Читать книгу La Società Del Diavolo - Ben Midland - Страница 18

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"Se indosso una cintura? Le assicuro che non ho nulla a che fare con tutto questo. Non conosco questa persona. Non l'ho mai visto prima in vita mia. Vuole scusarmi?"

"No. Da questa parte per cortesia."

L'ispettore lo guidò verso la porta che dava verso il sotterraneo.

"Prima lei," fece un gesto verso le scale.

Era peggio che essere portato alla stazione di polizia. Solo il pensiero di scendere la stretta scala di pietra a spirale lo faceva già sentire male. Qualsiasi spazio chiuso come sotterranei, ascensori o grotte condividevano una caratteristica che lo metteva a disagio. Questi piccoli spazi potevano essere essere chiusi ermeticamente, gli ricordavano le tombe, non erano tra i posti che preferiva sulla Terra. Per fortuna questo sotterraneo era profondo solo pochi metri.

Tremando, sudando copiosamente e con il cuore che batteva all'impazzata, Sandwell riuscì a controllarsi per i primi gradini ma poi si fermò.

Respira profondamente, trattieni e lascia andare.

Non aveva importanza quello che c'era lì sotto, poteva aspettare. Non c'era alcun motivo per farsi prendere dal panico. In un tentativo di rilassarsi raddrizzò la schiena e si allungò alcune volte, inspirando fino a quando il tremore cessò.

La scala proseguiva verso il basso nel terreno. Dopo circa quaranta gradini l'ispettore si fermò improvvisamente.

"Nega ancora?" chiese.

Sandwell inspirò profondamente. L'aria era fredda e umida.

"Negare cosa? Credo che farebbe meglio a dirmi di che cosa mi sta accusando. Il corpo che mi ha mostrato ha qualcosa a che fare con questo?"

L'ispettore sbuffò.

"Parzialmente o completamente, dipende da lei. Questa fase delle indagini non è conclusiva ma può portare a molte prove. Deve proseguire, a meno che lei non confessi."

Lo stomaco di Sandwell si irrigidì. Apparentemente l'ispettore lo sospettava di qualcosa che era accaduto lì sotto. Anche se non sapeva di che cosa era accusato, Sandwell cominciò a rendersi conto di essere invischiato in una situazione molto brutta.

"Cosa vuole che confessi?" chiese. "Che ho colpito la porta di una chiesa? La risposta è sì. C'è altro?"

Vedere un'espressione incomprensibile sul volto di De Angelis insieme al fatto di essere in un sotterraneo buio gli fece improvvisamente desiderare di essere al sicuro a casa.

"Continui a scendere. Le consiglio di non respirare," fu la risposta che ricevette. "La maggior parte delle persone sente la necessità di vomitare vedendo un corpus delicti, tranne gli addetti ai lavori e i killer professionisti. Questo è molto peggio dell'altro che ha visto, e uno dei peggiori che abbia mai visto negli ultimi quindici anni. Un tritacarne spuntato non sarebbe stato in grado di essere più efficace e questo non è un complimento."

Lo stomaco di Sandwell si rivoltò, una debolezza che si poté leggere sul suo volto.

"Si sente responsabile ora?"

Sandwell deglutì. Non si sentiva responsabile o colpevole, solo nauseato. I tutori della legge e le persone negli obitori erano abituati a scherzi di cattivo gusto sui morti, specialmente quando c'era di mezzo il sangue. Era un genere di umorismo che non era mai stato in grado di apprezzare. Vedere i resti senza vita di un'altra persona in uno stato in cui il suo stomaco non era preparato era decisamente troppo.

La sensazione di nausea stava peggiorando.

"No," sospirò. "Non si dovrebbe pulire il posto prima? Il mio stomaco non è...”

"Cosa? Lei non è pronto per vedere un altro corpo?" De Angelis scosse la testa.

"Può smetterla con le sue sciocchezze. Ripulire il posto è proibito. Per mantenere ogni prova possibile tutto deve essere come quando è stato trovato il corpo. Stia attento a dove mette i piedi. É un mezzo disastro."

Con grande difficoltà Sandwell ingoiò il groppo che aveva in gola, fece alcuni respiri, tre passi veloci in avanti e vomitò.

