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Con suo grande sollievo la busta non conteneva nulla di pericoloso, solo una chiave del tipo usato per gli armadietti, le cassette postali e i lucchetti. Aveva una targhetta in alluminio con il numero trentasette chiaramente evidenziato seguito dalle lettere ‘RT’.

RT potrebbe indicare le iniziali di qualcuno, pensò, o forse il nome del mittente. O forse RT è l'abbreviazione di una cosa più che di una persona.

Decise di puntare sulla seconda ipotesi.

Supponendo che il mittente del pacchetto si aspettasse che lui aprisse la busta, allora era ovvio concludere che si pensava che lui usasse la chiave.

Guardando il suo orologio, vide che erano solo le dieci e un quarto, aveva ancora molto tempo per capire a chi o a che cosa appartenesse la chiave.

Dopo un momento per decidere, ritornò dentro al teatro, e andò direttamente verso la reception dove consultò una brochure riccamente illustrata intitolata ‘VISITARE ROMA’.

Alla fine della brochure trovò quello che stava cercando, una lista di tutti gli hotel e le pensioni della capitale, elencati in ordine alfabetico.

Passando con il dito lungo l'elenco cercò di riconoscere le lettere sulla targhetta. Fu un tentativo inutile. Nessuno degli hotel o delle pensioni nella lista sembrava combaciare con le lettere RT. Decise di chiedere a qualcuno.

“Mi scusi, può dirmi cosa significano queste lettere?” chiese a uno degli impiegati mostrando la targhetta.

“Certo, signore. RT è l'abbreviazione di Roma Termini. É la più grande stazione dei treni di Roma. Le serve un taxi? Posso chiamargliene uno se desidera.”

Una stazione dei treni doveva avere di sicuro degli armadietti, pensò rallegrnandosi.

“No, grazie,” rispose, scuotendo brevemente la testa. “Preferisco camminare.”

Una folla di spettatori dell'opera scese le scale e si riversò lungo le strade, un segnale che lo spettacolo era terminato. Rimase in piedi a pensare. Poteva tornare al suo hotel dove era certo che la stanchezza lo avrebbe portato a dormire, e in tal caso si sarebbe sicuramente svegliato sufficientemente presto per prendere il volo per tornare a casa. Se, però, avesse fatto così, non avrebbe mai scoperto cosa conteneva l'armadietto numero trentasette.

Un'auto bianca con una scritta rossa ‘Taxi’ sul tettuccio passò in quel momento. Sandwell sollevò la mano.

"Stazione di Roma Termini, per favore."

Mentre il taxi attraversava il fiume Tevere, all'improvviso cominciò ad avere dei dubbi, forse la chiave non era diretta a lui personalmente, anche se c'era il suo nome scritto sulla busta.

Cominciò a sentirsi a disagio, pensando alla possibilità che qualcuno lo stesse perseguitando. Magari era pedinato da qualcuno che soffriva di qualche tipo di disturbo.

Prima che potesse cambiare idea, il taxi accostò davanti alla stazione ferroviaria. I piedi davanti al terminal Sandwell cominciò automaticamente a ispezionare la folla dei viaggiatori, in gran parte formata da turisti. Si rese conto che chiunque di loro poteva controllarlo.

All'interno del terminal gli armadietti furono facili da trovare. Dietro a una parete di vetro con la scritta ‘Deposito Bagagli’ c'erano parecchie file di armadietti in acciaio numerati da uno a quaranta. Il numero trentasette era nella fila inferiore sulla destra.

Con la maggiore discrezione possibile si mise davanti all'armadietto e lo aprì. All'interno c'era un piccolo borsello nero in velluto lungo una ventina di centimetri. Vista la sua forma piatta oblunga doveva contenere in libro o qualcosa del genere.

Uscendo, mentre metteva il borsello dentro la sua giacca, Sandwell controllò che nessuno lo stesse osservando.

Dentro al borsello c'era un libro. Sembrava piuttosto vecchio e di valore. Sulla copertina in pelle marrone c'erano tre parole:

MIRABILIA URBIS ROMAE

E subito sotto:

Historia et descriptio urbis Romae

Quando aprì il libro qualcosa cadde fuori. Raccogliendolo vide che era una specie di carta da gioco. Riportava un'immagine colorata di un ecclesiastico. Il copricapo dell'ecclesiastico sembrava essere una tiara, stando a indicare che era un cardinale o un papa. La figura portava un bastone con tre stecche trasversali alla fine. Al di sotto c'era la scritta: ‘La Papessa.’ Lungo il lato della carta scritta con una calligrafia classica, quasi identica alla scrittura sulla busta bianca lesse:


Stupefatto da quanto vide, Sandwell fissò i caratteri, scritti al contrario. Dentro di sé mantenne la speranza che fosse tutto una specie di gioco.

Se era realmente qualcosa di importante, e ne dubitava, perché qualcuno avrebbe dovuto imbarcarsi in un approccio così contorto usando telefonate, consegne anonime su Vespe e armadietti nelle stazioni dei treni?

Allontanandosi a piedi, Sandwell si rese conto che senza ulteriori dettagli, cercare di rintracciare il mittente della busta era tanto inutile quanto cercare di trovare il guidatore della Vespa azzurra nel centro di Roma, sapendo che ce ne erano centinaia.

Doveva esserci un altro modo.

Fermandosi sul lato della strada gli tornò in mente l'immagine dell'ecclesiastico sulla carta.

Un ecclesiastico. Se c'era un posto sulla Terra che aveva le risposte alle sue domande sul libro era proprio lì a Roma. La prima cosa da fare era consultare un prete esperto o un vescovo. Controllando sul suo cellulare vide che la chiesa più vicina era la Basilica di Giovanni in Laterano, a pochi isolati da lì.

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