante con increspature scarlatte sui bordi. Uno Chanel, pensò. Un grande cappello nero piatto con un'ampia falda e un velo nascondeva il suo volto da occhi indiscreti. Da quello che poteva vedere del suo corpo, Sandwell stimò che avesse tra i venticinque e i trent'anni. Chiunque fosse, sembrava conoscere le arti della seduzione. Questa distrazione, comunque, non impedì a Sandwell di ritornare con la sua attenzione sul palco, dove Margherita, implorando la grazia di Dio, collassò davanti ai suoi occhi.
Sandwell sentì una leggera vibrazione da qualche parte sotto il suo ombelico. Sconcertato, si risistemò al suo posto, ritornando con la sua attenzione alle convulsioni mortali di Margherita, sperando che il suo malessere scomparisse ma, al contrario, la sensazione divenne ogni secondo più forte.
All'improvviso, ne capì il motivo. Imbarazzato e con entrambe le guance rosse per la vergogna estrasse il cellulare dalla tasca.