Un uomo calvo in camice bianco era inginocchiato vicino al corpo. Dall'aspetto dei suoi guanti in lattice macchiati di sangue aveva esaminato il corpo a lungo. Nel centro del pavimento in pietra c'erano i resti di un corpo umano con gli arti inferiori posti in posizione innaturale. Gli organi interiori al livello dell'addome della vittima giacevano interamente fuori dal corpo. Sembrava come se l'uomo fosse esploso. Fu troppo per Sandwell. Si allontanò e vomitò di nuovo.

"La morte ha un odore," De Angelis ridacchiò sarcasticamente. "Uno che attrae i veri saprofaghi e gli opportunisti, mentre, contemporaneamente, mantiene sulla retta via i giusti tra di noi."

Sandwell sospirò. Desiderò essere ovunque, tranne lì, lontano dalle grinfie dell'ispettore De Angelis.

"Perché dice queste cose?" chiese. "Cosa si aspetta che dica?"

L'ispettore alzò le mani. "Quello che vuole. Molte persone reagiscono in modo diverso messe davanti alle proprie azioni. Si chiama ‘in flagrante delicto’. Ricordi che l'Onnipotente veglia su di noi, specialmente in questo luogo e su di lei in particolare. É la morte che alla fine separa il bene dal male."

De Angelis prese il crocefisso che pendeva da una catenina attorno al suo collo e lo baciò.

Sandwell fu sul punto di dire qualcosa ma dopo una seconda occhiata al corpo esitò. Con un'espressione indecifrabile sul volto l'ispettore gli ordinò di avvicinarsi, pochi passi verso l'uomo in camice bianco, un dottore, suppose Sandwell. L'uomo sembrava non essersene accorto.

"Questo è il professor Lombardi," sibilò De Angelis tra le sue labbra baffute. "Panatomo..."

"Anatomopatologo," lo corresse il dottore che sembrava aver sentito.

Sandwell si era allontanato di nuovo, ancora sconvolto. Il suo stomaco protestò con veemenza contro quello che vide giacere lì sul pavimento di pietra, il corpo mutilato di un uomo, i suoi occhi spalancati, la sua bocca contorta in un urlo congelato. Era ovvio che era morto tra atroci dolori. Un dettaglio colpì Sandwell in modo particolare, l'abito talare nero che stava indossando l'uomo indicava una professione spirituale.

"Chi è?" chiese coprendosi la bocca con una mano. "Il suo abito indica un'appartenenza al clero, un vescovo forse?"

"La sua domanda è fuori luogo, signor Sandwell," replicò De Angelis sarcasticamente. "Lui, o dovrei dire, la sua vittima, era un cardinale. Il nome di sua Eminenza è Bruno Lefebvre, prete gesuita e amico fidato del defunto papa. Negli ultimi anni il Cardinale ha fatto regolarmente notizia a causa della sua posizione contro le rigorose riformi interne pianificate e per la sua lotta contro quelle politiche. Era costantemente in disaccordo con il Vaticano. Sua Eminenza era sopravvissuto a tre attacchi, fino a questo."

De Angelis si accucciò e tirò una parte dell'abito talare sul volto del morto. "Tragico. Solo i maiali meritano di giacere in mezzo ai propri escrementi."

Nel frattempo il patologo continuò il suo lavoro, prendendo con una spatola di plastica campioni di tessuto che giacevano all'esterno del corpo e raccogliendo il sangue e i contenuti del maleodorante tratto digestivo, seguito da vicino da De Angelis.

"Dottore," chiese. "Se ha qualche informazione su come è morto sua Eminenza voglio saperlo. É stato fatto con qualche arma da taglio?"

Il dottor Lombardi gli diede una scontrosa occhiata distratta e scosse la testa.

"Sicuramente nessun coltello o arma da taglio."

"Quindi, cosa è stato?"

"A questa domanda si può trovare una risposta solo con l'autopsia," replicò bruscamente Lombardi. "Quello di cui sono sicuro è che quest'uomo ha avuto una morte orribile. Il dolore che ha sofferto deve essere stato intollerabile."

L'ispettore aspettò un momento.

"Qualche ipotesi?"

Il patologo scosse la testa.

