Читать книгу I primi anni dell'Opus Dei - José Luis González Gullón - Страница 12
Contrarietà e difficoltà
ОглавлениеNell’estate del 1932 José María Escrivá subì un duro colpo. Il 16 luglio nell’Ospedale Nazionale delle Malattie Infettive José María Somoano morì, dopo tre giorni di forti dolori e vomito. Le minacce di morte ricevute nei mesi precedenti e la virulenza della malattia fecero pensare a un avvelenamento del sacerdote in odio alla fede[136].
Un mese più tardi, il 10 agosto, ci fu un tentativo di colpo di Stato, diretto dal generale Sanjurjo e da altri ufficiali contrari alla politica assunta dalla Repubblica. Alcuni giovani tradizionalisti si unirono alla sollevazione. Fra loro, alcuni studenti che frequentavano Escrivá[137].
Il tradizionalismo era difeso da alcuni gruppi politici, tra i quali spiccavano a Madrid gli “albiñanisti” e i carlisti tradizionalisti. I primi facevano parte del Partito Nazionalista Spagnolo fondato da José María Albiñana Sanz, noto come Doctor Albiñana. Il suo programma prevedeva una Monarchia costituzionale e parlamentare; allo stesso tempo si batteva perché il potere esecutivo fosse autoritario, per rafforzare il nazionalismo spagnolo[138]. I giovani di questo partito erano chiamati i “Legionari di Spagna”. In pratica si trattava di una forza paramilitare, pronta ad agire se, a loro parere, il paese ne avesse avuto bisogno[139].
Da parte loro i carlisti volevano il ritorno della monarchia tradizionale, rappresentata da Alfonso Carlos di Borbone, che li aveva radunati nella cosiddetta Comunione Tradizionalista Carlista. Contro il sistema liberale, democratico e aconfessionale, difendevano un modello di Stato corporativo cattolico, secondo l’Antico Regime. Dopo molte perplessità, avevano accettato di convivere nel sistema parlamentare con l’intenzione di sostituirlo dopo aver conquistato il potere politico. Nella Seconda Repubblica i carlisti pensavano di aver trovato l’occasione storica per la loro ideologia che si riassumeva nel motto “Dio, Patria, Re”.
In effetti la legislazione repubblicana rafforzò i tradizionalisti e la destra integralista nelle loro opinioni politiche. Una volta approvata la Costituzione, il 9 dicembre 1931, Manuel Azaña fu nominato Capo del Governo e ministro della Guerra. Applicò immediatamente i provvedimenti costituzionali che limitavano l’azione pubblica della Chiesa, specialmente per quanto riguardava le congregazioni religiose. Così il 23 gennaio 1932 fu approvato il decreto che sanciva lo scioglimento della Compagnia di Gesù in Spagna e la confisca dei suoi beni; il 30 gennaio fu decretata la secolarizzazione dei cimiteri; e il 2 febbraio entrò in vigore il divorzio. L’opposizione dei tradizionalisti era alimentata non solo dall’oppressione della Chiesa, che minacciava l’identità cattolica della Spagna, ma pure dallo smembramento del paese con lo Statuto della Catalogna.
Per questi motivi, il 10 agosto 1932, circa quattrocento uomini —militari e civili tradizionalisti— tentarono un colpo di Stato a Madrid e a Siviglia, che fallì perché era stato mal preparato. Inoltre, il presidente Manuel Azaña era stato informato del tentativo. Per questo a Madrid non si andò oltre uno scambio di spari tra gli insorti e le forze dell’ordine repubblicane. Alla fine dello scontro, che durò alcune ore, si contarono dieci ribelli morti e diciannove feriti. Quasi tutti gli insorti furono arrestati[140].
Che accadde ai giovani di don José María? Gordon riuscì a fuggire all’inizio dell’insurrezione. Pepe Romeo, che avrebbe voluto prendere parte al complotto, non poté farlo perché i genitori, venuti a sapere che cosa stava tramando, glielo impedirono[141]. Invece Gómez Ruiz, Doménech e Torres Azara furono arrestati e processati. Un mese dopo furono confinati a Villa Cisneros, un possedimento spagnolo del Sahara Occidentale[142]; altri, come Palacios, scontarono la condanna nel Carcere Modello di Madrid[143].
La collaborazione di questi studenti alla bravata era il risultato delle loro idee politiche. Romeo rievoca: «Era una nostra intenzione, che nasceva dalla nostra personale responsabilità civica nel mondo agitato degli anni della Seconda Repubblica. Era il nostro modo personale di rispondere alle aggressioni contro la Chiesa»[144]. Palacio aggiunge: Se «ci unimmo alla sollevazione militare fu per difendere i nostri ideali cristiani, per farla finita con gli incendi dei conventi e per difendere la Chiesa e il Papa» perché «consideravamo la situazione della Spagna come un grande problema religioso»[145].
Escrivá non aveva avuto niente a che vedere con queste vicende, perché rispettava le scelte politiche di quei giovani e non voleva coinvolgersi di tali questioni. Infatti gli studenti si erano già accorti che il sacerdote si asteneva dal «parlare di politica», come ricorda Doménech[146]. In ogni caso, però, ne subì le conseguenze, constatando che si stava disperdendo l’apostolato iniziato con gli studenti, in maggioranza amici di Romeo e Gómez Ruiz.
Altro avvenimento ugualmente doloroso fu la malattia di Luis Gordon che a fine di agosto subì una grave affezione polmonare con serie difficoltà respiratorie. Infine, a complicare ancor più le cose, Pepe Romeo fu vittima di una crisi nervosa —in seguito a varie perquisizioni poliziesche in casa sua—, per cui in ottobre si trasferì a Saragozza e un mese dopo a Pau (Francia), dove poté riposare fino al marzo del 1933[147].