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Carciofi alla giudia

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Un interessante aneddoto racconta che ai tempi dei romani gli ebrei, commercianti di olio, per impedire che i soldati all’entrata dei loro carri nella città romana ne requisissero una parte, destinata a incensare gli altari delle divinità, usarono lo stratagemma di immergere delle quantità considerevoli di carciofi nei barili contenenti l’olio. A questo punto l’olio, risultando impuro per la presenza dell’ortaggio, non venne più sequestrato.

Il modo migliore per mangiare i carciofi alla giudia è staccare con le dita foglia dopo foglia a mo’ di m’ama o non m’ama. Dell’acqua con del limone aiuterà a tenere pulite le mani fra una foglia e l’altra.

8 carciofi senza barbe tipo cimaroli

2,5 l acqua

4 limoni

olio per friggere

sale

pepe nero

Lavate i carciofi, eliminate le foglie esterne. Mescolate 2,5 litri d’acqua con il succo di tre limoni e mezzo. Eliminate la parte scura delle foglie tagliandole nel punto dove da giallastre diventano verde scuro. Immergete subito i carciofi con i loro gambi sbucciati nell’acqua acidula. In passato per rompere le barbe (fieno) che coprono il cuore dei carciofi si era soliti tenerli nel palmo della mano e rotarli contro l’angolo del tavolo. Uno spremi limone funziona altrettanto bene. Questo passaggio non è necessario se usate i carciofi cimaroli, perché privi di barbe. Assicuratevi che i carciofi siano asciutti. Salatene e pepatene il cuore. Friggete poi i carciofi in abbondante olio per circa 10 minuti. Usate uno stuzzicadenti per controllarne la cottura. Quando i carciofi sono morbidi, toglieteli dall’olio e fateli scolare. Aprite le foglie in modo che ogni carciofo assomigli a una rosa. Poco prima di servire, soffriggeteli per un minuto e posateli sulla carta assorbente. Serviteli caldi, interi o tagliati a pezzetti, conditi con sale, pepe e il restante succo di limone.


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