"Non oserei in questo caso. L'unica cosa di cui sono sicuro è che l'omicidio è stato commesso dall'interno. Uccidere può avere molte facce e qualche volta ce ne mostra una nuova. Oltre a quelle da fuoco e bianche, le armi possono comprendere il veleno, il congelamento, il soffocamento con gas, la mancanza di ossigeno, l'annegamento, il dissanguamento, l'arresto cardiaco e così via. Non sempre è chiaro di cosa sia morta una persona."

"E in questo caso?”

“Sto pensando a una bomba," rispose il patologo.

"Una bomba?"

"Lei ha chiesto la mia opinione e ora ce l'ha. Vede i bordi sfilacciati nei posti dove la pelle si è rotta? É caratteristico. Questo disastro è identico a un attacco con una granata, con una differenza sostanziale."

“Quale?"

"Sembra che l'effetto, l'esplosione abbia avuto luogo dall'interno, nel tratto intestinale. Il processo è stato devastante. La possibilità che il Cardinale potesse sopravvivere a questo era meno di zero."

Questa affermazione non sembrò piacere per nulla all'ispettore.

“Quanto grande era questa bomba?”

"Ah, ora si sta sbagliando. Sta probabilmente pensando a qualcosa di fisico, qualcosa di solido che è stato ingerito. No, non è stato nulla di simile a quello a cui sta pensando. Penso che forse sia stata un'overdose di una medicina usata in modo errato, o una combinazione di medicine differenti. Alcuni liquidi chimici reagiscono violentemente tra loro. Per esempio il nitrogeno liquido in combinazione con la bile dello stomaco è fatale."

Il patologo prese una spatola di acciaio inossidabile che mise tra le viscere aperte e la annusò.

"Come sospettavo, la sua morte è stata causata da un composto chimico ma certamente non dal nitrogeno," disse. "Riesce a sentirlo?"

L'ispettore De Angelis sbuffò. “Aglio!"

“Arsenico," lo corresse il patologo. "L'arsenico ha quasi lo stesso odore dell'aglio. Questo, insieme ad altre sostanza nel suo sistema digestivo deve aver scatenato una reazione chimica particolarmente forte e questo ne ha causato la morte. Per esserne del tutto sicuro dovrei esaminare i tessuti e prendere dei campioni di sangue."

"Lo faccia," tuonò l'ispettore. "Se trova qualcosa che indichi l'assassino voglio esserne informato immediatamente."

Il cervello di Sandwell iniziò a lavorare al massimo delle sue capacità. Si rese conto che l'ispettore lo considerava come l'unico sospetto. Per convincerlo del contrario doveva provargli che non era da quelle parti al momento dell'omicidio.

Pensa!

Gli venne un'idea.

"Signore, potrebbe essere stato un suicidio?" Chiese innocentemente.

"Fisicamente non impossibile, ma ne dubito," disse il dottor Lombardi. "Il Cardinale aveva una personalità forte. Non era il tipo da suicidarsi. Uccidersi in questo modo sarebbe molto più doloroso che fare hara-kiri. Non l'avrebbe fatto. Qualcuno che è sopravvissuto a tre attacchi nella sua vita non si suiciderebbe mai."

Sandwell si sentì profondamente deluso.

"Può dirmi a che ora è stato commesso il delitto?" chiese De Angelis al patologo.

"Solo una stima. Come può vedere il corpo è nella prima fase del rigor mortis. Questo significa che la vittima apparentemente è stata uccisa tra le dieci e trenta e le undici di sera. Direi all'incirca tre ore fa."

Era quello che aveva sperato Sandwell. Tre ore prima era nella piazza davanti al teatro dell'opera!

"Se non vi dispiace Ispettore, Professore, vi lascerei qui da soli," disse con grande sollievo. "Vedete, a quell'ora io ero al teatro dell'opera in piazza Beniamino Gigli. Ho parlato con i due impiegati alla reception e possono confermare il mio racconto."

L'ispettore De Angelis non sembrò per nulla impressionato di questo alibi e, se lo era, non fece nulla per mostrarlo, pensò Sandwell.

L'Ispettore tirò fuori dalla tasca un pezzo di carta rettangolare e lo mise davanti al naso di Sandwell.

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